sabato 1 agosto 2020

Scenari futuri per il "sistema basket" tricolore. Idea canale tematico

di Giovanni Bocciero*

L’emergenza Coronavirus sta mettendo in grande difficoltà il mondo della pallacanestro. Non solo la stagione è stata sospesa anzitempo, ciò che preoccupa adesso è come riprenderà l’attività agonistica. Il calcio, pur barcollando all’inizio, ha ripreso a giocare. Una condizione, ed una volontà, legata in particolare ai diritti televisivi che sono una gran miniera d’oro per tutto il sistema calcistico. Ma l’emergenza ha messo a dura prova l’intero tessuto imprenditoriale/aziendale, i cui effetti non sono ancora del tutto calcolabili. Diritti tv e aziende, due fattori che caratterizzano a loro modo il sistema calcio e quello basket. Vediamo perché.

La Serie A di calcio percepisce, e percepirà, dai soli diritti televisivi circa 1,34 miliardi di euro annui (includendovi i diritti venduti all’estero) sino al 2021. Diverso il discorso per la prima divisione di pallacanestro, perché circa i 2/3 dei 109 milioni e rotti di ricavi dell’anno 2019 provengono dalle sponsorizzazioni. In questo caso i diritti tv si aggirano sui 2,8 milioni di euro.

Con questi numeri si capisce come il modello di business delle due leghe sia diametralmente opposto. E se l’emergenza ha messo in ginocchio le aziende, aspettiamoci il crollo del modello di business del basket basato, appunto, sulle sponsorizzazioni. Da questo punto di vista il recente stop sulla proposta conosciuta come “credito d’imposta per le sponsorizzazioni” potrebbe rendere ancora più difficile il reperimento di fondi per i club. Inoltre, l’incertezza che influenza l’avvio della prossima stagione, riguardo alla presenza o meno del pubblico nei palazzetti, andrebbe ad intaccare la 2a principale fonte d’entrata, ovvero il botteghino.


Non ci voleva di certo questa premessa per inquadrare lo stato dell’arte di un movimento che conosce perfettamente le sue difficoltà. Ed è un peccato che questa emergenza sanitaria si sia manifestata proprio a metà di questa stagione che stava segnando l’inizio di una nuova primavera per la pallacanestro della massima serie, con pubblico e incassi in netta crescita.

I 2/3 del totale dei ricavi provengono dagli sponsor: si parla quindi di una cifra intorno ai 75 milioni di euro. Dati alla mano, nel massimo campionato italiano di basket gli sponsor sono di fondamentale importanza per garantire ai club il supporto economico necessario. E per le società, il termine “sponsor” può risultare riduttivo, visto l’impegno profuso da chi, associando il proprio marchio a una squadra, ne è spesso anche proprietario o azionista di riferimento. Inoltre, anche se l’impatto dei diritti tv è aumentato del 30% (grazie alla cessione dei diritti esteri a Eurosport, che insieme alla Rai trasmette il campionato in Italia), per un ammontare di circa 2,8 milioni annui fino al 2020, il volume d’affari è “negativo” rispetto al campionato francese che per i diritti interni guadagna 3 milioni a stagione, ed è distante anni luce da Spagna e Turchia. Infatti la Liga ACB da Movistar guadagna 10 milioni di euro, mentre la BSL turca, con il contratto siglato con Turk Telekom, guadagna più di 12 milioni di euro.

In questo senso la nuova governance della Lega Basket A dovrà subito affrontare un tema molto caldo, ovvero il bando per i diritti tv del prossimo triennio. La partnership con Eurosport, siglata nella stagione 2017/18, ha consentito una fruizione delle partite sia in tv che in streaming, permettendo alla Lega tricolore di sfruttare tutto il proprio potenziale. L’audience tv media si è mantenuta sui 120 mila spettatori a partita, mentre nel solo girone d’andata di quest’anno si era passati a 127.965 spettatori con Eurosport che ha fatto segnare un aumento del 39,8% di spettatori a partita per la diretta settimanale. Certo parliamo della massima serie, ma sono interessanti anche altri numeri per capire il bacino d’utenza dal quale la pallacanestro italiana potrebbe attingere. Ad esempio la Lega Basket A (LBA), guidata da pochi mesi dal neo presidente Umberto Gandini, ha trasmesso in diretta sulla pagina Facebook la Next Gen Cup, la competizione dedicata a formazioni Under18. Questo “format” ha fatto registrare ben 9.800 spettatori a partita. Una fan base di livello, se si considera che si tratta solo di settore giovanile, che comunque ha confermato l’audience crescente sui canali social: +19,8% su Instagram, +5,6% su Facebook e +4,4% su Twitter.

Per il futuro, prossimo e lontano, bisognerà focalizzarsi su alcuni punti cardine per la valorizzazione del prodotto basket. Come riuscire però ad accrescere la visibilità? Magari lanciando definitivamente un canale tematico in chiaro con un palinsesto dove poter trasmettere tutta la pallacanestro tricolore. È nei momenti di “crisi” che una scelta ritenuta avventata può rivelarsi una mossa visionaria. Abbiamo anche l’esempio piuttosto audace di Super Tennis. Il bilancio della Sportcast srl, società che gestisce il canale tematico, al 31 dicembre 2018 ha fatto segnare un valore della produzione (10.123.546,00) in crescita dal 2014, passando dal 31% al 42%. Il peso percentuale dei ricavi rispetto alla controllante si è ridotto al 68% essendo 6.863.880,00. In cinque anni di attività (2014-2018), l’ascolto medio si è tenuto sostanzialmente uguale, con un picco nel 2015 di 15.370 mentre negli anni 2017 e 2018 si è aggirato poco oltre i 14 mila spettatori.

La pallacanestro ha una fan base diversa e crediamo più ampia rispetto al tennis, quindi perché non lavorare affinché l’idea di un canale tematico sul basket diventi davvero realtà dopo averne discusso anni addietro, così da riportare la pallacanestro nelle case di milioni di appassionati che non avranno bisogno di pagare un abbonamento per guardarlo?


* per SPORTECONOMY