mercoledì 16 giugno 2021

Torna la Lazio, il basket romano rialza la testa

Un campione d'Europa e vicecampione olimpico alla base del progetto che rilancia i colori biancocelesti anche nel basket

Torna la Lazio, il basket romano rialza la testa

Con la Lazio Basketball ATG 1932, Enrico Gilardi, cresciuto con Giancarlo Asteo, vuole riproporre la filosofia tecnica del suo vecchio maestro crescendo giovani che possano affermarsi nella propria città. "L'idea è di far riscoprire a Roma un nome storico, che anche nella pallacanestro è stata una importante realtà". I colori bianconcelesti in campo fin dal 1932, la presentazione di lancio al Muro Torto, la vecchia sede della gloriosa Ginnastica Roma dove la Lazio disputò la prima partita della sua storia


di Giovanni Bocciero*



RILANCIO E IDENTITÀ. Sono queste le due parole che meglio si legano alla Lazio Basketball ATG, la nuova realtà cestistica che vuole riportare in auge un nome storico e una tradizione importante della pallacanestro romana. Tra i promotori di questo rilancio, un ex atleta biancoceleste ed emblema della romanità, ovvero Enrico Gilardi. Con la gloriosa Pallacanestro Lazio 1932 ha esordito diciottenne in serie A nel 1975, alla corte del maestro Giancarlo Asteo. Poi ha giocato per Stella Azzurra e soprattutto Banco di Roma con cui ha vinto tutto ciò che c’era da vincere: lo scudetto del 1983, la Coppa dei Campioni e quella Intercontinentale del 1984, e per finire la Coppa Korac del 1986.

«Il fatto di aver giocato nella Lazio è stato il motivo per cui sono stato contattato - ha esordito Gilardi - e mi è stato chiesto se volessi partecipare a questo progetto di rilancio e costruzione di una nuova realtà che si chiamerà Lazio Basketball ATG, acronimo di Accademia tecnica giovanile e che va a legarsi al progetto al quale ho lavorato con il Comitato FIP Lazio negli ultimi sedici anni».

Enrico Gilardi, 64 anni, nell'Italia
Basket Hall of Fame dal 2016
Gilardi nella nuova realtà ricoprirà il ruolo di general manager, mentre Luigi Capasso, con trascorsi in Virtus Roma, NPC Rieti ed Eurobasket Roma oltre che nel calcio tra Napoli e Fiorentina, sarà il presidente. Tra i soci vi è Giampaolo Bocci, figlio di Eraldo ultimo presidente della storica Lazio 1932 radiata dalla FIP nel 2005, mentre Giovanni Tassi, altro ex atleta biancoceleste ricoprirà il ruolo di team manager. Per fare chiarezza, la Lazio Basketball ATG ha rilevato il titolo della Nuova Lazio Pallacanestro, società che comunque continuerà la propria attività a livello giovanile. Eppure si è cercato di unire le forze coinvolgendo anche l’altra società della S.S. Lazio Basket, perché «la prima idea di chi si è fatto promotore del rilancio nel basket del nome Lazio - ha chiarito Gilardi - è stato quello di mettere intorno ad un tavolo entrambe le realtà, proponendo di creare un progetto comune. La S.S. Lazio Basket però non ha ritenuto interessante poter intraprendere questa strada insieme. Per cui l’unico club rimasto è stata la Nuova Lazio Pall. che si è messa a disposizione sin da subito permettendo la costituzione di questa nuova realtà».

LA LAZIO BASKETBALL ATG si affaccia sul panorama cestistico romano in un periodo piuttosto delicato, sia per la ripresa generale dell’attività post pandemia, sia per il fallimento del massimo club cittadino quale era la Virtus Roma. «Il progetto nasce dall’idea che la città di Roma possa riscoprire un nome storico come quello della Lazio, che anche nella pallacanestro è stata una importante realtà con trascorsi in massima serie. Già ci stavamo muovendo prima dello scoppio della pandemia da Covid, quindi - ha specificato l’ex giocatore che con la Nazionale italiana ha vinto l’argento alle Olimpiadi di Mosca 1980 e un oro ed un argento agli Europei del 1983 e 1985 - questa rinascita non va affatto legata al fallimento della Virtus. Come nuova realtà ci stiamo organizzando per iniziare al meglio quando tutte le attività sportive ripartiranno con l’obiettivo da una parte di rilanciare la pallacanestro a Roma, e dall’altra di rispolverare il nome Lazio che significa tradizione, e che all’interno di una città come Roma crea anche una faziosità comunque molto più forte e sentita dal punto di vista calcistico che non nel basket».

Avendo rilevato la Nuova Lazio Pall., la Lazio Basketball ATG dovrebbe disputare il campionato di serie C Silver anche se qualcosa in termini di titoli sportivi potrebbe mutare nelle prossime settimane. «Nonostante le ambizioni bisogna essere realisti, quindi - ha spiegato Gilardi - non credo saremo pronti per una serie B ma forse disputeremo una C Gold. Il bello dello sport è anche quello di conquistarsi i meriti sul campo, e non solo comprando titoli sportivi». Al di là della categoria che giocherà la squadra senior, la dirigenza biancoceleste vuole puntare fattivamente sui giovani. «Come realtà nuova non avremo da subito un vivaio ben strutturato rispetto ad altre società romane. Vogliamo però che i giovani romani siano protagonisti in una squadra della città. Negli anni abbiamo visto tante promesse andare via non per giocare in serie A, cosa che avrei accettato - ha dichiarato Gilardi -, ma soltanto per disputare campionati giovanili di livello in altre piazze. Noi ci poniamo l’obiettivo di offrire ai ragazzi l’opportunità di continuare a crescere a Roma così da creare un gruppo d’identità romana forte».

Enrico Gilardi con Mattia Palumbo
OGGIGIORNO si sente spesso parlare di nuovi progetti che si fondano sui giovani. Il problema è passare dalle parole ai fatti, ed Enrico Gilardi sa perfettamente come si fa visto il suo impegno con i centri di addestramento tecnico giovanile della FIP Lazio. «Attraverso il progetto della federazione regionale ho potuto seguire tante annate giovanili e vedere centinaia di ragazzi. Ad esempio Mattia Palumbo è un’eccellenza, ed io avrei preferito che avesse avuto l’opportunità di giocare nella massima squadra della città invece di andare a fare esperienza fuori. Certo, oggi i meccanismi intorno al basket sono cambiati, ma cercheremo comunque di offrire un’occasione ai ragazzi».

Per riuscire in questo lavoro, sarà importante mettere in rete tanti piccoli club. «Assolutamente sì, e ci proveremo attraverso l’aggregazione di questi club che magari sono meno strutturati per vari motivi senza però soffocare le loro singole identità. Le società che lavorano sui ragazzi facendo tanti sacrifici vanno rispettate - ha commentato Gilardi -, vedendogli garantiti i propri diritti di formazione. Speriamo di avere a che fare con una nuova generazione di dirigenti e allenatori lungimiranti che possano pensare che attraverso un progetto comune si può arrivare a fare il bene dei ragazzi. Così facendo sono convinto che a beneficiarne saranno anche le stesse società. Possiamo dire che al momento come Lazio Basketball ATG ci presentiamo quasi come fossimo una realtà no profit, sperando che si colga lo spirito e il concetto di questa idea senza invidia per nessuno. Ribadisco che l’obiettivo unico è quello di mettersi a disposizione per la crescita dei ragazzi. A me piace dare indietro quello che ho ricevuto dalla pallacanestro, e credo che la migliore soluzione per poterlo fare sia quello di mettersi al servizio dei più giovani».

All'avversario della Jollycolombani di Forlì, non resta che
guardare l'appoggio a canestro di Enrico Gilardi
IL NUOVO CORSO della Lazio Basketball ATG è stato presentato ufficialmente il 5 giugno nella sede della Ginnastica Roma, data e luogo storici avendo la Lazio nel 1932 disputato proprio al campo del Muro Torto la prima partita ufficiale. Eppure il neonato club è ancora alla ricerca di una ‘casa’ in città. «La situazione a Roma è delicata perché non vi sono strutture dove poter giocare la serie A, e le altre sono poche. Ad esempio per giocare al PalaEur ci vogliono 20 mila euro a partita, il che rappresenta un vero harakiri economico-finanziario per chiunque. Per questo, per adesso, la nostra casa madre è Riano. Siamo però in trattativa - ha rivelato ancora il nuovo general manager biancoceleste - con alcune strutture cittadine per poter fare attività dentro Roma. Ma potremo parlarne solo quando avremo definito gli accordi che stiamo per stipulare. Tutto ciò augurandoci di avere a disposizione il PalaTiziano nel giro di qualche anno».

Una domanda però è più che legittima, ovvero dove si posizionerà la nuova realtà laziale nel panorama cestistico della capitale? «Nel rispetto di tutte le società che gravitano su Roma, ci poniamo con la consapevolezza che tranne la Stella Azzurra e l’Eurobasket che si sono guadagnate sul campo la stima di tutti, nessuno ha le potenzialità di sostegno e spinta che ha una società che si associa al mondo Lazio - ha risposto Gilardi -. Vogliamo ricreare l’identità biancoceleste, ciò vorrà dire che giocare con la Lazio tornerà a significare di aver giocato per una società importante della città. E sono convinto che il nome Lazio può diventare un veicolo d’immagine prestigioso e positivo in maniera trasversale».

L’attività della Lazio Basketball ATG inizierà senza l’affiliazione alla Polisportiva Lazio, cosa di cui al momento può fregiarsi la S.S. Lazio Basket che milita nel campionato di Promozione. Ma Gilardi è stato chiaro anche a tal proposito: «Vogliamo lavorare con grande umiltà ma con la decisa convinzione in ciò che facciamo. E riguardo ad una futura affiliazione, ambiamo a questa opportunità ma vogliamo essere valutati per il lavoro che svolgeremo da qui a tre anni». Come si può ben capire, la storia della Pallacanestro Lazio 1932 è rivendicata da più società. Per questo è anche lecito domandarsi se in futuro si vorrà riabilitare lo storico codice FIP del club radiato nel 2005. «Posso affermare che non rientra tra le nostre intenzioni - ha risposto deciso Gilardi -, perché vogliamo riproporre la storia della Lazio ma attraverso un percorso del tutto nuovo. Il progetto prevede massima serietà e soprattutto dignità. E non sarà di certo un codice che ci identificherà per quello che siamo, e che vogliamo essere».



* per la rivista BASKET MAGAZINE

Basket Minors. Ale Gentile torna alle origini, nella sua Maddaloni partitella tra amici

Basket. L'Olympia Maddaloni ha ospitato Alessandro Gentile per una partita tra amici

Lo sport è vita, aggregazione, inclusione, amicizia. Quante volte avete pronunciato o solo sentito dire queste affermazioni. Magari ai più suona addirittura come uno slogan vuoto, come quella pubblicità vista e rivista in televisione. Nulla di più sbagliato. Davvero. Capita che una sera del mese di giugno, nonostante le difficoltà che ormai tutti stiamo vivendo in questo periodo di Covid, un gruppo di amici ancora riesca a riunirsi in palestra per il solo gusto di giocare a pallacanestro. Il campionato di Promozione al quale sono iscritti non è stato disputato, eppure da febbraio i ragazzi dell'Olympia Basket Maddaloni non smettono di allenarsi. Per il gusto di farlo appunto, di sentire il pallone rimbalzare, per ascoltare il 'ciuff' ad ogni canestro, e non importano la fatica, il sudore e i sacrifici da fare per stare lì, in palestra.

Tra gli amici di questi ragazzi, compagno d'infanzia e soprattutto di squadra quando ancora si giocava a livello giovanile, c'è anche Alessandro Gentile. E allora è un attimo. Tra amici di lunga data ci si sente e ci si messaggia ancora. Alessandro ora è a casa perché ha deciso spontaneamente di finire anzitempo la stagione agonistica dopo aver contratto il Covid in quel di Madrid, dove stava giocando con l'Estudiantes. E allora un messaggio per chiedere come stai, presto si tramuta in un invio a fare allenamento. L'ok di Alessandro avvia un tam tam tra gli amici che vede presto unirsi anche Domenico Marzaioli, in forza da due anni alla Scandone Avellino.

Tutto organizzato dunque, appuntamento come da routine al PalaFeudo, la palestra della scuola elementare Brancaccio dove ha avuto inizio l'escalation dell'allora Artus Maddaloni. Neanche a dirlo che tra i venti ragazzi in campo tutti vantano un'esperienza in quello che all'inizio degli anni 2000 era uno dei più floridi vivai della regione Campania e del Sud Italia. Venti ragazzi compresi tra i 35 e i 21 anni - tra i quali anche Francesco Della Peruta e Ivano Ragnino che hanno indossato nelle ultime stagioni la casacca della Pall. San Michele Maddaloni tra serie B e C Gold - e che insieme contano la partecipazione a ben 5 Finali nazionali, ovviamente di diversa categoria ed annata, e svariati altri titoli a carattere regionale.

Tra crossover, tiri dai nove metri, passaggi no-look, difese dure, sorrisi, pacche sulle spalle e sfottò mai così ben accetti, è andata in scena un'amichevole spettacolo con l'assenza purtroppo del pubblico, in rispetto di quelle che sono le disposizioni anti-Covid. Ma siam convinti che qualche giocata avrebbe strappato applausi a scena aperta. Insomma si è svolta una serata di divertimento, che si è avvicinata a quella normalità che da mesi ormai ci sembra solo un lontano ricordo, inseguendo quella innata passione per la pallacanestro. Ma soprattutto tra amici veri. L'Olympia Basket Maddaloni è nata proprio fondandosi su questi valori. E poco importa la categoria, l'importante è sentire sempre il rumore di quel pallone che rimbalza.