Omegna dominatrice ha fatto bis
Flop doloroso per le corazzate Caserta e San Severo
di Giovanni Bocciero*
LA
FINAL EIGHT di Coppa Italia ha permesso di veder giocare tutte insieme le
regine del campionato di serie B. Le prime della classe chiamate non solo a
contendersi il primo grande obiettivo della stagione, ma anche a rispondere
presente a quello che è stato il primo banco di prova in prospettiva della
Final Four per la promozione in A2. Insomma, tra Porto Sant’Elpidio prima e
Porto San Giorgio poi è andata in scena una kermesse dalla quale poter trarre
delle considerazioni di metà stagione.
Il
tabellone presentava dai quarti di finale gli incroci tra gironi A-C e B-D, e i
risultati sono stati sorprendenti sin da subito. Si può dire che il Nord ha
surclassato nettamente il Sud, visto che neanche una formazione dei
raggruppamenti meridionali è riuscita ad approdare in semifinale. Se i
pronostici sono stati rispettati nel caso di Cesena, che ha fatto durare il
tempo di una gara l’esperienza di Salerno, mentre la detentrice del trofeo
Omegna è uscita vittoriosa dalla sfida contro Pescara; le eliminazioni di San
Severo contro Firenze e Caserta contro Faenza hanno visto estromesse due grandi
favorite alla vittoria finale. Risultati che in due piazze molto calde sono
stati accompagnati da forti critiche.
I
FLOP. Indubbiamente le eliminazioni precoci delle due capolista dei gironi C e
D possono essere visti come degli enormi flop. In virtù di questi risultati una
parte di entrambe le tifoserie hanno colto l’occasione per criticare squadra e
società. Nel caso della Decò Caserta, si è resa protagonista di una prestazione
molto al di sotto delle proprie potenzialità. Merito di sicuro anche di una
Rekico Faenza coriacea e determinata, ma se questo era il primo banco di prova
per la corazzata bianconera possiamo senz’altro dire che Biagio Sergio e
compagni sono stati rimandati a giugno. Qualcuno ha ipotizzato che sia mancata
un po’ di umiltà, forse a causa del cammino piuttosto lanciato in campionato
con sole due sconfitte nei 23 match giocati. Fatto sta che davvero la
Juvecaserta è stata irriconoscibile.
Ciro Santangelo/S.C.Juvecaserta Decò |
Troppo confusionaria, mai in ritmo
partita, e alla fine ha addirittura alzato bandiera bianca ben prima della
sirena finale. Insomma, una pagina da cancellare al più presto. Coach Max
Oldoini è stato piuttosto chiaro nella conferenza stampa del post partita,
gettando acqua sul fuoco nonostante il grande rammarico: “Non dobbiamo farne un dramma. Fino a questo punto della stagione la
squadra ha espresso un’ottima pallacanestro”.
Per
l’Allianz Pazienza San Severo la sconfitta ai quarti di finale ha rappresentato
un flop ancora più grande. Non a caso i pugliesi arrivavano nelle Marche da
unica squadra della cadetteria ancora imbattuta, ma ha trovato sul suo cammino
una All Food Fiorentina combattiva, che si è aggiudicata la gara nella volata
finale prendendosi la rivincita del quarto di finale dello scorso anno. Essere
stati eliminati al primo turno ha dato il là alle sonore critiche di una parte
dei supporters che hanno sempre più meno fiducia nella squadra, che ha fallito
il terzo appuntamento importante consecutivo dopo la Coppa Italia 2018 e la
Final Four promozione dello scorso giugno. Si tratta anche di un altro boccone
amaro da buttar giù per coach Giorgio Salvemini, che nelle ultime due stagioni
ha portato San Severo ad avere un ruolino di marcia fatto da 56 vittorie a
confronto delle sole 10 sconfitte. Si vede però che non basta per raggiungere
gli obiettivi, e per questo se sono riaffiorato alcuni brutti ricordi sarà il
caso di ritornare in fretta in palestra per resettare il tutto. A prendere le
difese della squadra c’ha pensato il presidente Amerigo Ciavarella in persona: “Non nascondiamo la delusione per questa
sconfitta, ma adesso non è il momento di disunirsi ma imparare dagli errori”.
LA
FINALE. Le semifinali hanno avuto risultati più netti, con Cesena che ha
surclassato Faenza nel derby tutto romagnolo trascinata dal solito David Brkic,
e Omegna che con lo statuario Jacopo Balanzoni ha disinnescato Firenze. E così
le sopravvissute giunte sino al terzo giorno della competizione sono state la
Paffoni Omegna e l’Amadori Cesena, qualificatesi da prime nel rispettivo girone
e che hanno rispettato il pronostico. Oltretutto due squadre dalla storia e
tradizione molto differente. La Fulgor è ormai un club consolidato a livello
nazionale, che ha già vinto la Coppa Italia della Lnp ed ha tutte le carte in regola
per ritornare in A2. I Tigers sono invece una società nata solo nel 2014, sin
da subito con grandi ambizioni, e che dall’estate scorsa si sono trasferiti da
Forlì a Cesena per motivi d’impiantistica.
Pronti
via, il primo quarto ha visto le formazioni studiarsi e così a risentirne è
stato il punteggio piuttosto basso. Già a partire dalla seconda frazione però,
Omegna ha fatto valere la miglior struttura del roster e con gli spunti del
veterano Carlo Cantone si è involata sulla doppia cifra di vantaggio all’intervallo.
Nella ripresa nonostante qualche sussulto dell’Amadori il pallino del gioco è
stato sempre nelle mani della Paffoni, che ha toccato addirittura le venti
lunghezze di vantaggio. Hanno chiuso la pratica i canestri di Alessandro Grande
e Guido Scali, votati rispettivamente Mvp e miglior giovane della competizione.
Per
il club piemontese il binomio Coppa-Marche evidentemente porta bene, visto che
per il secondo anno consecutivo ha vinto la Coppa Italia di categoria che lo
scorso anno si giocò a Jesi e in questo a Porto San Giorgio. Ha vinto al
cospetto di un Cesena che c’ha provato ma non è riuscito a guastargli la festa.
Il coach dei romagnoli Giampaolo Di Lorenzo ha lasciato ai social il suo
messaggio più sincero: “Mi piace pensare
che siamo i vice campioni d’Italia. Complimenti di cuore alla Fulgor Omegna, ma
siamo solo all’inizio del nostro cammino. Siamo stati grandi”.
LA
VINCITRICE. Ad Omegna la pallacanestro si pratica sin dagli anni ‘30, anche se
la Fulgor Basket nasce ufficialmente nel dopoguerra (1953). Sin da subito vince
campionati in serie e nel 1962 festeggia la promozione in massima serie. La
mancanza di un palazzetto all’altezza fece incredibilmente cessare l’attività,
che riprese a macinare a pieno regime nel ‘78. Ripartita dalle minors la Fulgor
si è riaffacciata in B1 nel 2006. La mancanza di fondi stava per far scomparire
di nuovo il club, e così i tifosi diedero vita ad un azionariato popolare
raccogliendo 30 mila euro. Una cifra irrisoria, ma quel gesto d’amore fece
avvicinare alla società l’imprenditore Ugo Paffoni che segnerà la storia
recente. Nel 2012 Omegna si cuce in petto la prima coccarda tricolore, seguita
dal bis 2018-2019. Coach Marcello Ghizzinardi ha riposto un altro trofeo nella
bacheca del club, ma l’obiettivo primario resta quello della promozione in A2.
Il rapporto con la società è forte, ed ha tra le mani un roster lungo e
completo che si fonda sul giusto mix tra veterani e giovani prospetti. Il
girone A è piuttosto competitivo e sono diverse le formazioni che ambiscono al
primo posto, ma la Paffoni ha tutto per primeggiare.
Quarti
di finale
Amadori
Cesena – Arechi Salerno 59-56
Decò
Caserta – Rekico Faenza 62-72
Paffoni
Omegna – Amatori Pescara 73-70
Allianz
Pazienza San Severo – All Food Fiorentina 64-66
Semifinali
Amadori
Cesena – Rekico Faenza 75-50
Paffoni
Omegna – All Food Fiorentina 79-68
Finale
Amadori
Cesena – Paffoni Omegna 72-81
Vincitrice
Coppa Italia serie B: Paffoni Omegna
Mvp:
Alessandro Grande (Omegna)
Miglior giovane: Guido
Scali (Omegna)* per la rivista BASKET MAGAZINE