sabato 23 novembre 2019

Basket serie A2. Su la testa: Caserta e Napoli

Protagonista in serie A in tante delle stagioni precedenti, la regione riparte con due squadre che, nel torneo cadetto, si affiancano a Scafati

Napoli e Caserta piazze storiche, torna la Campania

Dopo il fallimento di Avellino, che riparte dalla serie B, le due squadre, dopo 'promozioni' diverse, si riaffacciano guidate da Pino Sacripanti e da un'icona come Nando Gentile


di Giovanni Bocciero*



UNA NUOVA STAGIONE si sta aprendo per la Campania dei canestri, sotto ogni punto di vista. Sicuramente ha colpito l’esclusione dalla massima serie della Scandone Avellino, che proprio all’ultimo giorno si è potuta presentare all’avvìo della serie B superando il blocco del mercato causato dal lodo esecutivo per le commissioni di Norris Cole ed altre azioni legali. Ma, mentre in Irpinia hanno di che soffrire dopo le ultime ambiziose annate - e augurandosi tempi migliori -, ritornano sul palcoscenico dell’A2 sia Napoli che Caserta. Percorsi differenti e soprattutto “promozioni” diverse, ma quel che conta è che la Campania dei canestri può ritornare a fare affidamento su due piazze storiche, che affiancheranno nel secondo campionato nazionale l’ormai consolidata Scafati.

UNA NAPOLI NUOVA DI ZECCA. La formazione del capoluogo di regione ritrova la serie A2 ad appena un anno di distanza dalla retrocessione in serie B, e soprattutto ritrova come impianto di gioco il PalaBarbuto. Dopo essere stata costretta ad esiliare al palasport di Casalnuovo, la GeVi Napoli Basket è tornata a giocare in città ma ha avuto un inizio di campionato più che tribolato. A pagarne immediatamente le spese è stato il coach, Gianluca Lulli, reo di non essere stato capace di compattare la squadra nelle prime due gare con relative sconfitte. Per il nuovo corso il presidente Federico Grassi non ha badato a spese, e così dopo aver acquistato il titolo sportivo di Legnano ha sottolineato l’ambizione della società facendo firmare un contratto triennale al tecnico Pino Sacripanti, di ritorno in Campania per la terza volta dopo le esperienze a Caserta prima (2009/13) e ad Avellino poi (2015/18).
Terrence Roderick, il 'Maradona' del basket napoletano in azione
Ambizione del presidente rimarcata con la costruzione della squadra, in cui tassello dopo tassello ha sempre più impreziosito il mosaico azzurro. Il quintetto è di prim’ordine, con il miglior straniero che l’A2 abbia mai visto in Terrence Roderick; il playmaker Diego Monaldi prelevato dalla serie A; due solide ali come Daniele Sandri e Stefano Spizzichini; e il centro statunitense Brandon Sherrod anche lui rodato in questo campionato ma subito messo in discussione dal neo coach che come primo rinforzo ha proprio chiesto un lungo. Ad impreziosire la panchina invece, c’è l’esterno Massimo Chessa.
La squadra assemblata è assolutamente da playoff, se non di più, e quest’anno avrà anche un palazzetto all’altezza. Grazie all’Universiade disputata a Napoli nel mese di luglio scorso, il PalaBarbuto è stato messo a nuovo. Dagli spalti al parquet passando per gli spogliatoi, la struttura che sorge difronte allo storico PalaArgento vivrà una seconda vita, offrendo ben altri servizi al pubblico. Nonostante ciò non mancano alcune carenze, come ad esempio i tabelloni elettronici noleggiati per la kermesse internazionale invece di essere acquistati, e dei quali sembra essersene fatto carico la stessa società. Certamente con queste premesse non dovrebbe essere complicato raggiungere il tutto esaurito ad ogni gara, visto che soltanto tre anni fa (la stagione della promozione sul campo in A2, ndr) l’impianto di viale Giochi del Mediterraneo era strapieno. A dimostrazione che il popolo napoletano è sì innamorato del “pallone” ma è anche affezionato alla palla a spicchi. Il tutto però è direttamente proporzionato ai risultati e all’atteggiamento dei giocatori, come già è stato dimostrato con l’esonero di Lulli.
Passando a faccende che riguardano esclusivamente il campo, invece, il veterano e capitano Francesco Guarino ha espresso la voglia di regalare la vittoria di un campionato alla città di Napoli, così come Roderick ha forse l’ambizione di consacrarsi definitivamente al basket che conta, dopo che proprio in terra campana (ad Agropoli nella stagione 2015/16, ndr) ha iniziato a far brillare la propria stella.
Inoltre, cosa da non sottovalutare, già dalla passata stagione il club azzurro si sta ramificando sul territorio per avviare un intrigante progetto che riguardi il settore giovanile. Alla base vi sono partnership con diverse altre società e soprattutto si è dato il via anche ad un reclutamento che guarda fuori regione. Un ottimo progetto che avvalora ancor di più la bontà del nuovo percorso cestistico avviato l’anno scorso a Napoli dal presidente Grassi. Sperando che l’intero ambiente non rimanga nuovamente scottato dalle alte ambizioni.

CASERTA TORNA A SORRIDERE. All’ombra della Reggia di Caserta è stata vissuta un’estate sui generis, ma per una volta c’è stato il lieto fine soprattutto dopo la grande delusione della passata stagione agonistica. La JuveCaserta dopo aver dominato la regular season ed esser stata poi estromessa amaramente dai playoff di serie B, ha provveduto ad un vero e proprio restyling della squadra. Via coach Massimiliano Oldoini, indicato anche ingiustamente come capro espiatorio del fallimento, si è dato il benvenuto ad una bandiera della squadra che vinse lo scudetto del 1991 come Nando Gentile. Il campionissimo di Tuoro (piuttosto attivo nelle ultime due stagioni affiancando progetti di società minori della città, ndr) ha accettato la missione di riportare il club bianconero lì dove merita, ma la tifoseria che subito si era stretta intorno al nuovo condottiero considerato più di un semplice allenatore a Pezza delle Noci non ha fatto mancare diverse critiche dopo l’inizio negativo. Dimenticando che Caserta era stata costruita per la serie B ed è stata costretta a modificare il roster in corsa, epurando quei giocatori che dall’oggi al domani non facevano più al caso del progetto tecnico.
Nando Gentile è tornato a casa come allenatore
Nonostante il destino abbia cambiato le carte in tavola, con l’Amatori Pescara che ha alzato bandiera bianca difronte al controllo della Com.Te.C. così da aprire le porte del ripescaggio in A2 alla JuveCaserta, la dirigenza ed in particolare l’amministratore delegato Antonello Nevola non si sono fatti trovare impreparati. La strategia di mercato, come detto, è inevitabilmente cambiata, eppure la dirigenza è stata capace di ingaggiare quattro giocatori di altissimo spessore per il secondo campionato nazionale come il play Marco Giuri fresco campione d’Italia con la Reyer Venezia e già beniamino del tifo casertano dopo le sue due stagioni a Caserta (2015/17); gli americani Isaiah Swann e Michael Carlson; e infine la ciliegina sulla torta rappresentata da quel Marco Cusin a lungo inseguito e alla fine convinto a scendere in A2 dopo dieci stagioni consecutive in massima serie. Sembrava tutto apparecchiato per la stagione del ritorno, con l’obiettivo adesso spostato verso una salvezza tranquilla magari togliendosi qualche piccola soddisfazione. Ma a Caserta tendenzialmente non si può mai stare tranquilli.
Due gli incidenti di percorso che stanno influenzando l’inizio di campionato della squadra di coach Gentile. Ai principi di agosto lo sponsor principale Decò ha fatto sapere che non avrebbe proseguito la partnership iniziata appena dodici mesi prima, e così la dirigenza con a capo il presidente onorario Gianfranco Maggiò si è subito attivata per reperire le risorse necessarie a sostenere la stagione. Mentre scriviamo, purtroppo, non ci sono novità positive in tal senso e sembra che la stessa amministrazione comunale ha affiancato il club per dare vita ad una rete di imprenditori che possano sostenere e supportare l’attività della JuveCaserta. Aspettiamo come evolverà la situazione sperando che alla fine qualcosa si stringa e non restino soltanto le parole. La seconda riguarda gli infortuni occorsi a Swann e Carlson. Notizie che hanno gettato un po’ nello sconforto la tifoseria, che aveva approvato all’unanimità l’ingaggio soprattutto del primo, ma che non hanno placato le critiche per le prime sconfitte in campionato. Nevola ha scandagliato il mercato in cerca del miglior sostituto possibile di Swann, ed ha messo sotto contratto un fuoriclasse come Seth Allen. Esterno più play che guardia che nonostante fosse ancora in fase di ambientamento ha già dimostrato di possedere abilità incredibili. E dopo aver giocato in Ungheria e Lituania, sembra pronto ad affermarsi nel nostro paese.
In tutto ciò è fondamentale una cosa, che il pubblico torni ad assieparsi sulle tribune del PalaMaggiò. Purtroppo è lecito dire che il tifo bianconero ha saltato il ricambio generazionale, perché sugli spalti sono pochi i padri insieme ai figli, e sono tanti o forse troppi i tifosi appartenenti alla fascia d’età mediamente molto alta. E che per di più sono pronti a giudicare al primo passo falso. Parte di essi devono però capire che la JuveCaserta è comunque una neopromossa, e che quest’anno deve avere un solo obiettivo: salvarsi il prima possibile.

LA “SOLITA” SCAFATI. A completare il tris di squadre campane in A2 c’è la onnipresente Scafati del patron Nello Longobardi, sanguigno come non mai. Il presidente scafatese non ha voluto ascoltare le sirene avellinesi per un possibile trasferimento del titolo, così come non ha voluto lasciare il club per un possibile ingresso in società alla Virtus Roma. Troppo innamorato del suo Scafati Basket che sta disputando il sesto campionato consecutivo di serie A2.
JJ Frazier a colloquio con Ion Lupusor
La formazione gialloblu è ripartita da uno zoccolo duro di giocatori come Claudio Tommasini, Marco Contento e Niccolò Ammannato. Sono ritornati Nicholas Crow e Ion Lupusor, e sono stati ingaggiati JJ Frazier che sarà il play con punti nelle mani, e Raphiael Putney ala di ritorno in Campania dopo l’esperienza a Caserta nel 2016/17. Come ogni anno Scafati appare solida e ben assemblata, ed ha tutte le potenzialità per poter disputare un campionato al di sopra della media. Non a caso ha preso parte alla Final Four di Supercoppa. Ma il patron Longobardi dopo le due sconfitte esterne arrivate all’esordio a Bergamo (del tutto rocambolesca con tiro da oltre la metà campo, ndr) e a Trapani, ha prima richiamato l’attenzione sospendendo gli stipendi e poi ha sollevato dall’incarico il tecnico Giulio Griccioli. Una scossa che servirà a scuotere l’intero ambiente soprattutto con il ritorno in panchina di coach Giovanni Perdichizzi, alla terza esperienza a Scafati dal 2015.



* per la rivista BASKET MAGAZINE. Articolo chiuso il 25 ottobre 2019