Portato in Italia da Tortona, con Orzinuovi ed ora a Cantù si è imposto conquistando, con la cittadinanza, anche l'azzurro
Basile e la leggenda del bisnonno pescatore
Dall'emigrazione nel Wisconsin dell'avo palermitano, alla crescita in una grande famiglia di cestisti, all'incontro con Riccardo Fois che gli ha proposto un futuro da italiano. L'esordio da protagonista nel successo di Reykjavik della nazionale gli ha cambiato la carriera e propone nuovi interessanti scenari al club canturino. «Felice di aver ritrovato Brienza, orgoglioso della maglia azzurra». Ala forte o centro, punta sulla sua versatilità. «Posso migliorare, non è questo il momento di porsi limiti»
di Giovanni Bocciero*
SOLTANTO LO SCORSO MESE di ottobre si
è aggiudicato il premio di Mvp straniero del campionato di serie A2 indossando
la casacca di Cantù. Avendo però esordito nell’ultima finestra Fiba per le
nazionali con la maglia azzurra, è diventato a tutti gli effetti italiano.
Grant Basile è senza dubbio il cestista più chiacchierato di questo periodo in
Italia. E con ragione, visto che può essere tanto utile alla nostra nazionale.
Come ha già ampiamente dimostrato.
Innanzitutto però, va assimilato
quanto prima l’italiano. «Lo sto imparando - ha detto ridacchiando il diretto
interessato -, ma è difficile per me coniugare in maniera veloce i verbi. Cerco
di ascoltare il più possibile e lo capisco se mi parlano piano. A tutti i
tifosi posso solo dire che mi sto impegnando tanto per affrettare i tempi, ma
devo ancora continuare a migliorare».
Proprio come sul parquet, perché Basile ha l’ambizione di diventare la miglior versione di sé stesso lungo i 28 metri per 15. «Ogni volta che avrò l'opportunità di giocare per la nazionale penso che sarà un onore. È qualcosa che spero di continuare a fare con grande soddisfazione. In Italia voglio scalare ogni vetta, e per adesso la priorità è vincere il campionato di A2. Sarebbe fantastico riuscirci, e vedere cosa mi aspetta l'anno prossimo. L’obiettivo è diventare il miglior giocatore che posso essere, così da aiutare i miei compagni a diventare una squadra vincente».
Provando a guardare già al futuro, questo
gli varrà tanto per la nazionale quanto per il club. Una cosa è certa, lo potrà
fare da giocatore italiano, uno status che cambierà completamente la sua
carriera da adesso in poi. «Sì, certo. Ovviamente è di grande aiuto essere
considerato e poter giocare da italiano. Sarà di sicuro molto utile per il
prosieguo della mia carriera».
AVVOLGIAMO IL NASTRO DELLA STORIA. Il
bisnonno Nicola, umile pescatore palermitano, circa un secolo fa emigra negli
Stati Uniti e si stabilisce nel Wisconsin. La pallacanestro diventa subito lo
sport di famiglia. Il nonno Gianluca si appassiona e si cimenta a fare l’allenatore.
Papà Michael e mamma Lisa ci giocano, e quando il padre smette inizia anche lui
ad allenare. Grant, che ha tre sorelle - di cui una gemella - e un fratello, ne
segue le orme.
All’high school si ritrova proprio il
papà come coach, che lo instrada anche se sembra non ce ne fosse bisogno.
Infatti l’adolescente Grant si fa subito notare con la sua Pewaukee. Vince due
titoli interstatali chiudendo le stagioni con una doppia doppia di media: prima
13.6 punti e 11.5 rimbalzi, poi 24.9 e 15. Piazza anche una incredibile
prestazione da 29 punti e 23 rimbalzi, con tanto di canestro della vittoria,
contro la Whitnall di un certo Tyler Herro.
Sbarca al college, va alla Wright
State in Ohio, e in tre anni fa lievitare sempre di più le sue statistiche personali,
contribuendo fattivamente alla storica qualificazione dei Raiders al primo
turno del torneo Ncaa. Arriva però la sconfitta per mano di Arizona, nel cui
staff tecnico c’è l’italiano Riccardo Fois. È questo il crocevia che apre nuovi
orizzonti a Basile. Fois dal 2012 è negli Stati Uniti, diventa coach analist di
Gonzaga e nel 2017 entra a far parte dello staff dell’Italia guidata da Ettore
Messina con il duplice quanto strategico ruolo, per conto della Fip, di
osservatore in America di giocatori dalle origini italiane.
Nel post partita i due parlano, il
tecnico gli propone la possibilità di vestire l’azzurro che all’atleta
stuzzica. È forse il colpo di fulmine. Vengono avviate le pratiche per ottenere
la cittadinanza italiana, e nell’estate del 2023, dopo essere arrivato a
Tortona, ha avuto il primo vero contatto con l’Italbasket. Ha infatti disputato
le due amichevoli con il Green Team di coach Edoardo Casalone in Spagna, contro
la selezione iberica. Due prestazioni da 19 punti e 11 rimbalzi.
E 19 sono stati anche i punti
realizzati all’esordio assoluto con la nazionale maggiore nell’impegno
ufficiale contro l’Islanda a Reykjavik. Una prima che da regolamento gli ha
fatto acquisire lo status di italiano, pur non avendo la formazione classica
che si guadagna attraverso il percorso del settore giovanile. Ma soprattutto un
numero, il 19, che si ripete, e che neanche a farla apposta è il giorno della
sua nascita.
UN SEGNO DEL DESTINO. «Sinceramente
non me ne sono reso neanche conto - ha riflettuto l’italoamericano, che ovunque
gioca indossa il numero 21, disponibilità permettendo -. Certo che è una cosa
pazzesca, pensandoci adesso. Posso solo dire che con il Green Team è stata una
bellissima esperienza. È stato fantastico poter conoscere e giocare con alcuni di
quei ragazzi. L’ambiente in cui si gioca permette che succedano cose inaspettate,
e per quanto riguarda la ricorrenza di quel preciso numero, dico che
semplicemente a volte le cose funzionano perfettamente».
Nella pallacanestro moderna, Basile è
considerato un lungo che può destreggiarsi tra l’ala grande ed il centro, sia
perché è capace di aprire il campo con il tiro dall’arco, sia perché ha la
stazza per marcare i lunghi avversari. Ma se glielo si chiede, risponde che «è probabilmente
una delle cose migliori del mio gioco. Almeno credo. Il fatto di poter ricoprire
entrambi i ruoli, a seconda dell'incontro, degli abbinamenti e in base alle
situazioni, mi rende versatile. È qualcosa in cui eccello».
Si può dire che è dunque la
versatilità la tua miglior qualità? «Penso proprio di sì. Come ho detto, è una
grande abilità essere in grado di giocare sia dentro che fuori dall’area.
Questo fa sì che le difese debbano fare fatica a capire come vogliono difendere,
se decidere di marcarmi sul tiro oppure se scegliere di cambiare per evitare la
penetrazione. Saper fare un po' di tutto in base alla zona del campo in cui mi
trovo, è fondamentale».
Grant è un ragazzo semplice, ha la
testa attaccata al collo e lo sguardo ben puntato sui suoi obiettivi. Come lo
si vede, così è. Non ha infatti nessun talento nascosto. «Penso che in campo, ripeto,
sono semplicemente un giocatore versatile in grado di fare un po' tutto, che si
allena molto. Fuori dal campo invece, guardo tanta pallacanestro per apprendere
e capire il più possibile. Non ho davvero abilità nascoste».
Se del ct Gianmarco Pozzecco apprezza
la schiettezza, e soprattutto la sintonia che crea con i giocatori per il suo
passato con le scarpette ai piedi, un comun denominatore della ancor
primordiale avventura italiana di Basile è senz’altro coach Nicola Brienza. Il
tecnico lo ha infatti prima allenato a Pistoia, ad inizio della passata
stagione, mentre quest’anno lo ha fortemente voluto con sé nell’esperienza a
Cantù. Pur spendendo un tesseramento da straniero.
«Lui è fantastico, è stato grandioso
per me - ha detto con grande entusiasmo l’italoamericano - poter giocare per
qualcuno con cui ho avvertito sin da subito grande familiarità. L'anno scorso è
stato un anno molto duro, tanto che ho giocato per quattro squadre diverse». La
stagione l’ha iniziata prima da aggregato a Tortona, poi è stato mandato in
prestito a Pistoia. Poche fugaci apparizioni e il resto dell’anno l’ha
trascorso ad Orzinuovi. Infine ha concluso nella lega estiva canadese con i
Saskatchewan Rattlers.
«Questo ha rappresentato una sfida per
me. Non avere stabilità è stato difficile. Però adesso è molto bello aver
ritrovato un allenatore come Brienza. Stiamo parlando di uno dei migliori tecnici
presenti in Italia, e non è un caso che abbia vinto proprio il premio di coach dell'anno
nella passata stagione. È un allenatore dal grande talento, ed è fantastico poter
giocare per lui».
LA SCELTA DI CANTÙ è stata ponderata attentamente dal giocatore e dal suo entourage. Tortona c’ha investito dall’inizio, e l’estate scorsa gli ha anche proposto un rinnovo del contratto. Cosa che per la verità sarebbe stato automatico se Basile avesse ottenuto lo status di italiano a giugno 2024. Forse il club piemontese sperava che ciò accadesse, e invece c’è stato bisogno di aspettare il mese di novembre. Di firmare ed essere mandato in prestito, seppur in serie A, non ne voleva sapere il ragazzo. Allettato da una sistemazione stabile, così come ci ha detto qualche riga più su.
E allora ecco che nel frattempo si è
presentata Cantù, che ha deciso di puntarci forte proponendogli un ruolo da
protagonista in una squadra di altissimo livello che ambisce alla promozione. E
che adesso, vedendo lo status di Basile cambiare, può addirittura rafforzarsi
sul mercato individuando uno straniero che può diventare la ciliegina sulla
torta.
Sicuro è che Grant in Italia si sente
a casa, e forse non solo per le sue radici. Da famiglia numerosa, ha scherzato
sul fatto che il Natale lo festeggiava con cento persone a tavola,
sottolineando quella tradizione tutta italiana. In campo, invece, porta
quell’etica del lavoro appresa sin da giovanissimo agli ordini del padre-coach.
Ma soprattutto, cerca di trasmettere ai compagni quella leadership che ne ha
fatto addirittura materia di studio in un master frequentato all’università di
Blacksburg.
Ma la Nba è un tuo obiettivo? «Penso che in questo momento la priorità è continuare a scalare il basket europeo - ha tagliato netto Basile -. Ho ancora molta strada da fare, ma non voglio pormi limiti a dove posso giocare. Adesso è fondamentale per me cercare di trovare il modo per vincere la serie A2 e, poi spero, riuscire ad avere un impatto in massima categoria. È in questo modo che voglio salire di livello come giocatore».
L'UOMO NUOVO
Nato il 19 aprile del 2000, a Pewaukee, nel Wisconsin, Grant Basile è un lungo dinamico e alquanto atletico di 206 cm per 107 kg. Portato in Italia da Tortona nella primavera del 2023, lo scorso anno ad Orzinuovi ha viaggiato a 20.9 punti, 9.7 rimbalzi e 1.7 stoppate in 21 presenze tra regular season e fase ad orologio. Quest’anno, sempre in serie A2, gioca per Cantù, ha 18.4 punti con il 60% da 2 ed il 36% da 3, 6.4 rimbalzi e 1.3 assist di media. Nell’ultimo anno di Ncaa, con Virginia Tech, ha avuto 16.4 punti e 5.4 rimbalzi a partita, facendo registrare due gare consecutive da 30 punti e addirittura tre in stagione, diventando il primo Hokie a riuscirci.
*per la rivista Basket Magazine