martedì 6 settembre 2016

L'Italia è un trampolino? Dieci anni di "scelte"

Dal Draft alla Serie A: storie di successi e fallimenti
L'Italia è un trampolino? Dieci anni di "scelte"
Marcus Thornton vuole sfruttare l'anno con Pesaro per convincere i Boston Celtics a restituirgli la NBA ma non sarà facile; ce l'ha fatta Christon mentre sono state ignorate stelle come Lynn Greer e Rakim Sanders


di Giovanni Bocciero*

L’arrivo a Pesaro di Marcus Thornton, 45esima scelta al Draft NBA del 2015, è stato definito dagli addetti ai lavori come un autentico colpo del mercato estivo della Lega A. Il classe 1993 è un playmaker realizzatore che, per il fisico possente che si ritrova, qui in Italia potrà anche giocare da guardia aggiunta. La sua carriera alla William & Mary è un crescendo: al primo anno viene selezionato per il rookie team, da sophomore per il second team, mentre negli ultimi due anni per il first team con il premio di player of the year della Colonial Conference quando era senior.
MARCUS THORNTON ALLA WILLIAM & MARY
Questo fa sì che dal venir considerato semplicemente uno dei top giocatori delle Mid-major vada affermandosi come un vero e proprio prospetto NBA. Inoltre ha guidato per due volte la propria università alla finale del Colonial Tournament, perdendo in entrambe le volte così da mancare l’accesso al Torneo NCAA. Lo può confortare, però, il fatto di essere stato nominato sempre per il miglior quintetto del torneo. Nel suo ultimo anno da “studente” riceve addirittura l’honorable mention per il premio All-American. Chiude la sua carriera collegiale con all'attivo 2,178 punti realizzati, superando il precedente recordman della William & Mary, Chet Giermak, il cui record durava dal 1950 e risultava il più longevo di tutta la NCAA Division I. Scelto dai Boston Celtics, con la franchigia del Massachusetts trova pochissimo spazio a causa dell’affollamento nel suo spot e così dopo un periodo in Australia viene dirottato alla compagine controllata in D-League, i Maine Red Claws.
IL PLAY CON LA CASACCA DEI BOSTON CELTICS
L’essere “marchiato” da una scelta NBA non da automaticamente diritto a credere e pensare che tale giocatore - nel nostro campionato - faccia sicuramente strabene, e la stessa cosa vale al contrario naturalmente. Basti pensare a Rakim Sanders, ago della bilancia nelle ultime due finali scudetto con Sassari e Milano, o andando più indietro a Lynn Greer, dominatore del campionato 2005/06 con Napoli vincitore della Coppa Italia e ad un passo dalla finalissima. E nessun giemme NBA ha speso una chiamata per loro al Draft. Questa dura legge non scritta vale comunque a qualsiasi latitudine del globo, anche e soprattutto nella stessa “lega più bella al mondo”. E allora proviamo ad analizzare gli ultimi dieci anni di mercato italico con giocatori che hanno iniziato o proseguito le loro carriere da professionisti nel Bel Paese, tra meteore e buoni giocatori. E allora iniziamo da quel 2006 in cui fu proprio l’Italia a regalare la prima scelta assoluta al Draft, ovvero Andrea Bargnani. Da allora sono stati ben 78 i giocatori che scelti sono poi transitati per la nostra penisola, e sono tanti e diversi i profili, tanto americani quanto europei. C’è chi la NBA l’ha respirata per poco come DJ Strawberry o Richard Hendrix che comunque non hanno dato una svolta alla loro carriera; i grandi bluff DaJuan Summers e Sam Young che hanno quasi affossato la loro credibilità; le star MarShon Brooks e Peyton Siva che tra alti e bassi hanno inciso piuttosto poco; i giocatori che si sono costruiti la carriera completamente italiana come Bobby Jones o Maarten Leunen; quelli che la NBA non l’hanno nemmeno mai vista come Vladimir Veeremenko, Petteri Koponen o Shan Foster; chi ha provato ad utilizzare l’Italia come trampolino di lancio nel caso di Guillermo Diaz, Gani Lawal o Malik Hairston; chi è semplicemente passato prima di far ritorno negli States come Chris Douglas-Roberts. Insomma, ce ne sono davvero di tutti i tipi come abbiamo detto ed anche testimoniato.
THORNTON ALLA PRESENTAZIONE CON LA VUELLE PESARO
Marcus Thornton cercherà di fare come il suo predecessore Semaj Christon (55ma scelta al Draft del 2014) che ha strappato un contratto con gli Oklahoma City Thunder. Il neo play di Pesaro ha proprio citato Christon durante la sua presentazione, ed ha rivelato che intende fare bene per potersi giocare le sue chances ai Boston Celtics. Il prodotto di William & Mary - come già detto - è stata una 45esima scelta, una chiamata piuttosto alta anche per i tanti volti passati proprio sui parquet della Lega A. Volendo stilare la Top Five la prima posizione va al regista Jonny Flynn intravisto tra le fila di Capo d’Orlando nel 2014. Una brevissima parentesi per la 6a scelta del Draft 2009 causata da quegli infortuni che ne hanno minato la carriera NBA. Al secondo posto l’ala Joe Alexander, 8a scelta del Draft 2008, che nell’ultima stagione è stato piuttosto discontinuo con la casacca di Sassari. Sul gradino più basso del podio un altro giocatore che ha militato nel nostro campionato nell’ultimo anno, ovvero la 13ma scelta del Draft 2007 Julian Wright, che è stato un fattore nell’area pitturata per Trento. Al quarto posto c’è un ex aequo tra due 15me scelte. Il primo giocatore è stato draftato nel 2006 e si tratta di Cedric Simmons che ha militato per Brindisi in due diverse circostanze; il secondo è stato draftato nel 2009 ed è quel Austin Daye che proprio lo scorso anno ha dato una svolta alla stagione di Pesaro.
IL GIOCATORE NELLA SUA ESPERIENZA IN AUSTRALIA
Di giocatori comunque di un certo pedigree ne sono passati, tanto chi dopo aver disputato delle vere stagioni Oltreoceano ha voluto sperimentare l’avventura nel Vecchio Continente - e in Italia in particolare - tanto chi ha utilizzato le prestazioni in Lega A per spiccare il volo in NBA o nei top club europei. Nel 2008 Biella ingaggiò il rookie James Gist (57ma scelta del 2008) che a suon di partite solide ha iniziato a girare l’Europa sino a giungere al Fenerbahce prima e al Panathinaikos poi dove è stato fermato soltanto da una squalifica per uso di sostanze stupefacenti. Nel 2010 a Sassari arrivò James White (31ma scelta del 2006) che dopo aver replicato a suon di schiacciate la stagione successiva a Pesaro ebbe l’occasione di militare nei New York Knicks. Nel 2013 la neopromossa Pistoia ebbe come spina dorsale la coppia Deron Washington (59ma scelta del 2008) e JaJuan Johnson (27ma del 2011). Entrambi sono ancora protagonisti del nostro campionato, chi come Washington, che diventato uno specialista difensivo dopo Cremona cercherà di fare lo stesso quest’anno a Torino; chi come Johnson, che cercherà con il suo atletismo di diventare un pilastro della nuova Cantù a trazione estera. Due anni or sono Varese puntò dritta su Christian Eyenga (30ma scelta del 2009) che dopo essere passato per Sassari e Torino sarà di nuovo biancorosso, ma soprattutto su Eric Maynor (20ma sempre del 2009) che dopo essersi fatto le ossa da backup di un certo Russell Westbrook ha provato a dare una svolta alla sua carriera anche se dopo l’esperienza a Novgorod è tornato anche lui a Varese. Lo scorso anno Torino ha ingaggiato DJ White (29ma scelta del 2008) nel cui curriculum ci sono cinque stagioni NBA, e dopo la sua conferma ha aggiunto quest’anno la guardia tiratrice Tyler Harvey (51ma del 2015) che potrebbe essere una grande sorpresa.


*per il mensile BASKET MAGAZINE

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