La continua scalata di Robert Williams
di Giovanni Bocciero
Alle volte s'inizia una cosa per caso, e la si continua a fare per puro divertimento, quasi fosse un hobby. Ma con la giusta passione, quel passatempo può anche diventare qualcosa di veramente importante. È accaduto a Robert Williams, il lungo freshman di Texas A&M, che sta riscuotendo un incredibile successo in questa sua stagione al campus di College Station. E la pallacanestro non era esattamente nei suoi piani. O almeno non ad un livello professionistico. In realtà il giovane Robert deve ringraziare il papà che lo ha spinto a praticare questo giochino, e quando ci ripensa ha sempre una domanda fissa: "Dad, how did you know I wanted to play basketball?". E la risposta è straordinaria: "Non lo sapevo, credevo fosse uno sport come un altro e che si addicesse a te". Eccome, verrebbe da esclamare adesso.
ROBERT WILLIAMS |
La storia è finita? Assolutamente no. Su Robert Williams si potrebbe scrivere un libro anche per il solo reclutamento al college. E così come predetto dalla madre, pur senza militare in un high school blasonata il ragazzo ha comunque attirato gli scout. Ma badate bene, non aveva certamente la fila fuori la porta di casa. Considerato il miglior prospetto della Louisiana, ovviamente LSU voleva portarlo al proprio campus di Baton Rouge. Lo ha cercato fortemente anche North Carolina State che aveva intenzione di formare un'asse play-pivot dinamico ed esplosivo con l'altro talento freshman Dennis Smith Jr.. E poi c'erano le offerte di borsa di studio dei due atenei texani, ovvero Baylor e Texas A&M. Il primo rappresenta uno dei programmi cestistici più interessanti degli ultimi anni, tanto che sta sfornando ottimi giocatori. Ma rispetto a LSU, N.C. State e Baylor, Texas A&M e principalmente coach Billy Kennedy avevano il cosiddetto asso nella manica. Essendo il tecnico originario della Louisiana ha diversi contatti nello stato. Ma mai si sarebbe immaginato, forse, di trovare il maggior alleato nella corsa al reclutamento del ragazzo in... sua moglie Mary. Ebbene sì. Dapprima il coach si è dovuto rivolgere a sua cognata, vicina di casa dei cugini di Robert. Poi Kennedy ha scoperto che un prozio di Williams aveva lavorato per un piccolo negozio di alimentari, lì a Vivian, il cui proprietario era lo zio di sua moglie. Alle volte il mondo è davvero piccolo. Da qui a convincere il ragazzo ad impegnarsi con gli Aggies il passo è stato davvero breve.
Giunto a College Station questa estate, ha fatto da subito impallidire diversi compagni di squadra e membri dello staff per il suo atletismo. "Robert can jump out of the gym", dichiarò la guardia Admon Gilder. Williams si fa apprezzare soprattutto per il suo carattere caparbio, che lo rendono un indubbio lottatore. È l'identikit esatto che stanno ricercando le squadre Nba, ovvero lunghi mobili ed agili che abbiano una grande presenza ed intimidazione in vernice.
Ha iniziato la stagione da classica riserva, ma poi coach Kennedy non ha potuto fare a meno (anche su pressione della stampa) di promuoverlo nello starting-five. E lui ha risposto presente, viaggiando su cifre quali 11.6 punti, 7.4 rimbalzi, 2.5 stoppate, 1.3 assist, 57% dal campo e 61% dalla lunetta. Anche se quest'ultima percentuale non gli fa abbastanza giustizia. Ha tutte le potenzialità per diventare un'autentica "double-double machine". Tante sono le incognite che comunque lo accompagnano. Tecnicamente è ancora molto grezzo con un tocco non morbido. Difensivamente ci mette tanto impegno ma non è raro vederlo battuto per poi ripiegare sulla stoppata da dietro. È però una forza della natura, e sinceramente nella mia squadra lo vorrei sempre un giocatore come lui. Oltre ai mezzi fisici, è l'apertura alare da 7-4 che fa certamente illuminare lo sguardo agli scout. I quali storcono però il naso di fronte ad un ala-pivot di appena 2.06 (Derrick Williams, Thomas Robinson, troppo lenti per giocare da esterni, troppo bassi per giocare da lunghi, vi dicono nulla?). Per questo dovrà lavorare moltissimo nell'allargarle il proprio range di tiro.
Espn considerava Williams come numero 50 della speciale graduatoria dei Top 100 liceali della classe 2016, ma adesso tutti si sono dovuti ricredere. È pur vero che ogni anno ci sono stati dei freshman andati ben oltre le più rosee aspettative, guadagnando la stima ed i favori degli addetti ai lavori e di conseguenza scalando i mock draft. Soltanto negli ultimi anni si possono citare Ben McLemore, Zach LaVine, Marquese Chriss, tutti valutati intorno o più in basso al numero 50 della propria classe e finiti poi per essere scelti in piena lottery tra la 7ma e la 13ma chiamata. Dunque in previsione Nba draft 2017 è probabile che il giovane Robert possa essere scelto intorno alla decima chiamata, mal che vada verso la metà del primo giro. Ovvio che l'up and down dipenderà unicamente dalle prestazioni che continuerà a fare con Texas A&M che quest'anno non sembra essere molto competitiva. Di fatto gli Aggies sono quasi con un piede e mezzo fuori dal Torneo Ncaa. Non diminuirà comunque la presenza degli osservatori alle loro partite, e non per vedere i più attesi Tyler Davis o D.J. Hogg, bensì per valutare il processo in corso d'opera di Robert Williams.
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