Protagonista in serie A in tante delle stagioni precedenti, la regione riparte con due squadre che, nel torneo cadetto, si affiancano a Scafati
Napoli e Caserta piazze storiche, torna la Campania
Dopo il fallimento di Avellino, che riparte dalla serie B, le due squadre, dopo 'promozioni' diverse, si riaffacciano guidate da Pino Sacripanti e da un'icona come Nando Gentile
di Giovanni Bocciero*
UNA NUOVA STAGIONE si sta aprendo per
la Campania dei canestri, sotto ogni punto di vista. Sicuramente ha colpito
l’esclusione dalla massima serie della Scandone Avellino, che proprio
all’ultimo giorno si è potuta presentare all’avvìo della serie B superando il
blocco del mercato causato dal lodo esecutivo per le commissioni di Norris Cole
ed altre azioni legali. Ma, mentre in Irpinia hanno di che soffrire dopo le
ultime ambiziose annate - e augurandosi tempi migliori -, ritornano sul
palcoscenico dell’A2 sia Napoli che Caserta. Percorsi differenti e soprattutto
“promozioni” diverse, ma quel che conta è che la Campania dei canestri può
ritornare a fare affidamento su due piazze storiche, che affiancheranno nel
secondo campionato nazionale l’ormai consolidata Scafati.
UNA
NAPOLI NUOVA DI ZECCA.
La formazione del capoluogo di regione ritrova la serie A2 ad appena un anno di
distanza dalla retrocessione in serie B, e soprattutto ritrova come impianto di
gioco il PalaBarbuto. Dopo essere stata costretta ad esiliare al palasport di
Casalnuovo, la GeVi Napoli Basket è tornata a giocare
in città ma ha avuto un inizio di campionato più che tribolato. A pagarne
immediatamente le spese è stato il coach, Gianluca Lulli, reo di non essere
stato capace di compattare la squadra nelle prime due gare con relative
sconfitte. Per il nuovo corso il presidente Federico Grassi non ha badato a
spese, e così dopo aver acquistato il titolo sportivo di Legnano ha
sottolineato l’ambizione della società facendo firmare un contratto triennale
al tecnico Pino Sacripanti, di ritorno in Campania per la terza volta dopo le
esperienze a Caserta prima (2009/13) e ad Avellino poi (2015/18).
Terrence Roderick, il 'Maradona' del basket napoletano in azione |
Ambizione del presidente rimarcata
con la costruzione della squadra, in cui
tassello dopo tassello ha sempre più impreziosito il mosaico azzurro. Il
quintetto è di prim’ordine, con il miglior straniero che l’A2 abbia mai visto
in Terrence Roderick; il playmaker Diego Monaldi
prelevato dalla serie A; due solide ali come Daniele Sandri e Stefano
Spizzichini; e il centro statunitense Brandon Sherrod anche lui rodato in
questo campionato ma subito messo in discussione dal neo coach che come primo
rinforzo ha proprio chiesto un lungo. Ad impreziosire la panchina invece, c’è l’esterno
Massimo Chessa.
La squadra assemblata è assolutamente
da playoff, se non di più, e quest’anno avrà
anche un palazzetto all’altezza. Grazie all’Universiade disputata a Napoli nel
mese di luglio scorso, il PalaBarbuto è stato messo a nuovo. Dagli spalti al
parquet passando per gli spogliatoi, la struttura che sorge difronte allo
storico PalaArgento vivrà una seconda vita, offrendo ben altri servizi al
pubblico. Nonostante ciò non mancano alcune carenze, come ad esempio i
tabelloni elettronici noleggiati per la kermesse internazionale invece di essere
acquistati, e dei quali sembra essersene fatto carico
la stessa società. Certamente con queste premesse non dovrebbe essere
complicato raggiungere il tutto esaurito ad ogni gara, visto che soltanto tre
anni fa (la stagione della promozione sul campo in A2, ndr) l’impianto di viale
Giochi del Mediterraneo era strapieno. A
dimostrazione che il popolo napoletano è sì innamorato
del “pallone” ma è anche affezionato alla palla a spicchi. Il tutto però
è direttamente proporzionato ai risultati e all’atteggiamento
dei giocatori, come già è stato dimostrato con l’esonero di Lulli.
Passando a faccende che riguardano
esclusivamente il campo, invece, il veterano e capitano
Francesco Guarino ha espresso la voglia di regalare la vittoria di un
campionato alla città di Napoli, così come Roderick ha forse l’ambizione di
consacrarsi definitivamente al basket che conta, dopo che proprio in terra
campana (ad Agropoli nella stagione 2015/16, ndr) ha iniziato a far brillare la
propria stella.
Inoltre, cosa da non sottovalutare, già
dalla passata stagione il club azzurro si sta ramificando sul territorio per
avviare un intrigante progetto che riguardi il settore giovanile. Alla base vi
sono partnership con diverse altre società e soprattutto si è dato il via anche
ad un reclutamento che guarda fuori regione. Un ottimo progetto che avvalora
ancor di più la bontà del nuovo percorso cestistico avviato l’anno scorso a
Napoli dal presidente Grassi. Sperando che l’intero
ambiente non rimanga nuovamente scottato dalle alte ambizioni.
CASERTA
TORNA A SORRIDERE.
All’ombra della Reggia di Caserta è stata vissuta un’estate sui generis, ma per
una volta c’è stato il lieto fine soprattutto dopo la grande delusione della
passata stagione agonistica. La JuveCaserta dopo aver dominato la regular
season ed esser stata poi estromessa amaramente dai playoff di serie B, ha
provveduto ad un vero e proprio restyling della squadra. Via coach Massimiliano
Oldoini, indicato anche ingiustamente come capro espiatorio del fallimento, si
è dato il benvenuto ad una bandiera della squadra che vinse lo scudetto del
1991 come Nando Gentile. Il campionissimo di Tuoro (piuttosto attivo nelle
ultime due stagioni affiancando progetti di società minori della città, ndr) ha
accettato la missione di riportare il club bianconero lì dove merita, ma la tifoseria che subito si era stretta intorno al nuovo
condottiero considerato più di un semplice allenatore a Pezza delle Noci non ha
fatto mancare diverse critiche dopo l’inizio negativo. Dimenticando che Caserta
era stata costruita per la serie B ed è stata costretta a modificare il roster
in corsa, epurando quei giocatori che dall’oggi al domani non facevano più al
caso del progetto tecnico.
Nando Gentile è tornato a casa come allenatore |
Nonostante il destino abbia
cambiato le carte in tavola, con l’Amatori Pescara che ha alzato bandiera
bianca difronte al controllo della Com.Te.C. così da aprire le porte del
ripescaggio in A2 alla JuveCaserta, la dirigenza ed in particolare l’amministratore
delegato Antonello Nevola non si sono fatti trovare impreparati. La strategia
di mercato, come detto, è inevitabilmente cambiata, eppure la dirigenza è stata
capace di ingaggiare
quattro giocatori di altissimo spessore per il secondo campionato nazionale
come il play Marco Giuri fresco campione d’Italia con la Reyer Venezia e già
beniamino del tifo casertano dopo le sue due stagioni a Caserta (2015/17); gli americani Isaiah Swann e Michael
Carlson; e infine la ciliegina sulla torta rappresentata da quel Marco Cusin a
lungo inseguito e alla fine convinto a scendere in A2 dopo dieci stagioni
consecutive in massima serie. Sembrava tutto apparecchiato per la stagione del
ritorno, con l’obiettivo adesso spostato verso una salvezza tranquilla magari
togliendosi qualche piccola soddisfazione. Ma a Caserta tendenzialmente non si
può mai stare tranquilli.
Due gli incidenti di percorso che stanno influenzando l’inizio di campionato della
squadra di coach Gentile. Ai principi di agosto lo sponsor principale Decò ha
fatto sapere che non avrebbe proseguito la partnership iniziata appena dodici
mesi prima, e così la dirigenza con a capo il presidente onorario Gianfranco
Maggiò si è subito attivata per reperire le risorse necessarie a sostenere la
stagione. Mentre scriviamo, purtroppo, non ci sono novità positive in tal senso
e sembra che la stessa amministrazione comunale
ha affiancato il club per dare vita ad una rete di imprenditori che possano
sostenere e supportare l’attività della JuveCaserta. Aspettiamo come evolverà
la situazione sperando che alla fine qualcosa si
stringa e non restino soltanto le parole. La seconda riguarda gli infortuni occorsi a Swann e Carlson. Notizie che hanno gettato un po’ nello sconforto la
tifoseria, che aveva approvato all’unanimità l’ingaggio soprattutto del primo,
ma che non hanno placato le critiche per le prime sconfitte in campionato.
Nevola ha scandagliato il mercato in cerca del
miglior sostituto possibile di Swann, ed ha messo sotto
contratto un fuoriclasse come Seth Allen. Esterno più play che guardia che
nonostante fosse ancora in fase di ambientamento ha già dimostrato di possedere
abilità incredibili. E dopo aver giocato in Ungheria e Lituania, sembra pronto
ad affermarsi nel nostro paese.
In tutto ciò è fondamentale una cosa,
che il pubblico torni ad assieparsi sulle tribune del PalaMaggiò. Purtroppo è
lecito dire che il tifo bianconero ha saltato il ricambio generazionale, perché
sugli spalti sono pochi i padri insieme ai figli, e sono tanti o forse troppi i
tifosi appartenenti alla fascia d’età mediamente molto alta. E che per di più sono pronti a giudicare al primo passo
falso. Parte di essi devono però capire che la JuveCaserta è comunque una
neopromossa, e che quest’anno deve avere un solo obiettivo: salvarsi il prima
possibile.
LA “SOLITA” SCAFATI. A
completare il tris di squadre campane in A2 c’è la onnipresente Scafati del
patron Nello Longobardi, sanguigno come non mai. Il presidente scafatese non ha
voluto ascoltare le sirene avellinesi per un possibile trasferimento del
titolo, così come non ha voluto lasciare il club per un possibile ingresso in
società alla Virtus Roma. Troppo innamorato del suo Scafati Basket che sta disputando il sesto campionato consecutivo di
serie A2.
JJ Frazier a colloquio con Ion Lupusor |
La formazione gialloblu è ripartita da uno
zoccolo duro di giocatori come Claudio Tommasini, Marco Contento e
Niccolò Ammannato. Sono ritornati Nicholas Crow
e Ion Lupusor, e sono stati ingaggiati JJ Frazier
che sarà il play con punti nelle mani, e Raphiael Putney ala di ritorno in
Campania dopo l’esperienza a Caserta nel 2016/17. Come ogni anno Scafati
appare solida e ben assemblata, ed ha tutte le
potenzialità per poter disputare un campionato al di sopra della media. Non a caso ha preso parte alla Final Four di Supercoppa. Ma
il patron Longobardi dopo le due sconfitte esterne arrivate all’esordio a Bergamo
(del tutto rocambolesca con tiro da oltre la metà campo, ndr) e a Trapani, ha prima
richiamato l’attenzione sospendendo gli stipendi e poi ha sollevato
dall’incarico il tecnico Giulio Griccioli. Una scossa che servirà a scuotere
l’intero ambiente soprattutto con il ritorno in panchina di coach Giovanni
Perdichizzi, alla terza esperienza a Scafati dal 2015.
* per la rivista BASKET MAGAZINE. Articolo chiuso il 25 ottobre 2019