Ottantuno anni appena compiuti, di cui sessantacinque circa nello sport e venticinque da membro del Cio. Mario Pescante è un pilastro dello sport italiano: da atleta amatoriale a dirigente sportivo, docente universitario di diritto dello sport, presidente del Coni dal 1993 al 1998, Sottosegretario con delega allo sport dal 2001 al 2006, e vicepresidente vicario del Cio (primo italiano a ricoprire tale ruolo) dal 2009 al 2012. Ha fatto tanto per lo sport italiano e, nell'immaginario collettino, ne è un po' l'emblema.
"Ho solo un rimprovero da farmi - ha dichiarato in una recente intervista televisiva -, una grande delusione. Ho svolto ruoli di vertice nel Coni ed anche nella politica, ma un sogno non si è realizzato e non si tratta di Olimpiade bensì dello sport nella scuola. Io sono stato un modesto atleta che praticava il mezzo fondo nei campionati studenteschi.
Questi ora sono scomparsi, sono diventati un'altra cosa, mentre allora erano la leva dell'atletica leggera. Non ero tesserato per nessuna federazione ma competevo e nell'anno in cui ho vinto i mille metri, gli ottanta metri li ha vinti un certo Livio Berruti. Io non ero di quel livello e lo percepivo, per questo ho smesso e ho fatto il dirigente sportivo. Mentre Berruti è andato avanti e tre anni dopo ha vinto l'Olimpiade a Roma. Questo era lo sport nella scuola, e io purtroppo non ci sono riuscito. Ho però chiari i motivi del perché non siamo riusciti a smuovere questa situazione. Da qui la necessità di un organismo statale, di un ministero che potesse coordinare vari ministeri come salute e scuola per ricreare quello che non può fare il Coni - ha analizzato l'ex presidente del Coni -, che fa un'azione di supplenza difronte ad autorità ministeriali. Ecco perché dico che l'attuale riforma dello sport è la riforma del Coni, che è una cosa completamente diversa. Sono tranquillo perché siamo in mano a Giancarlo Giorgetti che conosco molto bene, è un grande sportivo, ma non mi sono trovato d'accordo con il metodo operato dato che si è giunti ad una legge che insieme alla Finanziaria nessuno aveva letto, anche per ragioni di tempi che non c'erano. Chiaramente si poteva far meglio, ma non si tratta della riforma dello sport - ha concluso Pescante - ma solo del Coni".
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