Alle radici della pallacanestro labronica con Pielle e Libertas che sono tornate e lottano per la promozione in A2 dopo anni di anonimato lontane dalle serie maggiori. Una storia antica che si rinnova e che stimola rivalità mai sopite
Quasi ottomila spettatori per un derby
dal clamoroso record in serie B
Il basket a Livorno nasce nel dopoguerra grazie alla presenza di una base americana trovando subito terreno fertile e grandi campioni
di Giovanni Bocciero*
LA
PROVINCIA è da sempre una preziosa risorsa per tutto il movimento cestistico
italiano. È quel terreno fertile dove si sono scritte, e si continuano a
scrivere, pagine importanti della nostra pallacanestro. Storie e personaggi che
si fanno portabandiera di decine di comunità, che rendono romantico quanto mai
questo gioco. E Livorno è senza alcun dubbio uno di quei fantastici luoghi dove
queste storie prendono vita. Dalla storica quanto amara finale scudetto persa
dalla Libertas nel lontano 1989, all’ultimo derby contro la Pielle che ha visto
quasi 8 mila spettatori prendere d’assalto il Modigliani Forum, proprio come
succedeva con l’allora PalaAllende. C’è un filo rosso che unisce però quegli
anni a quelli odierni, e non solo per un clima al palazzo dall’illustre passato.
Livorno, una passione mai morta: una panoramica dei sostenitori sugli spalti nel derby di dicembre (Foto ufficio stampa Libertas Livorno) |
Un’eredità
tramandata da padre in figlio, da Andrea Forti guardia della Livorno arrivata
ad un canestro dallo scudetto, a Francesco Forti play della rinascente
Libertas. «Soprattutto in questi ultimi
anni, da quando il basket livornese si è riaffacciato sul panorama nazionale, è
stata ricordata in diverse occasioni la finale di papà - ha esordito
Francesco Forti - che per motivi
anagrafici ho vissuto solo per sentito dire. Situazione analoga a quegli anni è
di sicuro la voglia dei tifosi di venire al palazzetto per vedere le partite,
sia in casa che in trasferta. È un affetto il loro non così scontato, perché il
gruppo di sostenitori di sicuro più solido deriva da quei tifosi che andavano a
fare il tifo per mio padre, e quindi hanno una certa età. Ma la loro passione
che non si è mai affievolita ha portato a coinvolgere molti giovani, e questo è
stato un bene per la città tutta, smuovendo l’intero ambiente».
«La pallacanestro a Livorno è sempre
stato il pane quotidiano nelle case dei livornesi -
ha dichiarato Tommaso Fantoni, altro giocatore livornese doc che oggi gioca per
la Libertas -. Soprattutto negli anni
’80, quando c’erano due squadre di alto livello in serie A, si percepiva più
interesse per il basket che per il calcio. Questo ha fatto sì che in città si
respiri questa grande tradizione cestistica anche perché, nonostante nell’arco
della storia ci siano state fusioni o fallimenti come un po’ ovunque, qui si
mastica pallacanestro da molto molto tempo». Fantoni è stato tra gli ultimi
ad aver giocato in massima categoria con un club della città. «Ho disputato l’ultima stagione di serie A 2006/07
con il Basket Livorno, e ricordo ancora l’inaugurazione del Modigliani Forum,
strapieno, che fu una emozione strepitosa. Quella era una squadra esente dalla
rivalità tra Libertas e Pielle, e rappresentava la città in toto. Quindi veniva
seguita un po’ da ambo le parti, da quei tifosi che continuavano ad amare la
pallacanestro e che non si erano offesi del fatto che c’era stata la fusione, a
differenza di molti che - ha ricordato il giocatore libertassino - non seguirono più le vicende del basket
perché non volevano stare insieme ai cugini».
Oggi
il derby è più vivo che mai. Lo dimostrano non solo gli 8 mila spettatori che,
per una gara di serie B è un vero e proprio record, ma soprattutto l’atmosfera
che c’è intorno. Una sfida rianimata dalle grandi ambizioni di entrambe le
formazioni livornesi, che si stanno giocando le prime posizioni in classifica.
E questo ha portato intere famiglie e diverse generazioni a ritornare ad
affollare le tribune. Nonni, padri, madri, figli e nipoti che alimentano la
passione per la rispettiva fede, e per il basket in generale. Ma soprattutto
per quella che può essere a tutti gli effetti definita la ‘festa di Livorno’,
visto che l’evento ha attirato anche semplici appassionati che non parteggiano
né per la Pielle né per la Libertas, ma che amano profondamente la loro città.
«Una squadra tira l’altra. È questa
la pozione magica che è avvenuta in questi tre anni -
ha analizzato Forti -, con l’approdo
della Libertas in serie B che ha portato la Pielle ad investire nel corso di
queste stagioni. E il fatto che oggi siano insieme è la soluzione migliore,
perché questa rivalità sia nel panorama nazionale che cittadino spinge a
migliorarsi sempre di più». «La
passione non è tramontata, e per me che sono ritornato a giocare a Livorno
quest’anno - ha aggiunto Fantoni - è
stata una enorme e piacevole sorpresa. Non mi aspettavo un seguito di oltre 2
mila spettatori nelle partite di cartello, che per una serie B sono davvero
tante. Questo è possibile grazie alle nuove leve che frequentano il palazzetto,
e grazie anche ad una buona promozione nelle scuole, con la passione che si
tramanda da genitore in figlio. Per questo sono rimasto a bocca aperta».
Pensieri
che, espressi da due livornesi possono anche sembrare ovvi. Ma se a rimanere
esterrefatto della passione che si respira in città per la pallacanestro è un
giocatore esperto, che in carriera ha militato in diverse piazze calde, allora
bisogna crederci senza indugiare. Il trevigiano Federico Loschi, ingaggio di
spessore della Pielle, sa bene cosa significa vivere per la palla a spicchi, e
infatti «ho firmato a Livorno proprio per
la passione che c’è in città per la pallacanestro. Dopo due anni alla Real
Sebastiani Rieti volevo tornare in A2 ma non c’era nulla di così allettante
rispetto a quello che si prospettava come giocare il derby tra Pielle e
Libertas, che già l’anno scorso ha richiamato circa 4 mila spettatori e
quest’anno il doppio. Avendo giocato a Rieti, e nel mio passato anche a
Scafati, a Brescia, a Trieste, amo queste realtà dove si sente molto il basket.
Però di sicuro non mi aspettavo che Livorno fosse così empatica con i
giocatori, e questo si vede nel fatto che ovunque vai e con chiunque t’incontri
finisci per parlare di basket».
Non
sono solo frasi fatte, è la quotidianità di una comunità che è legata in
maniera inscindibile alla pallacanestro. Per questo «mi capita praticamente sempre di incontrare persone con cui parlo di
basket, sia che tifano Pielle oppure Libertas - ha continuato Loschi -. Avendo due bambini e la mia compagna che
mi segue ovunque, faccio una normale vita familiare. Dunque vado dal macellaio
che è libertassino, e col quale prima del derby ci siamo scambiati delle
battute. Oppure c’è il tabaccaio che è piellino e così non ti fa pagare. È
assurdo che ovunque vai si respiri questa atmosfera. Mi è capitato addirittura
di fermarmi in un alimentari a caso dove una signora mi ha riconosciuto e mi ha
detto che gioco per la vera squadra di Livorno, riferendosi ovviamente alla
Pielle. I livornesi vivono proprio per questo derby, per questo dualismo, ed è
una roba incredibile che senti ovunque in città».
Il bel colpo d’occhio dell’ultimo derby tra Libertas e Pielle ha permesso di riaccendere le luci su una piazza che manca da troppo tempo nel basket che conta. Una piazza che può esprimere addirittura due squadre di gran livello, e che sono entrambe ambiziose. «Come Libertas abbiamo l’ambizione di riportare la squadra e la città dove le compete, e dunque il sogno è di ritornare in serie A il prima possibile - ha dichiarato Forti -. Importante è organizzare tutte quelle cose necessarie per riuscire ad essere un club di alto livello, dalla dirigenza al palazzetto». «Gli obiettivi sono di sicuro a scalare. Dato il campionato che affrontiamo vogliamo arrivare nelle prime quattro posizioni - ha aggiunto Fantoni -, che ci permetterebbe di arrivare ‘al bello’ con la disputa dei playoff. Questo sarebbe già un buon risultato nella programmazione della società che è rinata dalle proprie ceneri e si sta facendo le ossa. Se arrivasse la promozione ben venga, altrimenti resteremo in cadetteria con l’intento, grazie alla proprietà, di affrontare sempre al meglio un campionato che sarà ancora più assottigliato vista la riforma di quest’anno».
Il derby dell'8 dicembre al PalaModigliani è stato vinto dalla Pielle 61-59 La rivincita è in programma il 5 aprile (Foto ufficio stampa Libertas Livorno) |
Se sulla sponda Libertas si punta alla promozione, senza alcun timore di essere smentiti, anche dal lato Pielle si nutrono forti aspettative su quello che potrebbe essere il salto di categoria. «Ad inizio anno, quando sono stato presentato, quasi non conoscevo nessuno dei nuovi compagni di squadra, eppure - ha dichiarato Loschi - si parlava di grandi ambizioni. Venendo da due anni dove con Rieti ho giocato nella squadra più forte del campionato, senza riuscire a vincerlo, puntare alla promozione mi sembrava difficile. Invece, allenandomi tutti i giorni con loro da sei mesi ormai, mi sono reso conto che dobbiamo e possiamo arrivare fino in fondo. Siamo una squadra giovane, che si allena bene, e adesso che ci siamo fatti un’idea più concreta del campionato affrontando anche formazioni forti ed importanti, posso dire che possiamo vincere». Causa infortunio, Loschi è stato costretto a guardare il derby da fuori, ma scalpita nel rientrare per prendersi tutto l’affetto della sua tifoseria. «A livello personale sono infortunato da abbastanza tempo, quindi con la ripresa del campionato rientro quasi come fossi un nuovo acquisto. Ma ho dato tutto quello che potevo prima di fermarmi e darò tutto quello che posso adesso che ritorno - ha concluso il giocatore piellino - essendo comunque uno dei due giocatori più esperti del roster».
Come eravamo: Fantozzi, Dell'Agnello e quegli anni ruggenti
LIVORNO
manca da ben sedici anni in serie A. Era la stagione 2006/07 quando il Basket
Livorno terminò il campionato in ultima posizione facendo scivolare un’intera
piazza nel dimenticatoio della pallacanestro italiana, pur provando più volte a
rinascere dalle sue stesse ceneri. Il basket livornese è comunque un punto di
riferimento importante per il movimento cestistico nostrano, tant’è che fonda
le proprie radici «nel dopoguerra, grazie
all’influenza proveniente dalla base americana - ha ricordato Alessandro
Fantozzi - situata nei pressi della
città. Questo fece conoscere e poi sviluppare questo amore e questa passione
per il basket divenuta col tempo inscindibile per il mondo sportivo livornese. Questo
legame storico con la pallacanestro ha rappresentato, e rappresenta, la città
di Livorno».
Nel
1947 nasceva la Libertas, con la quale Fantozzi ha disputato la finale scudetto
del 1989; la Pielle vedeva la luce invece nel 1960 (come Portuale), arrivando a lanciare negli
anni successivi Sandro Dell’Agnello, per il quale «la pallacanestro a Livorno ha una storia di lunga data, consolidata
nel tempo, con gli appassionati sempre pronti a seguirne le vicende con grande
passione e fermento. Ovvio che gli si deve presentare un qualcosa di
accattivante. Quest’anno le due principali squadre livornesi hanno allestito
due roster molto competitivi e i risultati, in campo e fuori, si stanno vedendo.
Specialmente nel derby che è una rivalità storica e lontana negli anni».
Terza
in comodo, con molti più successi a livello giovanile, la Don Bosco, che ha
comunque contribuito a rendere importante Livorno nel panorama cestistico
nazionale. Pielle e Libertas hanno raggiunto l’apice negli anni ’80, disputando
degli storici quanto accesi e bellissimi derby in massima serie. Successivamente
entrambe le società sono fallite, con una costola della dirigenza Libertas che
assorbendo proprio la Don Bosco ha provato a far ripartire la vecchia realtà,
divenuta poi una fusione delle varie compagini. Cosa che ha portato alla
nascita del Basket Livorno, per certi versi la squadra che rappresentava tutta
la città, e che è stata l’ultima formazione ad aver calcato i parquet di serie
A, prima di fallire nel 2009. Nel 2000 intanto, la Pielle ha provato a
rinascere dalle sue ceneri. Ha iniziato a disputare i campionati di livello più
basso, venendo promossa prima in serie D nel 2007, poi in serie C2 nel 2014, e
infine in serie B due stagioni fa dopo aver sfiorato in due occasioni
precedenti la promozione, una proprio contro gli acerrimi rivali.
«In tutte le città dove c’è una
grande passione per uno sport, nel momento in cui ci sono due fazioni, il derby
diventa un momento di grande coinvolgimento per tante persone -
ha continuato Dell’Agnello - che magari
normalmente se ne disinteressano. La rivalità tra Pielle e Libertas non si è
mai sopita, e adesso che può essere rinverdita ad un ottimo livello, con due
squadre che stanno primeggiando in serie B, la gente è ancor più partecipe e si
fa sentire. Quello che mi fa piacere e che mi è stato raccontato, non potendo
essere presente al derby, è che il Modigliani Forum, che è uno degli impianti
più belli d’Italia, era pieno. E nonostante il grande afflusso di pubblico
tutto si è svolto in un clima di grande correttezza. Questo mi rende felice due
volte, sia per il folto pubblico che per la correttezza che hanno tenuto le due
fazioni, tra di loro molto rivali».
Coach Sandro Dell'Agnello, livornese doc, nell'immagine ai tempi di Caserta (Foto Iodice) |
L’ultimo
derby di Livorno disputato lo scorso 8 dicembre ha suscitato davvero tanto
clamore, soprattutto a livello mediatico. Ha fatto così tanto da cassa di
risonanza, riposizionando la città sulla mappa della nostra pallacanestro, che è
stata strappata alla federazione la promessa di disputare il prossimo impegno
della nazionale. Italia che affronterà l’Ucraina il prossimo 23 febbraio, in
occasione dell’ultima finestra Fiba per le qualificazioni al Mondiale 2023.
Obiettivo già raggiunto dagli azzurri del ct Pozzecco. E proprio il Modigliani
Forum potrebbe fare da cornice a quell’incontro: manca l’ufficialità, ma ci
sono tutte le premesse affinché ciò si realizzi.
Dopo il primo fallimento, la Libertas ha salvato il patrimonio del settore giovanile unendosi alla Liburnia, realtà nata nel 1979. A piccoli passi, nel 2017 è arrivata la promozione in serie B. Un traguardo macchiato però dalla successiva doppia retrocessione sino alla C Silver. Così nel 2019 è stata rifondata l’attuale Libertas, che ha acquistato il titolo del campionato cadetto dalla Stella Azzurra Roma, e nelle ultime due stagioni ha sfiorato il salto di categoria in A2. «Il derby è uno scontro che va al di là dello sport. È una stracittadina - ha aggiunto Fantozzi - che ha luogo in un comune comunque piccolo come quello di Livorno, con le passioni e la voglia di confrontarsi che ricade anche e soprattutto nei rapporti tra famiglie. Ai tempi d’oro, quando Libertas e Pielle militavano entrambe in serie A, non c’era una famiglia che non avesse qualche tifoso per l’una o l’altra squadra. Oltre ad esserci fidanzati che magari erano delle parti opposte e che per un giorno o una settimana non si parlavano. Questo fa parte anche della goliardia livornese e del nostro modo di essere molto passionali».
L’elenco dei protagonisti della nostra pallacanestro che ci ha regalato la città di Livorno è davvero molto lungo, tra giocatori e allenatori. Dell’Agnello ha iniziato la sua carriera di tecnico proprio con il Basket Livorno, guidato per tre stagioni fino al fallimento. Fantozzi si è ritirato da atleta a 44 anni giocando in serie C con la Libertas Liburnia, mentre nella passata stagione ha allenato la rinata Libertas. Segno inconfondibile che da livornesi doc sono rimasti legati alla loro identità.
«La pallacanestro livornese sta avendo un bell’impulso con le nuove realtà - ha osservato Fantozzi -, ed è evidente dal folto pubblico che ha partecipato all’ultimo derby. Le società attuali stanno facendo degli sforzi per cercare di rispolverare gli antichi fasti dei due club. È un percorso non semplice, dove si intrecciano tante componenti, ma la speranza da livornese è che si possa ritornare a vedere un derby in serie A. È una cosa estremamente complicata e difficile - ha concluso il libertassino -, ma la speranza è l’ultima a morire». «L’auspicio è che ci siano le basi affinché la città possa rivedere la pallacanestro in serie A. La toccata e fuga non servirebbe a nessuno - ha dichiarato il piellino Dell’Agnello -, per questo auguro ad entrambe le società di consolidarsi sempre di più e che possano presto riportare la massima categoria in città».
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