La
Cover Maddaloni s’inceppa ancora in trasferta
TABELLINI:
Cus Jonico Taranto- Cover Maddaloni 83- 73
Taranto:
Greco, Leoncavallo 11, Fanelli 23, Moliterni 19, Giuffrè 10, Valentini 6,
Pannella n.e., Sarli 12, Prisciano n.e., Salerno 2.
Maddaloni:
Piscitelli 6, Lombardi n.e., Desiato 22, Salanti n.e., Meles n.e., Garofalo 4,
Rusciano 14, Chiavazzo 17, D’Isep 1, Ferrante 9, All. Massaro, Ass. All.
Ricciardi.
Parziali:
16- 28, 21- 20, 18- 9, 28- 16.
Arbitri:
Cosimo Schena e Mattia Volgarino di Castellana Grotte (BA).
Note:
300 spettatori circa. Usciti per 5 falli Rusciano (38’). Fallo tecnico a Giuffrè
(18’).
PRE-PARTITA:
Partita delicata quanto storica, quella che metteva di fronte la Cover
Maddaloni ed il Cus Jonico Taranto, perché le due compagini si contendono le
posizioni ambite della classifica, e soprattutto perché per la società
maddalonese i 338 km che separano Maddaloni da Taranto sono la distanza più
lunga per una trasferta sportiva fin qui percorsi dalla fondazione avvenuta
sette anni orsono.
CRONACA:
Coach Massimo
Massaro manda in campo Desiato, Ferrante, Chiavazzo, Piscitelli e Rusciano;
per il Taranto invece quintetto formato da Giuffrè, Sarli, Fanelli, Moliterni e
Leoncavallo. I padroni di casa partono forte, con un parziale di 5-0 che la
diceva lunga sullo stato di forma dei tarantini, vittoriosi nelle ultime cinque
delle sei gare giocate. La risposta biancoblu non tarda ad arrivare. Il gioco
corale dei maddalonesi prende decisamente il sopravvento, con una circolazione
di palla che, fatta velocemente e soprattutto con intelligenza, mette il
tiratore di turno nelle condizioni perfette per iscrivere il proprio nome a
referto. Di questo ne beneficia inevitabilmente Davide Ferrante, che in più d’una circostanza non si fa pregare e
insacca la sfera arancione nel canestro. Il Taranto sembra inerme, forse anche
per via del proprio coach costretto a dare indicazioni dalla tribuna perché
squalificato. Quasi sulla sirena dei primi 10' Desiato in 1vs1 affronta il
proprio avversario e poi scocca il tiro del 16-28. Il secondo quarto è stato
giocato con la stessa intensità e velocità del primo, in cui entrambe le
squadre hanno espresso una pallacanestro piacevole, ma per il Taranto pesava la
scarsa mira al tiro. Il Maddaloni non ha smesso di macinare gioco, trovando con
più continuità i giocatori nel pitturato, ed è stata spettacolare nonché da
applausi l'azione avviata con il pick and roll tra Ferrante e Rusciano, con
quest'ultimo che dopo aver ricevuto ha servito al centro eludendo il difensore Nino Garofalo che ha appoggiato al
vetro i due punti più semplici da realizzare. Lo stesso capitano calatino ha
poi perforato la retina avversaria con un piazzato, lanciando la propria
squadra sul 37-28. Il Taranto ha resistito facendo incetta di punti dalla linea
della carità, ma comunque al riposo lungo il punteggio recitava 37-48 per i
viandanti.
Al rientro dagli
spogliatoi la metamorfosi più inaspettata, che purtroppo per i maddalonesi ha
capovolto il match come un calzino. Il timido Taranto decide di scendere
nell'arena e di combattere per riaprire un match che fino a quel momento
l'aveva visto interpretare il ruolo di attore non protagonista. Con la
segnatura di canestri su canestri, i tarantini ricuciono il gap in doppia cifra
di distacco, fino al 50-52 che ha costretto, invece, gli ospiti a chiamare il
time-out. I maddalonesi hanno provato a riorganizzare le idee, ma hanno
pagato le tante palle perse in virtù del fatto che i padroni di casa hanno
intercettato svariati passaggi orizzontali che gli permettevano di avere
un'autostrada davanti per concludere. Non solo, le percentuali al tiro sono
drasticamente precipitate e in difesa sono stati troppi i rimbalzi concessi ai
padroni di casa, che invece non hanno sprecato nulla. Taranto come un animale
feroce ha morso alla giugulare degli ospiti e trovato il vantaggio sul 55-54,
completando un 22-6 di parziale, che costringe a ricorrere ad un altro minuto
di sospensione la panchina biancoblu. A meno di 2", Sasà Desiato recupera palla a metà campo su passaggio lungo dalla
rimessa e segna allo scadere una tripla (55-57) importantissima, perché da ossigeno
ai calatini. L'ultimo periodo inizia con un altro black-out degli ospiti, che
vedono scappare Taranto sul 63-59. Francesco
Chiavazzo allora si rimbocca le maniche, e segna su azione o ai liberi,
permettendo ai suoi di non scivolare troppo giù. Rusciano e Piscitelli si
danno da fare a rimbalzo e nel pitturato offensivo, ma con un paio di
conclusioni e con il contropiede gli avversari volano sul 74-67. Gli ultimi 2'
vedono il Maddaloni tentare la via del fallo sistematico, ma recuperare la
partita era cosa ormai vana.
POST-PARTITA:
Partita double-face quella del Pala Mazzola, dove i calatini hanno sprecato il
vantaggio in doppia cifra, a favore di un caparbio Taranto che invece ha saputo
invertire il trend facendo sua la posta in palio. Poca concentrazione, e ancor
meno cinismo sono stati i talloni d’Achille dei biancoblu, che come avevano
pian piano preso l’ampio margine nei primi 20’, con altrettanta pigrizia sono
sprofondati nei secondi 20’ di gioco.
COMMENTI:
“È senz’altro una sconfitta che brucia davvero
– commenta un rammaricato coach Massimo Massaro – perché per quello che abbiamo visto nei primi due quarti eravamo in
una condizione tale da poter portare a casa la vittoria. Eravamo stati molto
positivi, anche se non perfetti, sia in
attacco che in difesa. In attacco avevamo eseguito i giochi per bene, con
ordine, arrivando alla fine perseguendo gli obiettivi che tali schemi ci
permettono di raggiungere – analizza il tecnico maddalonese – mentre in difesa eravamo riusciti a tenere
molto bene le loro bocche da fuoco. Purtroppo nel terzo quarto, dove avevo
chiesto ai miei giocatori una maggiore intensità perché credevo veramente di
poter spaccare la partita e finirla lì, perché loro erano sulle gambe già in
precedenza, non siamo stati concentrati. Loro sono stati più tonici, più
aggressivi, più reattivi, hanno recuperato tanti palloni, hanno avuto il
pallino del gioco in mano ed una maggiore intensità. Noi non siamo mai riusciti
ad invertire la rotta, abbiamo giocato con molta confusione, non siamo mai
arrivati alla fine dei giochi, le percentuali si sono abbassate, ed è dovuto
alla mancanza di essere liberi perché abbiamo giocato molto male senza palla.
Credo che la pallacanestro sia un gioco molto semplice ma anche molto spietato,
per cui quando non si fanno le cose giuste – conclude il trainer biancoblu
– vince chi merita, e Taranto ha meritato”.
Addetto Stampa
Pall. San Michele
Giovanni Bocciero
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