DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 06/10/2015
LEGA A. La formazione bianconera ha vinto grazie alla difesa, al sacrificio e alla leadership
Juvecaserta, chi ben comincia è a metà dell’opera
di Giovanni Bocciero
CASERTA. Partenza con il botto per la Juvecaserta di coach Sandro Dell’Agnello che grazie ad una performance di grande solidità espugna il PalaWhirlpool di Masnago, cosa che non succedeva dal lontano 2010. La partita dei bianconeri contro la Pallacanestro Varese non è stato certo uno spettacolo, e non potrà essere utilizzata quale spot per esportare questa fantastica disciplina sportiva. Eppure ha trasmesso dei valori come l’agonismo, la durezza mentale, l’abnegazione al lavoro, il sacrificio, l’accortezza difensiva e soprattutto quel killer instinct che porta senza alcun dubbio il nome e cognome di Bobby Jones.
UN TIMEOUT CON BOBBY JONES PROTAGONISTA |
LEADERSHIP. L’ala ex Virtus Roma non aveva di certo brillato durante la fase di precampionato della Juvecaserta, per diversi motivi che abbiamo già motivato nelle scorse settimane e che non vogliamo ripetere in questa circostanza. Allo stesso modo quasi, anche durante la partita contro Varese non stava disputando la sua migliore prestazione nel campionato di Serie A, fin quando poi non ha pescato nel suo bagaglio d’esperienza quella leadership che lo contraddistingue. Nei momenti decisivi dell’incontro si è alzato per ben tre volte consecutive dall’arco dei 6,75 trovando soltanto il fondo della retina, e in quel momento stava tirando con uno 0/2. In penetrazione poi ha chiuso di fatto la contesa, mettendo il punto esclamativo ad una vittoria che per i beniamini del PalaMaggiò vale come oro colato. E che ha aperto la stagione con un sorriso dopo i quattordici “schiaffoni” ricevuti l’anno scorso.
SACRIFICIO. La prima stagionale della Juvecaserta ha visto il giocatore più atteso, l’autentica stella e fulcro del gioco, Peyton Siva, occupare un sediolino in tribuna piuttosto che essere protagonista sul parquet. La sua assenza era stata già sventolata ai quattro venti, e dunque nessuna sorpresa nell’immediato prepartita. Il forfait di Siva ha comunque aperto un grosso problema in cabina di regia per coach Sandro Dell’Agnello, che nel delicato ruolo di regista ha dovuto far ruotare Marco Giuri, Daniele Cinciarini e Muhammad El Amin. Con grande sacrificio i tre bianconeri hanno decisamente portato il proprio mattoncino per la causa della compagine di Pezza delle Noci. Cinciarini è forse stato quello più in palla, soprattutto per le capacità di metronomo dimostrate: ottime letture e gestione dei ritmi per il fratello d’arte. Il tanto criticato El Amin ancora una volta è stato costretto a fare ciò che non è certamente il suo cavallo di battaglia. Diverse sbavature in fase di playmaking per l’ex Ferentino, ma alla fine le cose positive sono maggiori rispetto a quelle negative, e per il momento una pacca sulla spalla se la merita tutta. Infine Giuri, il pupillo del tecnico casertano, che è stato un valore aggiunto soprattutto per l’intensità difensiva che a tratti ha davvero estromesso i pari ruolo avversari dal creare gioco.
DIFESA. Abbiamo detto della prestazione di Giuri, ma in realtà è tutta la Juvecaserta che si è dannata nella propria metà campo costringendo una squadra come Varese, per voce dei maggiori addetti ai lavori essere una formazione dal grande talento offensivo, a realizzare un esiguo bottino di 51 punti. Non è una sorpresa che all’esordio in campionato i bianconeri abbiamo dimostrato questa solidità difensiva, che ha contraddistinto sin dai primi giorni del raduno il lavoro dello staff tecnico casertano. Principi basilari quelli della Juvecaserta, maglie strette, fila serrate, aiuti e recuperi. L’autentica antitesi rispetto alle linee guida di Zare Markovski, ad esempio, visto sulla panchina bianconera per sei gare nello scorso anno e a cui la fase difensiva poco importava rispetto a quella offensiva. E allora come non fare a menzionare i vari Dario Hunt, Micah Downs e Viktor Gaddefors. Per quanto riguarda il centro ex Capo d’Orlando, la sua prestazione sotto le plance è stata quasi da incorniciare, visto che lotta come un gladiatore e di un suo degno predecessore, ovvero Michelori, ha anche fotocopiato le percentuali poco felici dalla linea della carità. Ma poco importa, l’area pitturata è ben presidiata con lui. Il “soldatino” Gaddefors altrettanto si dimena, sporca palloni e prova a dare sempre il suo apporto, così come l’esterno lo scorso anno in Russia, Downs, che salta, combatte e non si risparmia. Chi ben comincia è a metà dell’opera, “good job” Juvecaserta.
Nessun commento:
Posta un commento