Dario
Hunt, il gigante di Caserta
«Che noia il football, meglio le sfide sotto canestro»
di Giovanni Bocciero*
Sbarcato
in estate all’ombra della Reggia con la fama del pivot di ruolo, Dario Hunt in
maglia JuveCaserta sta rispettando questa reputazione. L’ex Nevada rappresenta
una delle pietre miliari del roster di coach Sandro Dell’Agnello. Come detto, è
arrivato a Caserta per ricoprire un ruolo da protagonista, e fin qui sta
viaggiando alle considerevoli cifre di quasi una doppia-doppia di media in
punti (poco più di 10) e rimbalzi (poco più di 9) aggiungendo circa due stoppate.
Ma oltre al mero dato statistico, Hunt ha portato nel pitturato solidità ed
intimidazione, che a tratti lo fanno dominare, e che unite alle cifre di cui
sopra, basterebbero per aggiudicarsi il titolo di “defensive player” in NBA. Ecco, la NBA, che non è riuscito neppure
a sfiorare dato che appena uscito dall’università, nell’estate del 2012, non è
stato scelto al draft. E così arriva in Europa per farsi le ossa, dividendosi tra
Ucraina, Austria e appunto Italia, con una parentesi in D-League ai Rio Grande
Valley Vipers senza riuscire comunque a strappare un contratto NBA. Giocatore
anche spettacolare, Hunt a suon di schiacciate è diventato un beniamino dei
tifosi. E con l’attuale leader delle classifiche individuali in rimbalzi e
stoppate abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
«Ho iniziato a giocare
a pallacanestro sul serio quando avevo circa 14 anni. Fino ad allora il mio
sport principale era stato il football».
Ecco, hai praticato
anche football con risultati piuttosto buoni. Che ruolo occupavi e perché hai
poi deciso di giocare solo a basket?
«Giocavo da
"defensive" onestamente, ma il football era uno sport che mi annoiava
a causa della stessa routine. Il basket invece è stata una sfida, e mi piace
sfidare me stesso».
Quali sono le tue
origini e che tipo di famiglia è la tua?
«Sono cresciuto a Tampa,
in Florida, ma ho vissuto in tanti luoghi perché entrambi i miei genitori erano
militari. Da questo punto di vista, siamo una tipica famiglia di militari».
Sin da giovanissimo hai
preso tanti rimbalzi e fatto tante stoppate, qual è il tuo segreto?
«Nessun segreto, queste
due statistiche sono frutto di grande sforzo ed altrettanto desiderio. Penso
solo a voler giocare bene quando scendo in campo».
Al college hai avuto
una striscia di 19 tiri liberi consecutivi in tre gare, statistica in
controtendenza rispetto ad oggi. Ricordi in particolare quel momento?
«Sì, mi ricordo che ero
molto fiducioso del mio tiro libero. Ora è una specie di blocco mentale, ma io
mi sforzo per migliorare».
Chi sei e cosa fai
fuori dal campo?
«Fuori dal campo sono
una persona abbastanza fredda, solitaria. Mi piace il buon cibo, la buona
musica e le brave persone, e sono una persona abbastanza ottimista e positiva».
Qual è il tuo hobby
preferito?
«Sono un pensatore
abbastanza selvaggio, così ogni volta che mi posso esprimere lo faccio sia
attraverso la scrittura o comunque attraverso qualcosa di creativo».
Cosa ti incuriosisce
dell'attualità?
«Cerco sempre di
rimanere aggiornato sulle ultime notizie che arrivano dal mondo, ma io mi
concentro di più sugli eventi positivi. Mi piacciono le novità in campo
tecnologico e musicale».
Qual è il tuo pensiero
sul terrorismo?
«È un problema
importante che deve affrontare il mondo in questo momento, ed è triste. Non ho
le risposte giuste per risolverlo, ma è difficile che si migliori se
continuiamo a procedere con "l'occhio per occhio". Auspico di cuore
che questa non diventi la nuova normalità per il mondo».
A novembre ci saranno
le elezioni in USA per il dopo Obama, qual è la tua idea politica?
«Sinceramente non ho
alcuna affiliazione a partiti politici. Penso solo che i governi dovrebbero
lavorare per creare un ambiente equo e portare avanti il paese insieme, per il
bene di tutti».
Com'è il tuo rapporto
con la religione?
«Il mio rapporto con la
religione è molto personale, è una cosa davvero intima».
Hai mai vissuto una
situazione di razzismo. Come ti comporti su questo argomento?
«Sì, come penso che
accade a tutte le minoranze. Cerco di non sprecare alcuna energia in
riferimento a queste situazioni. Chi lo commette non si rende conto che il
mondo si sta evolvendo davanti ai loro occhi».
Ti piace comunicare
tanto attraverso i vari social network?
«Sono piuttosto attivo
su Instagram, ma cerco di non spendere troppo tempo sui social media».
Hai anche un sito ed un
blog personale, ci spieghi il loro utilizzo?
«Sì, www.l-l-f.co è il
mio marchio, acronimo di "living life fearless", ovvero vivi la vita
senza paura. È un progetto online aperto a individui e marchi creativi per
essere connessi e mostrare il proprio materiale. Il blog
(www.beboldbefearless.co) è invece uno spazio in cui gli utenti possono
condividere tutti i propri pensieri».
Hai un personaggio
sportivo a cui ti ispiri?
«Crescendo Kevin
Garnett era il mio giocatore preferito per l’intensità che metteva quando
giocava».
Ai tempi dell’università
esprimesti il pensiero che per te battere l'avversario è il momento più
emozionante. Ci spieghi perché?
«Sono una persona molto
competitiva e sapere che tu sei il migliore quando vinci è la più bella
sensazione che si può provare nello sport in generale».
Quando terminerai la
carriera da giocatore cosa ti piacerebbe fare?
«Sicuramente qualcosa
nel mondo degli affari, e spero anche qualcosa di creativo ovviamente».
Hai partecipato all'All
Star Game, sei attualmente il miglior rimbalzista e stoppatore del campionato, insomma
onorificenze individuali importanti per la tua carriera?
«Certo, però non va
dimenticato che la pallacanestro è uno sport di squadra. Ho lavorato tanto
tempo e con fatica con il coach su diversi movimenti individuali, e anche per
migliorare il mio tiro libero, e vedere che il lavoro paga è sempre molto gratificante».
Cosa pensi della città
di Caserta, hai avuto modo di visitarla?
«Caserta è una città
piccola ma bella e importante. Mi piace tanto e mi sento a mio agio qui».
Passiamo al campionato,
qual è il tuo giudizio sin qui?
«È sempre difficile
vincere soprattutto quando ti capitano un sacco di avversità, che penso abbiamo
saputo gestire anche abbastanza bene finora. Abbiamo perso alcune partite
importanti, ma siamo ancora molto competitivi».
Come ti trovi nello
spogliatoio, con i compagni e lo staff tecnico?
«Vado d'accordo con
tutti, sia compagni che coach. Abbiamo un lavoro da fare, da portare a termine,
e non posso farlo sicuramente da solo».
Il pubblico casertano è
molto controverso, caloroso ma anche critico, la tua opinione sulla tifoseria?
«Non ho avuto nessun
problema con le persone di Caserta, ma solo interazioni positive. Credo che
fino a quando giocherò duro non ce ne saranno».
Domanda secca: dove
potete arrivare in campionato?
«Credo che al completo,
e se giochiamo nel modo giusto, siamo una delle migliori squadre del
campionato. Possiamo certamente fare i playoff, ma, naturalmente, non sarà
facile raggiungerli».
Centro classe ‘89, 206 cm, nato a Colorado Springs. Al liceo Pine Creek stabilisce i record scolastici in rimbalzi e stoppate viaggiando a 15 punti e 12 rimbalzi. Si trasferisce poi alla Charis Prep dove con 16.1 punti, 15.3 rimbalzi e 3.1 stoppate è nominato Mvp. In NCAA gioca per Nevada, in quattro anni è inserito tre volte nel quintetto difensivo e due nel secondo quintetto della WAC. Guida la conference due volte in stoppate (2.4 il career-high) e una in rimbalzi (9.8), e ha stabilito il record di una singola stagione dell'università in stoppate: 83. Career-high in punti (14.1) al Gussing.
HANNO DETTO
Sandro Dell’Agnello:
«È un ragazzo sensibile e intelligente
che se motivato mette grande energia in ciò che fa. Può essere un fattore in
difesa grazie a mobilità ed atletismo, e a rimbalzo perché, seppur undersize, è
un ottimo saltatore con senso della posizione, ma anche offensivamente se
servito in maniera dinamica. Con lui ho un buon feeling ed abbiamo migliorato degli
aspetti del gioco. Ha un ottima comprensione e quando gli si chiede qualcosa
non c’è bisogno di ripeterla due volte, particolare non trascurabile».
Andrea Ghiacci: «È stata una grande sorpresa. Non lo conoscevo e ho avuto
modo di riscontrare che è un ragazzo super, fuori e dentro il campo. Si allena sempre con grande voglia e intensità, e pur non
essendo altissimo riesce ad essere un pivot dominante, e lo sta dimostrando».* per il mensile BASKET MAGAZINE
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