LEGA A. Coach Molin è sembrato ancora preoccupato ma ha tracciato la strada: «bisogna lavorare in difesa»
Juvecaserta, si emerge o si muore tutti insieme
Giovanni Bocciero
CASERTA. Ancora la sala audiovisiva dell’Istituto Salesiani è stata lo scenario della conferenza stampa di presentazione alla prossima sfida di campionato che vedrà la Juvecaserta impegnata sul parquet della Virtus Bologna.
«Fisicamente stiamo messi meglio - ha esordito coach Lele Molin - perché Sam Young che già era completamente guarito, in settimana si è allenato ed ha raggiunto una condizione fisica migliore. Abbiamo avuto qualche acciacco nell’allenamento di giovedì, però fisicamente penso che la squadra stia meglio. Moralmente invece, i ragazzi stanno bene, nel senso che non sono più di tanto rammaricati della partita con Brindisi ma guardano già avanti. Posso dire dunque, che abbiamo avuto una settimana abbastanza positiva di lavoro. Dire che stiamo al top è ancora prematuro, però penso siamo pronti per la gara di Bologna».
L’analisi, a mente fredda, della partita di domenica scorsa contro Brindisi non poteva naturalmente mancare.
«Molti si sono soffermati sull’aspetto offensivo della squadra. La cosa che non mi è piaciuto contro Brindisi - ha chiarito immediatamente il tecnico bianconero - è stata invece la difesa, perché abbiamo giocato soft, con poche rotazioni e aiuti. È la cosa che davvero mi porto di più dentro, perché può essere un grande insegnamento. Rivedendo la partita durante la settimana, penso che dobbiamo avere un atteggiamento difensivo individuale e di squadra completamente diverso. Questo è ciò che devo inculcare nella testa dei miei giocatori».
La Juvecaserta ha dimostrato più volte che non è società che si piange addosso, però quanto manca ed influenza in questo particolare momento Vitali?
«L’assenza di Michele Vitali è importante per gli equilibri difensivi, perché ha carattere e abnegazione, nonostante lo scorso anno sia stato un anello debole soprattutto nella prima parte. Penso che - ha tuonato il trainer di Pezza delle Noci - se non mettiamo a posto quanto prima la nostra situazione difensiva tutto ciò che facciamo in attacco diventa superfluo, quasi inutile. Lo scorso anno abbiamo avuto una consistenza difensiva completamente diversa».
Gettare addosso al singolo giocare la croce, per la singola prestazione, non giova a nessuno. In questo coach Molin è stato fin troppo chiaro settimana scorsa, quando si additò Ronald Moore per la sua gara a Roma. Eppure è il primo, comunque, che fa autocritica, basti che sia costruttiva e non distruttiva, che aiuti realmente insomma.
«Riconosco di non avere distribuito bene il minutaggio di Frank Gaines, Marco Mordente e Claudio Tommasini - ha sentenziato l’allenatore che ha anche provato a motivare questa sua scelta -. Però cercavo una squadra, un quintetto, che riuscisse ad essere equilibrato in campo, capace di passarsi la palla e di essere capace di affrontare la gara con personalità. Così però non è stato, soprattutto per la stanchezza e l’incapacità di giocare ancora insieme».
I numeri sono tutti contro la Juvecaserta, dalle percentuali di tiro alle statistiche dei rimbalzi.
«Le percentuali di tiro nascono da una selezione di tiri, e quindi è in linea con il concetto che non riusciamo a passarci bene la palla - ha spiegato il coach -. Per i rimbalzi, lo collego con il fatto che se prendiamo un buon tiro, siamo anche posizionati bene a rimbalzo offensivo. Difensivamente parlando, invece, la questione principale riguarda gli uno vs uno senza palla e le rotazioni difensive. Se facciamo fatica nel pitturato con i lunghi, c’è una certa incapacità a dare sostegno da parte degli esterni con i tagliafuori».
Come reputa i prossimi avversari coach Molin?
«Bologna non è certamente la squadra degli anni d’oro. In preseason hanno preso delle legnate e sono stati bravi a vestirsi con la tuta dell’operaio. Questo significa che domenica ci aspetta una partita dura, e la squadra deve essere cosciente che quella partita sarà una battaglia. Loro saranno affamati di vittorie».
C’è comunque da recriminare per questo inizio di campionato.
«La situazione nelle prime due gare è stata quella che è stata, però voglio ricordare - ha continuato il tecnico - che Pistoia lo scorso anno ha iniziato 0-3 e poi ha fatto il campionato che tutti sappiamo. La squadra soffre sicuramente, ma andremo a Bologna con la convinzione di giocarci la partita. Il problema principale per me è la difesa, e sono convinto che non appena sistemiamo questo aspetto del gioco andremo meglio anche in attacco. In questo momento il mio pensiero è la Juvecaserta, sistemare le nostre questioni e relazionarci agli avversari per quello che sono e per quello che siamo. Il campionato è lungo, ma non lunghissimo - ha concluso Lele Molin -, quindi mettiamoci sotto con il lavoro».
Il pensiero della società, trasmesso dal suo coach, sembra piuttosto chiaro: «O si emerge tutti insieme o si muore tutti insieme».
«Fisicamente stiamo messi meglio - ha esordito coach Lele Molin - perché Sam Young che già era completamente guarito, in settimana si è allenato ed ha raggiunto una condizione fisica migliore. Abbiamo avuto qualche acciacco nell’allenamento di giovedì, però fisicamente penso che la squadra stia meglio. Moralmente invece, i ragazzi stanno bene, nel senso che non sono più di tanto rammaricati della partita con Brindisi ma guardano già avanti. Posso dire dunque, che abbiamo avuto una settimana abbastanza positiva di lavoro. Dire che stiamo al top è ancora prematuro, però penso siamo pronti per la gara di Bologna».
L’analisi, a mente fredda, della partita di domenica scorsa contro Brindisi non poteva naturalmente mancare.
«Molti si sono soffermati sull’aspetto offensivo della squadra. La cosa che non mi è piaciuto contro Brindisi - ha chiarito immediatamente il tecnico bianconero - è stata invece la difesa, perché abbiamo giocato soft, con poche rotazioni e aiuti. È la cosa che davvero mi porto di più dentro, perché può essere un grande insegnamento. Rivedendo la partita durante la settimana, penso che dobbiamo avere un atteggiamento difensivo individuale e di squadra completamente diverso. Questo è ciò che devo inculcare nella testa dei miei giocatori».
La Juvecaserta ha dimostrato più volte che non è società che si piange addosso, però quanto manca ed influenza in questo particolare momento Vitali?
«L’assenza di Michele Vitali è importante per gli equilibri difensivi, perché ha carattere e abnegazione, nonostante lo scorso anno sia stato un anello debole soprattutto nella prima parte. Penso che - ha tuonato il trainer di Pezza delle Noci - se non mettiamo a posto quanto prima la nostra situazione difensiva tutto ciò che facciamo in attacco diventa superfluo, quasi inutile. Lo scorso anno abbiamo avuto una consistenza difensiva completamente diversa».
Gettare addosso al singolo giocare la croce, per la singola prestazione, non giova a nessuno. In questo coach Molin è stato fin troppo chiaro settimana scorsa, quando si additò Ronald Moore per la sua gara a Roma. Eppure è il primo, comunque, che fa autocritica, basti che sia costruttiva e non distruttiva, che aiuti realmente insomma.
«Riconosco di non avere distribuito bene il minutaggio di Frank Gaines, Marco Mordente e Claudio Tommasini - ha sentenziato l’allenatore che ha anche provato a motivare questa sua scelta -. Però cercavo una squadra, un quintetto, che riuscisse ad essere equilibrato in campo, capace di passarsi la palla e di essere capace di affrontare la gara con personalità. Così però non è stato, soprattutto per la stanchezza e l’incapacità di giocare ancora insieme».
I numeri sono tutti contro la Juvecaserta, dalle percentuali di tiro alle statistiche dei rimbalzi.
«Le percentuali di tiro nascono da una selezione di tiri, e quindi è in linea con il concetto che non riusciamo a passarci bene la palla - ha spiegato il coach -. Per i rimbalzi, lo collego con il fatto che se prendiamo un buon tiro, siamo anche posizionati bene a rimbalzo offensivo. Difensivamente parlando, invece, la questione principale riguarda gli uno vs uno senza palla e le rotazioni difensive. Se facciamo fatica nel pitturato con i lunghi, c’è una certa incapacità a dare sostegno da parte degli esterni con i tagliafuori».
Come reputa i prossimi avversari coach Molin?
«Bologna non è certamente la squadra degli anni d’oro. In preseason hanno preso delle legnate e sono stati bravi a vestirsi con la tuta dell’operaio. Questo significa che domenica ci aspetta una partita dura, e la squadra deve essere cosciente che quella partita sarà una battaglia. Loro saranno affamati di vittorie».
C’è comunque da recriminare per questo inizio di campionato.
«La situazione nelle prime due gare è stata quella che è stata, però voglio ricordare - ha continuato il tecnico - che Pistoia lo scorso anno ha iniziato 0-3 e poi ha fatto il campionato che tutti sappiamo. La squadra soffre sicuramente, ma andremo a Bologna con la convinzione di giocarci la partita. Il problema principale per me è la difesa, e sono convinto che non appena sistemiamo questo aspetto del gioco andremo meglio anche in attacco. In questo momento il mio pensiero è la Juvecaserta, sistemare le nostre questioni e relazionarci agli avversari per quello che sono e per quello che siamo. Il campionato è lungo, ma non lunghissimo - ha concluso Lele Molin -, quindi mettiamoci sotto con il lavoro».
Il pensiero della società, trasmesso dal suo coach, sembra piuttosto chiaro: «O si emerge tutti insieme o si muore tutti insieme».
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