LEGA A. Per i bianconeri il miracolo salvezza si può raggiungere soltanto con un allineamento di tutti i pianeti
Juvecaserta, imboccata la strada di non ritorno
di Giovanni Bocciero
CASERTA. Il “day after tomorrow” per la Juvecaserta ha un sapore che va ben oltre alla sconfitta, all’aver ceduto il passo all’avversario, è paragonabile ad un tracollo vero e proprio che avrà sicuramente ripercussioni anche e soprattutto sul futuro della compagine di Pezza delle Noci. “Quando si perde, qui, sembra sia morto qualcuno”, non sono state le parole esatte pronunciate appena messo piede in sala stampa da coach Enzo Esposito, ma il senso, quello, colpisce nel segno. Purtroppo la sensazione è proprio quella che il PalaMaggiò abbia assunto le sembianze di una camera ardente, e la salma al centro è quella della Juvecaserta.
La sconfitta contro Capo d’Orlando equivale davvero al “De profundis” del club bianconero che adesso per centrare la salvezza dovrebbe davvero iniziare a vincere e non fermarsi più, perché recuperare tre o addirittura quattro partite non sono mica uno scherzo. La cosa che forse maggiormente deprime l’ambiente casertano è la prestazione, perché si può senz’altro dire che contro l’Orlandina la compagine bianconera ha disputato la sua peggior partita da quando a sedere sulla panchina è Esposito.
Lapidario da questo punto di vista il commento del decano dei giornalisti casertani Romano Piccolo, che non solo ha evidenziato ancora una volta le assolute debolezze di una squadra che pecca quasi sotto tutti i punti di vista, e che nemmeno gli aggiustamenti del mercato ha saputo realmente sistemare, ma ha anche lanciato un messaggio piuttosto chiaro e tondo: “io credo ad un solo miracolo, quello che qualche squadra rinunci alla massima serie nella prossima stagione”.
Il problema di fatto, adesso, è che non bisogna più fare la corsa soltanto sulle proprie forze ma bisognerà per forza guardare ai risultati delle altre che, almeno per il momento, non sembrano rallentare neppure un istante. Fatta questa analisi, bisognerebbe davvero che tutti i pianeti si allineassero per far sì che la Juvecaserta riesca a salvarsi, forse ben oltre del mero miracolo.
La retrocessione è uno spettro che domenica in domenica si sta sempre più consolidando, e per il popolo di fede bianconera è una mazzata tra capo e collo soprattutto in virtù delle alte aspirazioni che c’erano per questa stagione sportiva. Lo 0-14 iniziale doveva essere cancellato, e a tratti Caserta ci è anche riuscita. Ma le forze mentali sono andate via via estinguendosi e per questo si è arrivati in questa fase in cui la squadra quasi non ne ha più. Mettiamoci anche l’assenza di Henry Domercant, un giocatore comunque essenziale non per i punti, non per il talento, ma per la personalità e la leadership come dichiarato dallo stesso “El Diablo” in conferenza stampa, hanno depotenziato un roster che è stato ridotto delle rotazioni a causa degli addii di Chapin ed Avramov e del non ancora pieno recupero di Michelori.
La retrocessione è dunque dietro l’angolo e purtroppo per Caserta città sarà una cosa davvero difficile da digerire. Queste ultime nove partite di campionato saranno vissute quasi come un’agonia, ammesso che la truppa di coach Esposito non riesca a regalare qualche ultima emozione che rendano meno amara la “discesa”.
La sconfitta contro Capo d’Orlando equivale davvero al “De profundis” del club bianconero che adesso per centrare la salvezza dovrebbe davvero iniziare a vincere e non fermarsi più, perché recuperare tre o addirittura quattro partite non sono mica uno scherzo. La cosa che forse maggiormente deprime l’ambiente casertano è la prestazione, perché si può senz’altro dire che contro l’Orlandina la compagine bianconera ha disputato la sua peggior partita da quando a sedere sulla panchina è Esposito.
FOTO CAROZZA |
Il problema di fatto, adesso, è che non bisogna più fare la corsa soltanto sulle proprie forze ma bisognerà per forza guardare ai risultati delle altre che, almeno per il momento, non sembrano rallentare neppure un istante. Fatta questa analisi, bisognerebbe davvero che tutti i pianeti si allineassero per far sì che la Juvecaserta riesca a salvarsi, forse ben oltre del mero miracolo.
La retrocessione è uno spettro che domenica in domenica si sta sempre più consolidando, e per il popolo di fede bianconera è una mazzata tra capo e collo soprattutto in virtù delle alte aspirazioni che c’erano per questa stagione sportiva. Lo 0-14 iniziale doveva essere cancellato, e a tratti Caserta ci è anche riuscita. Ma le forze mentali sono andate via via estinguendosi e per questo si è arrivati in questa fase in cui la squadra quasi non ne ha più. Mettiamoci anche l’assenza di Henry Domercant, un giocatore comunque essenziale non per i punti, non per il talento, ma per la personalità e la leadership come dichiarato dallo stesso “El Diablo” in conferenza stampa, hanno depotenziato un roster che è stato ridotto delle rotazioni a causa degli addii di Chapin ed Avramov e del non ancora pieno recupero di Michelori.
La retrocessione è dunque dietro l’angolo e purtroppo per Caserta città sarà una cosa davvero difficile da digerire. Queste ultime nove partite di campionato saranno vissute quasi come un’agonia, ammesso che la truppa di coach Esposito non riesca a regalare qualche ultima emozione che rendano meno amara la “discesa”.
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