sabato 21 gennaio 2012

I Suns tra vittorie e mercato

EDITORIALE NBA DI GIOVANNI BOCCIERO DEL 21/01/2012

I Suns tra vittorie e mercato

Ebbene, siamo qui a commentare un viaggio sulla costa atlantica che ci ha visto sorprendentemente protagonisti. Due vittorie consecutive in due tempi della pallacanestro americana, il Madison Square Garden di New York, e il nuovo TD Garden di Boston. Due vittorie sicuramente non facili, ma che fanno certamente morale. Torniamo indietro con la pellicola, però, e analizziamo il cammino di Phoenix dall'inizio di questo 2011, ovvero dalla vittoria casalinga contro i Golden State Warriors per 102-91. Ebbene, nelle ultime undici gare (tutte quelle del 2011), abbiamo racimolato cinque vittorie. Cammino che potrebbe sembrare buono, soddisfacente, ma solo alla luce delle ultime due 'doppie v', perchè altrimenti tre vittorie su nove gare è un bottino quasi disastroso. Quindi diciamo di poter vedere il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto, ma non illudiamoci. Alla vittoria contro i Warriors, hanno fatto seguito lo stop di Dallas per 98-89, e la doppia vittoria all'U.S. Airways Center contro Portland e Milwaukee, la prima con un considerevole 102-77 contro una delle franchigie più in forma del momento, la seconda per 109-93 contro Brandon Jennings e compagni.
Fino a quel momento, sembrava che tutto rispecchiasse il copione, poi il buio, il nulla più totale. Cinque sconfitte consecutive che hanno fatto davvero male, contro acerrimi avversari e franchigie derelitte. In successione, sconfitta a Los Angeles, sponda Lakers (99-83), in casa contro i Cleveland Cavaliers (101-90), in casa contro i New Jersey Nets (110-103), in quel di San Antonio (102-91), e poi a Chicago (118-97). Prestazioni opache che si sono susseguite l'una all'altra, e che devono soprattutto farci notare una cosa. La nostra difesa non è mai stata una delle migliori della lega, e questo lo sappiamo. Ma se nella nostra metà campo siamo in pratica costanti, non lo siamo più in quella offensiva. Di fatti, se volessimo fare due calcoli con la calcolatrice alla mano, evidenziamo che in queste ultime cinque gare appena analizzate (Lakers, Cavs, Nets, Spurs e Bulls), abbiamo concesso ben 106 punti di media, facendo arrivare gli avversarie per quattro volte oltre i cento punti, escluso nel caso dei Lakers, che si son fermati a quota 99. Se poi vogliamo considerare il proverbio, abbiam fatto 30 facciamo 31, questi 99 punti gialloviola possiamo quasi considerarli come un centello subito. Abbaim parlato della difesa, ma se utilizziamo la stessa formula matematica anche per l'attacco, vedremo che siamo riusciti a realizzare soli 92,8 punti di media, superando quota cento punti in una singola occasione, contro i Nets. Ebbene, se volessimo ascoltare i santoni della tattica, alcuni potrebbero analizzare tale situazione dicendo che un qualsiasi schema tattico, nel nostro caso l'amato run'n'guns, dopo alcuni anni in cui sembra originale, esclusivo, senza soluzione di rompicapo, diventa saturo, e gli altri allenatori prendono le giuste contromisure.
Il nostro problema però, sappiamo benissimo che non è lo schema. Il nostro più grande problema è che purtroppo, diciamola com'è realmente, quest'anno siamo una squadra forma da una serie di giocatori, messi a giocare insieme così, giusto per avere i dodici uomini a disposizione. Poi, continuiamo purtroppo ad essere Nash-dipendenti, perchè quando non c'è il folletto canadese a gestire il pallone, a smistarlo nelle mani dei tiratori, a mettere paura le difese costringendole a spostarsi e riposizionarsi. Questo è dovuto semplicemente al fatto che non abbiamo nella batteria di esterni giocatori capaci di crearsi i tiri dal palleggio, oppure segnare in penetrazione. I vari Brown, Dudley e Redd vanno messi in ritmo, mentre i vari Frye, Warrick, Gortat, Lopez e Morris, non sono giocatori capaci di fare 1vs1 in post basso, ma devono essere serviti sugli scarichi mentre tagliano a canestro, e in questo caso cosa è utile? Giusto, il pick'n'roll che deve vedere come protagonista, o co-protagonista, il solito Steve Nash. Oltretutto, alle sue spalle abbiamo due playmaker davvero inesistenti quali Price (qualcosina ha fatto vedere ma...) e Telfair (oggetto misterioso).
Come pensavo, Michael Redd non può risolvere queste nostre defezioni, soprattutto perchè deve, a mio avviso, arrivare ad una forma fisica decente. In quel di Boston, poi, coach Alvin Gentry ha preferito non farlo proprio entrare in campo. Con questo voglio dire che si dovrebbe ritornare sul mercato. Questo è un argomento, però, che affronterò tra un pochino. Per il momento, soffermiamoci sulle ultime due gare, che fortunatamente ci hanno visto vincere su due campi importantissimi come quelli di New York e Boston, con due punteggi (91-88 contro i Knicks e 79-71 contro i Celtics) che certamente non rispecchiano quelle cifre a cui eravamo abituati (leggasi la formula matematica precedentemente teorizzata), ma che comunque ci hanno permesso di sorridere, pur tenendo presente che su diversi giornali i commenti contro la franchigia degli ex Mike D'Antoni e Amare Stoudemire, e quella degli ex Big Three Garnett-Allen-Pierce, sono parecchio critici, come "Knicks e Celtics sempre più giù".
Arrivati a questo punto, apriamo questa finestra sul mercato, in cui i Phoenix Suns vengono resi protagonisti di diversi movimenti, tutti inerenti alla conclusione della stagione, quindi a giugno. Soprattutto perchè a giugno, tempo di free-agent, avremo un bel pò di salario da spendere, visto che i contrattoni di Nash e Hill scadono, e gli altri contratti di Brown, Telfair e Price (tutti contratti annuali) saranno conclusi. Sembra, dunque, che la dirigenza voglia a tutti i costi firmare Deron Williams, il play dei Nets che molto probabilmente non accetterà l'offerta di prolungamento del magnate russo Prokhorov, soprattutto perchè nel New Jersey non si è ambientato e non è tanto amato. Così facendo, sarebbe disposto a lasciare le 'retine' per cercare di costruire altrove un progetto serio, magari nel deserto dell'Arizona. Oltretutto, gli si potrebbe mettere alle spalle Nash, che molto probabilmente sarebbe disposto a rifirmare con i Suns a cifre molto più basse di quelle che attualmente percepisce, proprio per amore dellamaglia, per cui quando si accosta il suo nome ad altre squadre nega deciso qualsiasi cosa. D-Will è un play moderno, fisico, atletico, con visione di gioco, propenso alle assist, e soprattutto all'occorrenza un realizzatore, che può tranquillamente giocare anche come guardia. Quindi a tratti si potrebbe ipotizzare un duo Nash da point-guard e Williams da shooting-guard. Un'altro giocatore che la dirigenza dei Suns seguirebbe è Gerald Wallace, in scadenza ai Portland Trail Blazers. L'ala ex Charlotte è un giocatore a tutto tondo, capace di figurare contemporaneamente nella classifiche speciali di rimbalzi, stoppate e palle recuperate. Inoltre, è un giocatore parecchio votato a giocare in campo aperto, e quindi non troverebbe difficoltà a inserirsi nei nostri schemi. Sempre nel ruolo di small-forward, non sono solo voci gl'interessamente per Danilo Gallinari, l'ala italiana che dopo l'esperienza di New York si sta ritagliando un ruolo da protagonista in quel di Denver. Nel Colorado il Gallo è considerato ormai un giocatore fondamentale per rilanciare la franchigia nel dopo Anthony, ma il milanese questo giugno esce dal contratto di rookie, e quindi sarebbe pronto a firmare, forse, il contratto della carriera. Gallinari è un tiratore mortifero, anche se attualmente le percentuali non sono a suo favore, ma è capace anche di mettersi al servizio della squadra, facendo tante altre cose utilissime all'economia del team, e soprattutto sa creare dal palleggio, proprio quello che attualmente ci manca in squadra. Come l'italiano, anche Kevin Love a giugno aspetterà che gli sia proposto il contratto della carriera, uscendo anch'egli dal contratto da rookie. Il giocatore di Minnesota è un lungo solido sotto le plance, autentico giocatore da doppia-doppia, che farebbe faville in coppia con Marcin Gortat.
Approposito del centro polacco, ormai ci sta abituando a cifre importanti, doppia-doppia quasi certa, e si sta rivelando davvero un pezzo essenziale del mosaico e del quintetto dei Phoenix. Speriamo che continui così, perchè potrebbe rivelarsi l'unica nota lieta di una stagione, che a mio avviso, dovrà servirci solo per ricostruire, sperando che non perderemo questo tempo utile.

2 commenti:

  1. Davvero ben fatto,complimenti............io se arrivasse un giocatore come Deron potrei esplodere dalla felicità ma sinceramente ho paura che Steve venga scambiato a Orlando per giocatori come Nelson e Redick.

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    1. Innanzitutto grazie per i complimenti...beh D-Will è D-Will, e non si discute. Io sinceramente confido sulla ferma volontà di Steve a chiudere la carriera nella Valle del Sole, anche perchè sono oltre due anni che si parla di una trade con lui protagonista, e fin qui nulla. E poi le contropartite sono Nelson e Redick, oddio. Nelson non mi ha mai suscitato nulla, per me è come il pane senza sale, proprio insipido. JJ invece è una sorta di tiratore, ma lì cadremmo nella teoria che ho enunciato nell'articolo, ovvero che non ci serve un giocatore da piedi per terra, bensì uno che sappia attaccare dal palleggio!

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