Un circuito cittadino darà il via alla 96esima edizione del Giro d'Italia
Ciclismo - Napoli si tinge di rosa
NAPOLI.
In questo periodo la città di Napoli è senz’altro un punto importante del
mondo, a cui sono rivolte milioni di telecamere, perché quel che succede
all’ombra del Vesuvio interessa dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Svezia
all’Africa, passaggio per la Russia, la Cina ed ogni angolo del mondo. Bisognerebbe
quasi individuare Napoli sulla cartina geografica e segnarla con
l’evidenziatore, in modo da non perderla. Infatti, poco più di una settimana
fa, dal 16 al 21 aprile, nel golfo di Napoli ci sono state le World Series
dell’America’s Cup, la massima competizione di vela internazionale, e a
distanza di quindici giorni, venerdì 3 e sabato 4 maggio a Napoli si ritroverà
la crème de la crème del ciclismo mondiale, visto che dal capoluogo regionale
sarà dato il via alla novantaseiesima edizione del Giro d’Italia.
Il salotto buono del ciclismo
internazionale si riunirà nella città partenopea, dove lo spettacolo è a dir
poco assicurato. I simboli della prima tappa della Corsa Rosa saranno Piazza
del Plebiscito e Via Caracciolo, perché nella prima, tra Palazzo Reale e la
Basilica di San Francesco di Paolo, dove vengono allestiti i palchi dei grandi
concerti, delle feste di Capodanno e dei comizi elettorali, nel giorno del
venerdì ci sarà la presentazione ufficiale delle ventitré squadre partecipanti,
per un totale di duecentosette corridori. Un numero consistente se si pensa che
l’Uci (la federazione internazionale) vieta ad ogni grande competizione di
superare il numero di duecento ciclisti. Questa volta però, si è fatto uno
strappo alla regola per il semplice fatto che uno dei team di caratura
mondiale, la russa Katusha del numero uno del ranking mondiale Joaquim
Rodriguez, ha vinto il ricorso presentato al Tas dopo aver subito l’esclusione
dal World Tour per motivi etici. Ventitré squadre (nove corridori ciascuna) di
cui diciannove invitate di diritto e quattro wild card decise
dall’organizzatrice Rcs Sport, che saliranno sul palco per un primo assaggio
con il calore del pubblico napoletano intorno alle ore 15.30, con una stupenda
Cerimonia di apertura che si chiuderà alle ore 19.00, mentre nel resto della
piazza ci sarà il villaggio di partenza. Il quartier tappa sarà un altro
elemento di spicco della città, ovvero Castel dell’Ovo, dove ci saranno
conferenze stampa, riunioni direttive e la segreteria. Al sabato, dopo un breve
trasferimento da Piazza Plebiscito a Via Caracciolo, sul lungomare di Napoli,
si abbasserà la bandierina per il via effettivo all’altezza della Rotonda Diaz,
altro punto nevralgico dove nel settembre scorso si è giocato lo spareggio
tennistico di Coppa Davis tra Italia e Cile.
Il percorso, interamente cittadino,
di questa prima tappa, pianeggiante e dunque alla portata dei velocisti, è
stato disegnato per un totale di 130 chilometri circa, e vedranno i ciclisti e
le loro squadre seguire per quattro volte un circuito da 16.3 chilometri, che
porta dal centro della città fino alle zone vicino al mare, quali Bagnoli e
Posillipo, e proprio in quest’ultima meta, precisamente a Via Petrarca, sono
posti due Gran premi della Montagna di quarto livello, il più basso esistente, in
coincidenza dei passaggi al chilometro 23.3 e 39.6; conclusi questi quattro
giri lunghi, il circuito si accorcia ad un giro prettamente cittadino, della lunghezza
di 8.5 chilometri, percorrendo Largo Sermoneta, Via Mergellina, Via Sannazzaro,
Viale Dhorn, Piazza Vittoria, Via Partenope, ritornando su Via Caracciolo dove
dopo sette passaggi, all’ottavo ci sarà lo striscione della fine. Con molta
probabilità, dunque, la prima maglia rosa, e di conseguenza quella ciclamino
(la maglia per segnalare il corridori con più punti conquistati) sarà indossata
da un velocista, a meno che al plotone non sfugga una fuga che cambi i piani in
tavola. E poi, chi riuscirà ad imporsi sulla doppia scalata di Posillipo si
metterà sulle spalle la maglia blu, quella che indica il miglior scalatore
del gruppo. Napoli per due giorni sarà la location della kermesse ciclistica
che due anni fa, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia si
fregiò del logo ufficiale dei festeggiamenti, al pari della Coppa Italia di
calcio. Ma non solo il capoluogo partenopeo vivrà l’emozione della Corsa Rosa
nella nostra Regione, perché domenica 5 maggio ci sarà la splendida cronometro
a squadre Ischia- Forio, di 17,4 chilometri, che potrà in un certo senso già
fare una selezione tra chi vorrà competere alla vittoria finale di Brescia (26
maggio), mentre il giorno dopo, lunedì 6, ci sarà la tappa lunga 212 chilometri
che trasferirà la carovana da Sorrento a Marina di Ascea.
La città che fu di personaggi
illustri come Antonio de Curtis, meglio conosciuto come Totò, Eduardo
Scarpetta, Enrico Caruso e di Roberto Murolo, ha già incrociato più volte la
sua storia con quella della Corsa Rosa, il più grande evento ciclistico che la
storia e la tradizione sportiva del nostro Paese conoscano, e per questo
proviamo ad approfondire l’amarcord che lega Napoli al Giro d’Italia. Nel
comune partenopeo ci sono state trentacinque partenze e quarantuno arrivi in
totale; nella fattispecie l’ultima partenza fu quella del 1963, quando da
Napoli i ciclisti si avviarono verso Potenza; l’ultima volta che comunque la
carovana ha toccato il capoluogo è stato nel 1996, dunque ben diciassette anni
fa. In quell’occasione si trattava dell’ottava tappa di quell’edizione del Giro
d’Italia, che vedeva il gruppo provenire da Polla, in provincia di Salerno, e
dopo 135 chilometri di fatica ad alzare le braccia al cielo fu niente poco di meno
che Mario Cipollini, con la maglia rosa Enrico Zaina che poi si classificò al
secondo posto al Giro d’Italia del 1996.; mentre il giorno dopo si è partiti da
Napoli con destinazione Fiuggi. Nel 1968 addirittura, dopo ventidue tappe, il
12 giugno fu fissato il traguardo finale della Corsa Rosa, con un’ultima tappa
Chieti- Napoli di 235 chilometri, che vide vincere Guido Reybrouck, e
concludere in maglia rosa Eddy Merckx, che in contemporanea vinse non solo la
classifica generale, ma s’impose anche nella classifica a punti (maglia
ciclamino) e in quella dei Gran premi della Montagna (maglia blu).
Dopo la Coppa Davis e le World
Series dell’America’s Cup, quindi, la città all’ombra del Vesuvio ospiterà un
altro evento internazionale, e ciò non può che far bene a Napoli e all’intero
hinterland, perché la promozione ed il rilancio dell’immagine di questa passano
anche e soprattutto attraverso manifestazioni come queste, che accendono i
riflettori sulla realtà partenopea, sugli indiscutibili contenuti storici e
monumentali, sulle radicate tradizioni ed il piacere di scoprire una città più
a dimensione e con una migliore vivibilità rispetto al passato. Questa di
Napoli è soltanto la prima tappa delle ventuno previste, per un totale di
3,405.3 chilometri, che percorreranno da cima a fondo tutta Italia dal 4 al 26
maggio.
Giovanni
Bocciero
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