DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 05/05/2016
Il PalaMaggiò è stato il sesto uomo
CASERTA. Dire che un’intera città non ha dormito la notte di vigilia a questo match, non è altro che la verità. Caserta e il basket, il basket e Caserta, un binomio che anche se i fatti non sempre certificano è più saldo che mai. E lo hanno dimostrato i 6387 cuori bianconeri che hanno battuto per un’intera giornata prima si giungere alla “reggia del basket”, il PalaMaggiò, per sostenere i propri beniamini nella partita contro Trento che valeva la salvezza.
PATRON RAFFAELE IAVAZZI (FOTO ELVIO IODICE) |
Già poco prima delle ore 19:00 le strade che portavano all’impianto di Castel Morrone hanno iniziato ad intasarsi, segno indicativo della lunga attesa. La curva Ancillotto ha iniziato sin dal prepartita ad intonare cori che caricassero emotivamente la squadra, e non è mancato il solito striscione di contesta nei confronti del patron Raffaele Iavazzi. I supporters casertani non hanno smesso di cantare neppure durante l’Inno nazionale, e quando alla palla a due la contesa è stata vinta da Dario Hunt, si è udito un vero e proprio boato simile a quello per festeggiare un gol. I primi canestri non hanno fatto altro che eccitare ancor di più il popolo di fede bianconera. Trento però lentamente ha recuperato, ha messo anche il naso avanti, ma dalla curva Ancillotto sono arrivati soltanto cori d’incitamento, perché in questa occasione bisognava far sentire tutto il proprio sostegno, perché c’era una vittoria da acciuffare, una salvezza da raggiungere. Neppure la schiacciata sbagliata in campo aperto da Downs ha fatto partire il brusio dalle tribune, segno di un’ambiente unito e positivo. Al rientro dagli spogliatoi la schiacciata in campo aperto di Bobby Jones ha fatto esplodere nuovamente il PalaMaggiò. Da lì in poi è stato un vero crescendo di decibel, di emozioni, di esultanze. I canestri dell’ultimo periodo immediatamente replicati da Trento smorzavano di continuo la felicità. I liberi di Giuri hanno fatto iniziare la festa salvezza, con i bianconeri che hanno fatto un doveroso giro di campo, ed i tifosi che poi hanno invaso il parquet restandoci molto a lungo.
Giovanni Bocciero
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