DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 28/07/2014
LA SITUAZIONE. Comune, territorio, tifosi e tutte le componenti del basket casertano devono contribuire
La Juvecaserta va supportata da “tutti”
CASERTA. La città di Caserta sembra essere arrivata ad un bivio. Già diverso tempo fa, su queste stesse colonne, titolammo un articolo così: “Ei fu Caserta città del basket”. Quel titolo voleva essere una provocazione all’indomani dei dati emessi dalla Lega Basket su spettatori e incassi di ogni società, che vedono la Juvecaserta attestarsi al sesto posto come media spettatori (4000) e al quindicesimo posto come media incassi (24276). Una differenza, questa, causata non solo dai biglietti omaggio e gli ingressi gratis, come smentito dalla stessa società presieduta da Carlo Barbagallo ma che purtroppo esiste, eccome. Altro dato da non sottovalutare, sono i costi piuttosto popolari che la Juvecaserta ha utilizzato per le proprie partite casalinghe rispetto al costo d’ingresso per altri impianti d’Italia. Non a caso, in occasione della presentazione della campagna abbonamenti lanciata qualche settimana fa proprio dal massimo dirigente bianconero, è stato sottolineato come da quest’anno l’ingresso gratuito è riservato soltanto ai ragazzi al di sotto dell’età di sei anni, e non più sino ai dodici anni, proprio per omogeneizzarsi con la stragrande maggioranza di tutte le altre società della massima serie.
Caserta città, Caserta come provincia, l’intero territorio di Terra di Lavoro è atteso non solo a dimostrare il proprio affetto per la Juvecaserta attraverso l’acquisto dell’abbonamento, argomento principe di quel preciso articolo di cui si faceva menzione poc’anzi, ma dovrà dare testimonianza anche e soprattutto mediante tante altre manifestazioni d’amore, dopotutto è stato bravissimo il presidente Barbagallo a sottolineare con determinazione che “la Juvecaserta la si ama oppure non la si ama?”, in merito alla diatriba dei campetti Nike.
Ma andiamo con ordine, e soprattutto chiariamo che cerchiamo di fare questa analisi in maniera del tutto oggettiva, quale ogni organo d’informazione indipendente dovrebbe fare, parlando da una posizione del tutto “super partes”, semplicemente per amore del gioco della pallacanestro che accomuna noi addetti ai lavori, i lettori, i tifosi e tutti gli appassionati per la “palla a spicchi”.
IL COMUNE. Tanto si attenderà dall’Amministrazione comunale capitanata dal sindaco Pio Del Gaudio, il quale si è prodigato è si prodiga per lo sport nel nostro capoluogo. Adesso avrà l’opportunità di dimostrare ancora una volta di credere fortemente nello sport, anche e soprattutto come conduttore sociale ed umano. La società di Pezza delle Noci ha richiesto più autorizzazioni al comune, per ristrutturare i campetti Nike di via G.M. Bosco, e quelli all’aperto delle frazioni di Briano e di Falciano/San Benedetto, e per ultimo il playground sito nella zona Sant’Augusto. Da un punto di vista prettamente burocratico l’amministrazione non può tirarsi indietro, non può rinunciare ad accogliere la volontà della Juvecaserta di “vestire” la città e il territorio con i propri colori. In altri comuni, le società sportive di qualsivoglia disciplina sono un vero e proprio vessillo da portare in giro per l’Italia con orgoglio e fierezza, un bene da proteggere e sostenere, da difendere, da aiutare, a cui cercare di agevolare il cammino sia burocratico che sportivo mediante il proprio apporto.
IL TERRITORIO. Da un anno e forse più la proprietà bianconera ha lanciato decine se non migliaia di appelli al territorio casertano per trovare nuovi azionisti o sponsor per permettere al progetto di ricevere una nuova iniezione di fiducia e soldi, che sono un aspetto essenziale del “gioco”. Questi messaggi sono più volte caduti nel vuoto, addirittura nel silenzio generale. C’è sempre stata fiducia, però, e infatti dopo la sponsorizzazione di dodici mesi fa del pastificio Pallante, proprietario del marchio Pasta Reggia, quest’anno è arrivata anche la sponsorizzazione dell’Acqua Santagata, altra eccellenza casertana. Bene ma non benissimo, perché il nostro territorio deve superarsi, deve cercare di compattarsi intorno alla Juvecaserta sancendo, perché no, un vero e proprio pool di sponsor che alimentino la squadra della città, della provincia, del territorio appunto. Spetta alla squadra, ovviamente, invogliare possibili partner a sposare questa causa mediante una stagione agonistica esaltante, proprio come fatto nell’ultimo campionato. Ma proprio per un effetto “ad incrocio”, spetta anche al sindaco Del Gaudio e alla sua amministrazione coinvolgere imprenditori ed aziende intorno alla Juvecaserta. Non a caso, nella sua conferenza stampa di circa un mese fa, l’azionista di maggioranza del club bianconero Lello Iavazzi dichiarò senza troppi giri di parole che “mi aspettavo sicuramente di più dal sindaco”. Immaginare una Juvecaserta di Tizio o Caio o Sempronio è pura utopia, non può esserci “un uomo solo al comando”, parafrasando il giornalista Mario Ferretti, ma ora come ora per gestire una società sportiva ai massimi livelli del professionismo ci deve essere una vera e propria squadra di proprietari ed azionisti, che vogliano condividere lo stesso sogno e la stessa passione per raggiungere traguardi importanti.
GLI ALTRI. Un’altro appello fondamentale va fatto alle associazioni, federazioni, fondazioni e società varie che si sono scagliate contro la Juvecaserta nell’ultimo periodo. Ribadiamo la nostra visione puramente “super partes”, e per questo sottolineiamo che la prima cosa da fare è “parlare, mediare e condividere”. Il presidente Barbagallo si è detto disposto a sedere intorno ad un tavolo con tutte le parti in causa, in modo da trovare la migliore soluzione per tutti. Arroccarsi sulla propria torre e “attaccare” l’altro non giova a nessuno, anzi, crea una situazione in cui proprio nessuno ne esce bene. A tal proposito ci sono però dei punti su cui discutere. Il primo è la natura dei campi all’aperto. I cosiddetti playground americani sono nati “per il gioco”, nel senso che mettere bar e store (come nell’idea della Juvecaserta) andrebbe evidentemente a snaturare la natura stessa di questi campi, così come i cartelloni pubblicitari destano più di una perplessità. Da quel che si è capito, è proprio questo che fa storcere il naso. Però è doveroso anche precisare che c’è chi voglia provvedere a mantenere decorosa tale struttura. E’ pur vero che settimana scorsa un gruppetto di fedeli appassionati si è armato di “scope e palette” ed ha ripulito i campetti Nike da sporcizia ed erbacce, ma c’è voluto una sorta di “ricatto” (se si capisce la metafora) per far prendere l’iniziativa a quei liberi cittadini, da ammirare. Il fatto, appunto, è che sono stati protagonisti di questo gesto quasi come per difendersi, quando invece dovrebbe essere una normalità.
Il secondo punto da affrontare è la presa di posizione del presidente della Fip provinciale Luigi Zampella. Purtroppo la sua personale lettera ha suscitato un certo malumore nell’ambiente cestistico. In questa specifica situazione, il massimo rappresentante federale dovrebbe fare da collante tra tutti gli attori protagonisti, e non appoggiare la causa dell’uno rispetto all’altro. Diciamo che è stato uno scivolone, ma c’è modo e tempo per recuperare, con l’unico obiettivo che la pallacanestro casertana dev’essere unita e non separata, per il bene di tutti e non del singolo. Non a caso, in occasione del torneo organizzato dalla Juvecaserta e disputato sui vari playground cittadini tante sono state le squadre casertane partecipanti, e tante altre sono venute da altre province, ma la cosa che ha maggiormente colpito è stata la partecipazione della città. In quel caso unita.
I TIFOSI. Tutti alla fine sono tifosi della Juvecaserta, anche gli esponenti del Comitato “Salviamo i campi Nike”, come dichiarato nel comunicato giunto in redazione diversi giorni fa. Ebbene, l’ultimo appello va a loro e soprattutto a colore che orgogliosamente seguono le gesta della squadra in Serie A. Non piempitevi la bocca solo a parole, ma dimostratelo con i fatti che siete “veri” tifosi. La società di Pezza delle Noci avrebbe voluto dare inizio alla campagna acquisti con l’ufficialità dell’ingaggio di Sam Young. Questo non è stato possibile per motivi prettamente burocratici, questione di firme e fax, ma da parte della dirigenza c’è senz’altro la voglia di fare bene, di regalare alla propria tifoseria un gran bello spettacolo. Spetta al pubblico, ai casertani e non solo, ai tifosi rispondere positivamente. L’economia del club bianconero passa anche e soprattutto per la vendita degli abbonamenti, e poi dei singoli biglietti. L’amore e la fede per la Juvecaserta bisogna anche dimostrarlo così. E proprio perché la dirigenza capisce il momento di crisi che colpisce innanzitutto le famiglie, si è data la possibilità di sottoscrivere il proprio abbonamento attraverso una vera e propria rateizzazione. Questo è un segno forse unico, la Juvecaserta ha dimostrato che ha bisogno di tutto il proprio pubblico, di tutta la città. Adesso a Caserta la risposta.
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