DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 24/12/2014
IL NEOCOACH. La situazione non è delle migliori, bisogna lavorare e guardare soltanto avanti
Esposito: “Ci voleva una persona folle e con cuore, eccomi”
CASERTA. Momento importante a Pezza delle Noci, con la conferenza stampa per la presentazione di Esposito quale nuovo head coach della Juvecaserta.
“Alla luce dei risultati raccolti, abbiamo deciso - ha esordito il presidente bianconero Carlo Barbagallo - di affidare la guida della squadra ad Enzo Esposito. La situazione attuale richiede capacità tecniche, cuore e attaccamento alla maglia, tutte caratteristiche che sicuramente possiamo riscontrarle in Enzino”.
Dopo la brevissima introduzione del numero uno societario, la parola è ovviamente passata al protagonista, “El Diablo”, che ha tenuto una conferenza a dir poco tra il sacro ed il profano, in cui non sono mancate esclamazioni da scugnizzo vero.
“Ho accettato l’incarico molto volentieri ed oltre al fatto di credere di poter dare una mano alla squadra, sono riconoscente alla proprietà per avermi voluto innanzitutto riportare qui a casa in estate. Io di miracoli non ne faccio, ma non posso dimenticare comunque il lavoro fatto prima da Molin e poi da Markovski. Stamane (ieri, ndr) ho parlato con la squadra, e gli ho detto che risalire da questo attuale 0-11 sarebbe la cosa che si avvicinerebbe di più alla conquista dello scudetto del 1991. Per questa città e per questa società dobbiamo provarci. Sicuramente da parte mia proverò a portare e a dare energia e carica agonistica ai ragazzi. Per il bene di tutti dobbiamo però iniziare a guardare soltanto avanti, perché se ci soffermiamo sempre all’ultima gara giocata non riusciremo mai a migliorare. C’hanno provato i miei predecessori e purtroppo non ci sono riusciti. Adesso ci proverò anch’io, anche se bisogna tenere conto che ci sta mancando davvero quel pizzico di fortuna che ci permetterebbe di vincere la prima partita. Se contro Varese avessimo raccolto i primi due punti, adesso trascorreremmo un Natale felice e staremmo pensando di raggiungere quota quattro punti contro Avellino. Io proverò ad allenare questa squadra così come è. Ronald Moore resta fuori, ma siccome è innanzitutto una persona disponibile resterà con noi nei prossimi giorni finché non ci sarà un provvedimento della società. Noi abbiamo un visto, o un tesseramento ancora, quindi non possiamo utilizzarlo già adesso. Ma più che per una questione di convenienza o opportunità, se proprio dovesse esserci la necessità di aggiungere un altro giocatore a questo roster, sarò io stesso a chiedere alla proprietà di fare un altro sacrificio, perché i proprietari stanno davvero facendo dei grandi sacrifici. Ho parlato con i giocatori, come ho già detto, e bisognerà lavorare tanto, tantissimo in palestra perché sicuramente ci sono delle difficoltà, abbiamo commesso diversi errori in precedenza, ma adesso dobbiamo cercare di migliorare”.
"EL DIABLO" ESPOSITO DURANTE LA PRESENTAZIONE |
Esposito è stato un vero e proprio fiume in piena, ad ogni domanda dei giornalisti ha risposto con la solita schiettezza che lo ha contraddistinto come giocatore, come campione, come persona.
“Io non ho nessuna paura di questo esordio in serie A da capo allenatore. Nella mia vita ho soltanto paura delle botte di mia mamma. Ho avuto tanti maestri nella mia carriera, e quindi se dovessi dire a chi mi possa ispirare da allenatore, dico sicuramente a Franco Marcelletti. Ovviamente bisognerà fare i dovuti paragoni tra la pallacanestro che era e quella che è oggi. Un errore è appunto quello di guardare al passato, così come non mi sognerò mai di dire a qualche giocatore di guardare come giocavo io. Quella era un’altra epoca, un altro basket. Ho sentito Frank Vitucci, che mi ha mandato un messaggio con scritto: proprio io dovrò farti il battesimo! Io gli risposto speriamo che non mi farai anche la cresima. Alla proposta della società mi sono preso del tempo per pensare, poi ha vinto il cuore ed ho accettato. Effettivamente la situazione è quella che è, e accettare con questo 0-11 è da folli. Ma se qui c’è una persona con cuore e follia, quella persona sono proprio io. Cosa dobbiamo migliorare in partita? Sicuramente l’intensità e la concentrazione, perché in questa pallacanestro moderna non puoi giocare per 25 o 28 minuti, devi essere sul pezzo per almeno 35 minuti, altrimenti nel momento di pausa gli avversari ti asfaltano e seppur avevi recuperato ritorni ad avere un ampio distacco”.
Infine, il neo coach bianconero ha analizzato Avellino: “è una squadra molto atletica, si basa su sei-sette giocatori sia per punteggi che per minutaggi. Viene da due vittorie consecutive e nell’ultimo periodo è in generale molto in crescita”.
Giovanni Bocciero
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