DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 10/12/2014
LEGA A. Al momento la squadra ha bisogno di serenità per lavorare e uscire dal tunnel
La Juvecaserta si sta sgretolando come un castello di sabbia
Giovanni Bocciero
CASERTA. “Conta soltanto il risultato sportivo”, questo gran parte del riassunto della conferenza stampa tenuta nell’immediato post partita del Monday night contro Trento dall’ex giemme Marco Atripaldi, in cui rassegnava le sue irrevocabili dimissioni. Il risultato sportivo parla della nona sconfitta consecutiva della Juvecaserta, toccando con molta probabilità il peggior record della storia del club di Pezza delle Noci, sia come striscia consecutiva di sconfitte tanto come inizio peggiore di campionato. E’ solo questo che conta per i tifosi, o meglio, per un gruppo di facinorosi, che prima hanno bloccato nella sua auto patron Iavazzi, poi hanno interloquito all’esterno della palestrina del PalaMaggiò con il presidente Barbagallo e lo stesso Atripaldi, ma che già in precedenza e da alcune settimane invocavano a gran voce le dimissioni proprio del dirigente ex Biella.
Sono loro forse il cancro peggiore di questa Juvecaserta. Nessuno li obbliga ad acquistare biglietto o abbonamento che sia, quindi quando lo fanno dovrebbero avere un solo scopo: l’amore per la Juvecaserta. I fischi durante le partite ci stanno, soprattutto se pensiamo alle partite con Pistoia e Cremona. Ma tutto dovrebbe finire al fischio della sirena. E invece no, nel più classico degli esempi calciofili, questi tifosi si ergono a voce della verità, a coloro che sono in possesso delle soluzioni per risolvere ogni problema. Lo hanno fatto in occasione della “cacciata di Molin”, quando all’intervallo la curva Ancilotto si precipitò a bordo campo per chiedere la testa dell’allora head coach bianconero. Il suo cambio, a parer nostro, non è servito a nulla se quello che unicamente conta è il risultato sportivo. E siamo conviti che anche con l’"allontanamento di Atripaldi” poco cambierà sotto questo profilo, se non l’aver perso per Caserta il miglior giemme d’Italia allo stato attuale. Di errori ne ha commessi, certamente, se n’è assunto le sue responsabilità, ma spesso come si suol dire, solo chi si mette in gioco rischia di sbagliare.
IL DIMISSIONARIO ATRIPALDI IN CONFERENZA |
Giunto a questo punto nelle ultime parole dell’ex general manager casertano si sono potuti leggere tra le righe tanta recriminazione, delusione, amareggiato per quello che poteva essere ma che purtroppo non è stato. Lo sport, insegna, che è bello anche per questo. Nel senso che sarebbe facile decidere la propria stagione mettendo qualche nome qui e la, che sulla carta sembra tutto fantastico. Questo è il primo step, poi è il campo quello che decreta se le varie mosse societarie in sede di campagna acquisti sono state “azzeccate” oppure no. Ed è proprio questo il bello dello sport. Ma il tifoso deve restare tale, acquistare il tagliando se vuole assistere ad uno spettacolo, quale è quello sportivo, oppure decidere di restare a casa se non vuole arrabbiarsi, perché dopotutto non risulta essere diventata una patologia da prescrizione sanitaria la “passione sportiva”.
E a tal proposito sottolineiamo ancora negativamente il comportamento di alcuni pseudo tifosi, visto che nel burrascoso dopo gara uno di loro, rimasto all’ingresso del tunnel che porta dal campo agli spogliatoi e decisamente frustrato per la sconfitta, ha chiamato a gran voce coach Zare Markovski, trattenutosi nel corridoio dei trofei, quasi minacciandolo con questa frase: “ricorda bene questa sconfitta”. Siamo sicuri che il tecnico macedone si ricorderà decisamente di questo k.o., così come farà di quelli con Capo d’Orlando, Cantù e Venezia, ma siamo altrettanto convinti che non sarà perché glielo ha ricordato questa persona.
COSA RISERVA IL FUTURO? Bella domanda, alla quale di certo in questo preciso momento non c’è una risposta convincente. Resta il fatto che allo stato attuale questa Juvecaserta appare sempre più come “un castello di sabbia costruito sulla battigia e man mano che arrivano le onde questa struttura si sgretola”. C’è ben poco da salvare, e forse tutto da ricostruire, perché il progetto fondato sulla triade Barbagallo, Iavazzi, Atripaldi ha già perso un pezzo, e con ogni probabilità ne perderà un’altro. Stiamo parlando ovviamente del patron Raffaele Iavazzi, il quale dopo lo spiacevole incidente di lunedì sera sta maturato la decisione di lasciare la pallacanestro. Queste voci di corridoio già sono trapelate immediatamente dopo l’accaduto avvenuto fuori al PalaMaggiò, confermate dalle dichiarazioni rilasciate su facebook se si riesce a leggere tra le righe, e a dirla tutta, avevamo già avvertito questo presentimento diverso tempo fa. Ovviamente sono soltanto dei presentimenti.
Resta il fatto che domenica il nefasto record dovrebbe essere aggiornato in negativo, con la trasferta di Milano. E se guardiamo alle ultime gare del girone d’andata, ci sono due possibilità su cinque per poter fare punti, in casa con Varese e Avellino. Frank Gaines è prossimo al taglio, con Markovski che dovrebbe rivestire la doppia carica di coach e giemme, cosa già fatta proprio ad Avellino. Ma la squadra ha bisogno di serenità, per lavorare bene e cercare di uscire da questo tunnel, perché adesso è sfiduciata, troppo.
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