DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 02/12/2014
LEGA A. I “coloured” bianconeri non riescono ad essere decisivi ai fini del risultato
Juvecaserta, gli italiani sono la sola ancora di salvezza
Giovanni Bocciero
CASERTA. La Juvecaserta ha vissuto un’altra domenica amara, con pochissime note liete e tante recriminazioni. La cura Zare Markovski ha senz’altro cambiato l’atteggiamento dei bianconeri, che nelle ultime tre gare con il tecnico macedone seduto in panchina almeno hanno lottato, c’hanno provato ad invertire questo trend negativo che ha portato fin qui al pessimo record di “zero” vittorie ed “otto” sconfitte, con l’ultima posizione in classifica occupata e per di più distanti “quattro” punti dalla penultima e terzultima.
Proprio come all’esordio del nuovo coach a Capo d’Orlando, e all’ultimo match in casa contro Cantù, anche a Venezia i casertani sono crollati nel rush finale, vuoi per stanchezza, vuoi per la mentalità, ma di fatto il triste risultato resta sempre quello: la sconfitta.
La sensazione che si è avuta anche al PalaTaliercio è che purtroppo quest’anno c’è un gruppo di atleti che proprio non riesce a decollare. Spesso si dice che se vuoi vincere nel basket anche e soprattutto a livello europeo, devi “azzeccare” gli americani. Ebbene, in questa stagione gli esponenti “a stelle e strisce” bianconeri stanno mancando palesemente. L’unico sul quale almeno statisticamente non si può dire nulla, è Sam Young, il quale si avverte indubbiamente il suo valore esponenziale rispetto a tanti altri “coloured” del nostro campionato, e quindi di riffa o di raffa alla fine i punti riesce sempre a metterli a referto. Il problema si verifica quando poi si vuole fare una analisi tattica, perché in quel caso allora si sono già scritti fiumi d’inchiostro a riguardo.
Sugl’altri americani la “fotografia” è piuttosto nitida: Ronald Moore è un giocatore di sistema, perché non si può passare dall’essere la “ciliegina sulla torta” del team che appena qualche mese fa sfiorava l’accesso ai playoff, ad essere l’indizziato numero uno al taglio. Così come Carleton Scott ha avuto una brutta “inversione” rispetto al giocatore tanto determinante quanto essenziale uscendo dalla panchina, a quello attuale che si limita a svolgere quasi il compitino. E poi c’è Frank Gaines, quasi sicuramente il peggiore della truppa proveniente oltreoceano.
FOTO BUCO |
A questo punto per il futuro prossimo della Juvecaserta non resta che aggrapparsi agli “italiani”, da Tommasini a Michelori, da Mordente ad Antonutti, aspettando Vitali e considerando tale anche Ivanov, e con un Luigi Sergio che appare minuto dopo minuto, che non gioca, sempre più lontano dall’ombra della Reggia.
Claudio Tommasini è stato grande protagonista nelle ultime due uscite della squadra casertana, dimostrando di aver acquisito una certa fiducia nei propri mezzi e soprattutto di possedere anche una dimensione offensiva oltre che difensiva. Su Andrea Michelori invece ci si può contare, certo l’età avanza e le energie diminuiscono sempre di più, ma il lungo ha una forza d’animo ed una voglia che riesce a sopperire con grinta e caparbietà. Capitan Marco Mordente sembra aver iniziato il suo campionato due giorni fa in quel di Venezia, perché sin qui aveva deluso su tutti i fronti. Passa inevitabilmente dalle sue mani e dalla sua qualità il futuro della Juvecaserta. Michele Vitali è invece il grande rimpianto d’inizio stagione, chissà cosa si sarebbe fatto con lui. Adesso non resta che aspettarlo e rivederlo il prima possibile sul parquet per riprendere il lavoro di crescita cestistica proprio da dove lo aveva lasciato, tanto da fargli guadagnare la chiamata della Nazionale. Per quanto riguarda Michele Antonutti, deve certamente trovare la miglior condizione, ma è un altro che non si dà mai per vinto, lotta sempre e si rivelerà un buon rinforzo in corsa. Così come lo è stato da subito Dejan Ivanov.
Insomma, devono essere i nostri “patrioti” a trascinare la squadra e magari i compagni statunitensi da questo pantano dal quale la Juvecaserta sta cercando con tutte le sue forze di tirarsi fuori.
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