DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 29/05/2015
SERIE A2. Il socio di minoranza della Juvecaserta pronto ad acquistarla con la sua Fondazione C’E’
Iavazzi-Barbagallo: continua il ping-pong
di Giovanni Bocciero
CASERTA. Altro appuntamento, e se vogliamo metaforicamente altro scambio tennistico tra Lello Iavazzi e Carlo Barbagallo che ormai sono protagonisti di questo ping-pong da mesi. Questa volta il game ha sorriso al secondo, non per merito specifichiamo, ma soltanto perché ha fatto chiarezza con altri particolari sulla trattativa di acquisto della Juvecaserta e sulla nascente Fondazione C’È.
CARLO BARBAGALLO IN CONFERENZA STAMPA |
“Ho deciso di dire la mia riguardo all'offerta fatta - ha esordito Barbagallo - e preciso che non mi va di parlare del passato. Mi piacerebbe, così come ho comunicato a Lello, di voler fare una conferenza stampa insieme per scusarci innanzitutto con i tifosi perché abbiamo dato uno spettacolo indegno. Mi pare però offensivo essere paragonato a Galimberti. In merito all’offerta siamo sempre aperti per una trattativa, non voglio assolutamente cacciare Lello dalla Juvecaserta, perché lui c'ha messo una barca di soldi. Voglio scusarmi con i tifosi per alcuni comportamenti. Non so se ho sbagliato qualcosa durante la mia presidenza, ma se l'ho fatto l'ho fatto in buona fede perché tengo alla Juvecaserta, e sono bugie quelle che dicono che io volevo la retrocessione della squadra. Non avrei dovuto accettare la carica di presidente - ha continuato il socio di minoranza - perché già è difficile amministrare un'azienda commerciale, figuriamoci un'azienda sportiva dove tra l’altro non sei quello che investe di più. Non essendo il socio principale non avrei dovuto accettare quell'incarico. Mi risulta difficile pensare di rimanere in società pur con una minima parte. Proprio per questo farò un'altra offerta per l'acquisizione della società e qualora non riceva alcuna risposta in 48 ore metterò in vendita le mie quote societarie. Sarei comunque disposto a sponsorizzare la Juvecaserta. Non so se come primo o secondo sponsor, ma basta che ci si siede ad un tavolo e vediamo la società di cosa ha bisogno. Ho invitato Iavazzi ad essere presente qui e non so perché non sia venuto. Forse pensava che questo volesse essere un trabocchetto ma non è nel mio stile. Io ho sempre fatto le cose con trasparenza e in buona fede, ho un'onesta intellettuale da salvaguardiare. Ad una frangia di tifosi voglio dire è inutile che mettano zizzania, utilizzassero il tempo in cose più utili. Non ho alcun debito nei confronti della Juvecaserta - ha chiarito Barbagallo -, e sinceramente non avrei nemmeno indetto questa conferenza se sapevo dell’incontro di Rosario Caputo. Non avrei voluto far accavallare le cose, per questo ho aspettato una settimana dopo la conferenza stampa di Iavazzi. La funzione della Fondazione sarà quella di cercare di raccogliere quanto più possibile investimenti dal territorio per lo sport. Non ho mai parlato di costruire delle strutture sportive ma bensì di gestirle. Non so chi abbia detto ciò, così come sono state inventate tante altre cose sul mio conto e sulla mia attività. Dal 7 gennaio scorso si sono rotti gli equilibri e da quel giorno ho sempre e solo dovuto risposto, difendermi alle accuse”.
Una frecciatina Barbagallo l’ha comunque voluta lanciare, tra le riga: “L'essere persona è una cosa e l'essere imprenditore ne è un'altra. Da Caputo dal punto di vista imprenditoriale c'è solo da imparare. Prendere la squadra dal basso e portarla a giocare in Europa dimostra le sue capacità. L'aver lasciato il debito si rifà ad un triennio precedente e bisogna guardare a chi si riferisce tra Caputo, Iavazzi e Gervasio”.
Resta l’interrogativo su questa Fondazione, tra tutti chi ne fa parte? “Forse è proprio questa la cosa che fa impazzire un po' tutti, che non si riesce a sapere nulla della Fondazione. Noi siamo però - ha sottoliato Barbagallo - persone oneste e leali visto che nulla trapela”.
Barbagallo ha anche dichiarato che poteva firmare ieri stesso un assegno da 270 mila euro, escluso ovviamente il suo 10%. Eppure perché mercoledì scorso non ci si è presentati all’appuntamento definito “ultimatum” da Iavazzi per chiudere la trattativa? Sostanzialmente perché il tempo concesso dal patron bianconero era insufficiente per fare le valutazioni riguardo l’indebitamento della società che a detta di Iavazzi è di mille euro. Adesso la Fondazione capitanata da Barbagallo è disponibile a concludere l’acquisto della società, depositando il 20% della somma presso un notaio facendo appunto il controllo valutativo sull’indebitamento della Juvecaserta e qualora fosse realmente di mille euro l’affare si chiuderebbe. Insomma, la palla passa ora nuovamente a Iavazzi. Cosa farà?
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