LEGA A. I bianconeri hanno dimostrato di giocarsela ad armi pari fin quando non hanno perso la bussola
Per la Juvecaserta una retrocessione “mentale”
di Giovanni Bocciero
CASERTA. Amarezza, tristezza, rabbia, sono queste le parole giuste per descrivere lo stato d'animo o gli stati d'animo che stanno provando innanzitutto il popolo di fede bianconera e poi tutto l'entourage della Juvecaserta. Lo spareggio salvezza contro Pesaro purtroppo non è andato come ci si immaginava, per colpe proprie ma anche e soprattutto per i grandi meriti degli avversari.
Volendo fare un'analisi tattica della partita sicuramente l'approccio dei casertani alla sfida è stato perfetto, da squadra convinta e capace di prendersi ciò che voleva nonostante stesse giocando fuori casa. Grazie alle spaziature e alla palla che girava una bellezza il tiratore libero lo si trovava sempre, e questo puntualmente non falliva l'appuntamento con la realizzazione. Due triple di Scott, altrettante per Moore battezzato dalla difesa pesarese per le sue scarse percentuali al tiro, ma anche Antonutti e Tommasini realizzano dai 6,75.
FOTO CAROZZA |
Si trattava di una Juvecaserta che sapeva correre, sapeva tenere le redini del gioco in mano, sapeva perfettamente quello che voleva. E quasi quasi non faceva nulla se in difesa poi le marcature sembravano piuttosto blande, soprattutto nel pitturato dove i lunghi avversari grazie a fisicità ed atletismo facevano un po' quello che volevano. Proprio come il suo allenatore faceva quando indossava canotta e pantaloncino, così la Juvecaserta e dava quasi esclusivamente all'attacco, conscia che bisognava segnare un punto in più di Pesaro per salvarsi.
Già con il passare del tempo nel secondo quarto le percentuali al tiro hanno iniziato a subire un logico rallentamento. Ronald Moore inviperito ed in versione "top-scorer" si è reso artefice di un paio di giocate da applausi. Mentre invece capitan Marco Mordente ha gettato alle ortiche due possessi importantissimi con un passaggio ipoteticamente difficile ed un tiro completamente sbilenco permettendo ai rivali di piazzare forse il break decisivo grazie al quale hanno chiuso in vantaggio il primo tempo.
Nella ripresa si è assistiti forse alla peggior Juvecaserta del campionato, con un Henry Domercant che in pratica non è mai riuscito ad essere una volta pericoloso. Pesaro ne approfitta, segna con grande costanza trascinata da un LaQuinton Ross che più passa il tempo più diventa decisivo trainando in spalle i compagni. E quando lo svantaggio bianconero tocca per la prima volta la doppia cifra, in quel caso undici, coach Enzo Esposito chiama timeout. Forse un po' tardivo visto la piega che hanno preso i suoi ragazzi.
Il rientro non è migliore, anzi. Caserta sbaglia anche delle conclusioni molto vicino al ferro e la lotta a rimbalzo sembra premiare soltanto i padroni di casa. La gara sta scivolando via soprattutto dal punto di vista mentale per i bianconeri, e la miglior fotografia per accertare questa cosa è il facile layup sbagliato da Antonutti ben servito in taglio da Ivanov dopo che un paio di minuti prima con un'azione fotocopia aveva segnato.
La difesa in questo momento di difficoltà non fa il salto di qualità, perché se in attacco si soffre di questa amnesia almeno nella propria metà campo si dovrebbero limitare i danni per restare a contatto con Pesaro. E invece gli avversari, soprattutto e forse unicamente Ross, sembrano tirare verso una vasca da bagno ed alla Juvecaserta non entra più nulla. Da imputarle forse sempre lo stesso stile di gioco, mai un cambio tattico che possa sovvertire il ritmo di gioco. Le percentuali scendono vertiginosamente eppure i bianconeri continuano imperterriti a cercare la conclusione dall'arco.
Bisognava ragionare, bisogna usare la testa, e invece il problema è proprio mentale e la partita premia Pesaro. Una sconfitta che sa di retrocessione purtroppo per Caserta che per la rincorsa messa in atto nelle ultime settimane avrebbe meritato, anzi, strameritato la permanenza in Serie A, ma che per come ha giocato oltre due quarti di partita a Pesaro invece non meritava. Alla fine il campo è stato il giudice supremo e purtroppo la compagine bianconera è stata trovata mancante.
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