DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 09/08/2014
SPECIALE. L’atleta texano dai mezzi fisici ed atletici debordanti ha fatto spellare le mani ai tifosi bianconeri per le sue giocate concluse in modo spettacolare al ferro
Juvecaserta: la stagione di Chris Roberts
Giovanni Bocciero
CASERTA. Alzi la mano chi non si è entusiasmato nel veder giocare in questa stagione con casacca bianconera indosso a Chris Roberts. Un atleta dai mezzi fisici ed atletici debordanti, che è capace di saperli far valere tanto in attacco, volando al ferro mettendo a segno delle schiacciate spettacolari, da strappa applausi, tanto in difesa, dove spesso nel momento in cui saliva di colpi la sua marcatura l’intera squadra si scuoteva e, in pratica, lo seguiva.
FOTO VASTANO |
Da autentico rookie, però, ha pagato lo scotto della sua prima esperienza lontano dagli Stati Uniti, dove dopo essere uscito dalla Bradley University ha girovagato per diverse franchigie della D-League, la lega di sviluppo della più blasonata Nba. Le sue prestazioni altalenanti, che in qualche modo cambiavano anche nella stessa partita, gli hanno fatto guadagnare il simpatico soprannome di “Dottor Jekyll e Mister Hyde”, che meglio di tutto riesce a sintetizzare la sua stagione all’ombra della Reggia. In tutto ciò è stato sicuramente influenzato dalla lontananza da casa, ricordiamo che questa era la sua prima esperienza al di qua dell’oceano, che lo ha deconcentrato e non poco sul parquet. A metà stagione era stata addirittura diramata la patologia di cui soffrisse, ovvero saudade, e allora il medico Lele Molin gli ha prescritto la giusta cura: qualche giorno a casa in occasione della sosta per la Final Eight di Coppa Italia. Quello staccare la spina, e rivedere gli affetti cari, è stato un toccasano per l’esterno texano, che al rientro in quel di Caserta ha ripreso a lavorare sodo, raggiunto sul finire dell’anno agonistico anche dalla fidanzata.
Roberts è stato il secondo miglior marcatore della Juvecaserta (11.7 punti), dietro a Jeff Brooks. Non costanti le sue percentuali al tiro, anche se in alcune occasioni è stato chirurgico: terzo in quella dall’arco dei 6,75 (34.8%), sesto sia da 2 (48.1%) che dalla linea della carità (70.9%). Secondo tra i “ladri” di palloni (1.3 per allacciata di scarpe) ancora dietro Brooks; quinto nella speciale classifica degli assistman (1.3 per gara); quinto anche come rimbalzista (3.1 a match). Seppur a volte è stato assente con la mente, non è mai mancato fisicamente, disputando tutte e 30 le gare.
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