DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 23/04/2014
LEGA A. Per i supporters la Juvecaserta faticherà a qualificarsi per i playoff
La sentenza dei tifosi: «Troppi errori commessi»
Giovanni Bocciero
CASERTA. La Juvecaserta ieri si è esibita allo Stadio Pinto davanti ai tifosi, sia dei bianconeri che dei falchetti della Casertana. Un’occasione per mettere al centro la casertanità, e anche i propri supporters. Una settimana delicata, passando dalla vittoria esaltante contro Siena, alla trasferta difficilissima di Sassari. Nella nostra consueta rubrica settimanale dedicata ai tifosi, abbiamo ceduto la parola a Paolo Farina, 45 anni, casertano purosangue. Geologo e funzionario del settore Ambiente privato, tifa per la Juvecaserta praticamente da sempre, perché Moffet e Brown abitavano insieme a lui in via Caduti sul lavoro.
PAOLO FARINA |
Vittoria stupenda su Siena che permette di continuare la rincorsa playoff?
«Sarà difficile, di solito non sono ottimista e quindi temo che mantenere 6 punti di vantaggio su un campo come Pistoia non sarà possibile, ma abbiamo il dovere di provarci. Avremmo meritato i playoff ma sconfitte come quelle di Cremona e Venezia o, recentemente, Varese e Bologna sono state delle autentiche debacle».
Chi è stato e perché secondo te il migliore nella sfida contro Siena?
«Facile, quando Chris Roberts difende così diventa tutto più facile, ma aggiungerei un gladiatorio Andrea Michelori che nel primo tempo ci ha tenuto in linea di galleggiamento e un coraggioso Michele Vitali che ha solo bisogno di "rubare" minuti a Marco Mordente. Il ragazzo sta crescendo e a me piace moltissimo il suo puntare sempre al ferro».
Come reputi l'operato complessivo di coach Molin?
«Se guadagniamo i playoff potremmo considerarla una missione compiuta, ma forse è solo perché le previsioni erano pessimistiche. A dirla tutta credo che questa squadra senza l'infortunio di Cameron Moore avrebbe potuto competere per il sesto posto. Lele Molin è un buon "educatore" ma è anche un freno per una squadra che ha nella voglia di correre e nella scelleratezza di alcune scelte la sua forza maggiore».
Chi è il giocatore essenziale per questa Juvecaserta?
«Domanda molto semplice, Jeff Brooks».
Dopo Bologna e Varese arriva la trasferta di Sassari, che gara ti aspetti?
«A Sassari inizieremo bene, con una buona difesa. Poi loro inizieranno a bucare la retina da tre e noi non faremo altrettanto, purtroppo quella "roba lì" ci manca. Abbiamo pochi punti nelle mani dalla distanza e nel basket attuale senza tiro da fuori non si va lontani».
Si è tanto parlato dello striscione galeotto esposto in curva, cosa ne pensi?
«Quale? Niente polemiche, tutti uniti per la squadra e grazie a Lello Iavazzi, Carlo Barbagallo e i signori Pallante per lo sforzo. Un’invito ai tifosi, piuttosto, è quello di spegnere i fumogeni, grazie».
Un altro tormentone è legato a Tony Easley o Cameron Moore, chi preferisci?
«Altra domanda a risposta obbligata, ovvero Moore, che è una delizia per il palato, ha una mano educatissima e l'arte di metterla dentro da tre metri, roba che rende insostituibile un pivot a questi livelli. Il buon Tony ci prova, s'impegna, ma è un mestierante, buono per qualche altra categoria».
Pensi che alla fine la Juvecaserta riesca a qualificarsi per i playoff?
«No, credo che non ce la faremo, ma voglio sperarci fino alla fine. L’unica cosa che mi auguro è che Pistoia non sia un’altra “Pavia”».
Il tuo personale messaggio alla dirigenza per il lavoro svolto?
«Solo una parola: grazie! E poi complimenti al giemme Marco Atripaldi, perché costruire una squadra con il budget che aveva è roba da intenditori. Lui lo è e mi auguro resti ancora a lungo qui a Caserta».
Il sogno nel cassetto per i colori bianconeri?
«Il sogno è quello di rientrare "stabilmente" nelle prime otto, ma anche quello di avere un coach adatto al roster. Oggi, con questa squadra, se avessimo un allievo di Boscia Tanjevic in panca, potremmo anche prenderne 30 a Milano in gara uno, ma magari la seconda si vince. Così, invece, si punta a perdere di poco, ed è un peccato perchè, ripeto, questa squadra quando difende duro e gioca in transizione è uno spettacolo».
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