lunedì 21 aprile 2014

La Juvecaserta sorride con un filo di polemica

DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 22/04/2014

LEGA A. A coach Lele Molin non è piaciuto uno striscione apparso in curva
La Juvecaserta sorride con un filo di polemica

Giovanni Bocciero


CASERTA. Siamo di nuovo qui, dopo l’abbuffata di pastiera e casatiello (di questo ne parleremo qualche riga più giù), per analizzare la gara vinta dalla Juvecaserta contro Siena. Una gara che, proprio in linea con il programma di coach Lele Molin, ha visto il fortino del PalaMaggiò restare inviolato in questo rush finale di stagione. Dopotutto, se si vuole aspirare a prendere parte ai playoff, bisogna arrivare a quella sogna dei 30 punti, e questo vuol dire vincere la prossima, e ultima, gara in casa contro Cremona, e provare a strappare i due punti a Sassari (difficile) o a Pistoia (meglio).
Contro Siena, comunque, non è stato affatto semplice vincere, e il punteggio (78-76) denota non poco le fatiche che i bianconeri hanno esplicato. La bolgia del palazzetto di Pezza delle Noci, poi, ha fatto il suo figurone, sostenendo, incitando, spingendo i propri beniamini verso questa sofferta quanto importante vittoria. Un viatico, come abbiamo più volte detto nei giorni precedenti al match, dal quale Caserta doveva uscire con la posta in palio in tasca, per continuare la rincorsa alla post season, e per dimenticare in fretta le battute d’arresto di Bologna e Varese (ricordate pastiera e casatiello? tra poco ci arriviamo). Ma veniamo adesso ai punti salienti che sono emersi dalla sfida di sabato sera contro la Montepaschi di coach Marco Crespi.

BROOKS CHE SCHIACCIA IN TESTA AD HUNTER (FOTO VASTANO)
LA FISICITA’. O anche l’atletismo, l’ardore, la grinta, e chi ne ha più ne metta, perché quando questa Juvecaserta entra in ritmo è un bel vedere. Il tecnico casertano in preparazione alla gara, aveva dichiarato che dalla sosta per l’All Star Game voleva vedere come la squadra stava all’accensione dell’interruttore. Bè, se la luce impiega 1,28 secondi per percorrere più di 380 mila km, diciamo che i bianconero c’hanno impiegato il doppio, perché dal secondo tempo in poi i senesi hanno dovuto soffrire e rintuzzare. Fermare la forza fisica messa in campo da Jeff Brooks e compagni è stato un vero e proprio rebus per gli avversari, che si vedevano spuntare maglie bianche dappertutto ad ogni rimbalzo, e soprattutto li vedevano volare letteralmente a canestro. Già, perché spesso l’entrare in ritmo per la Juvecaserta significa, come la giusta concausa, fare spettacolo. Quattro, cinque, sei schiacciate (la migliore prodezza è riportata nella fotografia qui sopra) nelle due frazioni conclusive del match, che fanno diventare i bianconeri la formazione più divertente e allo stesso tempo la più strapotente del campionato. Il problema di fondo, purtroppo, è che tutta questa carica ed energia è troppo discontinua nell’arco della stessa partita (i famosi up and down), oltre al fatto che non sempre viene incanalata nel verso giusto. Ovvio che se non si dovesse discutere di un tale quesito, adesso non staremmo neanche a parlare della corsa all’ottavo posto, ma quel biglietto sarebbe già da tempo prenotato se non addirittura staccato. Ma fa nulla, dopotutto questa squadra è stata costruita per raggiungere una salvezza tranquilla, ed anche in questa occasione la tabella di marcia è stata più che rispettata.

LA GESTIONE. In sede di pura cronaca dell’incontro, su queste colonne abbiamo sottolineato come nel primo tempo Siena abbia accumulato quel sottile margine di vantaggio grazie ad un’ottima circolazione di palla, che in più di una circostanza ha palesato le scarse rotazioni difensive della Juvecaserta. Inoltre, i senesi tendevano a punire con grande regolarità all’incirca dalla posizione del tiro libero sul pick and roll. In tal caso era lo stesso portatore di palla, e “bloccato”, che riusciva a prendersi quella manciata di decimi di secondi per fulminare i difensori in casacca bianconera. Una causa di ciò, era dovuto anche al fatto che Ronald Moore ha particolarmente sofferto i pariruolo avversari, che rispetto a lui avevano qualche centimetro in più, una massa muscolare più scolpita e soprattutto atletismo da vendere. Al riposo lungo, però, la Juvecaserta, e in particolare l’allenatore, hanno saputo ben utilizzare le contromosse. Innanzitutto Moore è salito di colpi, aiutato nella propria metà campo da tutti i compagni. E poi si è preferito optare per il finto pivot, con Carleton Scott schierato nello spot di “5”, con Brooks ad affiancarlo sotto le plance. In questo modo la difesa è riuscita ad attutire meglio il gioco a due che la formazione avversaria utilizzava nella stragrande maggioranza dei propri attacchi. Una difesa più attiva e reattiva, che ha imbrigliato una Siena che comunque ha più volte fatto male la Juvecaserta grazie alla circolazione di palla che liberava al tiro un uomo praticamente libero. Questo è lo scopo del sistema, come ha anche dichiarato in conferenza stampa il tecnico Crespi, e che ha decisamente portato i suoi frutti. Con le contromosse, i casertani hanno girato l’inerzia della gara dalla propria parte, e poi in attacco si è completata l’opera, senza dimenticare il caloroso pubblico del PalaMaggiò, che nei momenti cruciali ha fatto sentire tutta la pressione agli ospiti.


LO STRISCIONE ESPOSTO NEL MATCH CONTRO SIENA
LO STRISCIONE. Ecco, i tifosi hanno rivestito una parte fondamentale (oltre 4000 gli spettatori accorsi a Castel Morrone), eppure c’è stato uno striscione galeotto che un po’ di malumori ha creato. Lo striscione della discordia recitava “dopo Bologna e Varese non ci intossicate anche la pastiera e il casatiello”. Parole ironiche che hanno però ferito nell’animo coach Molin. In conferenza stampa l’allenatore c’ha tenuto a chiarire che a essere preso in giro, lui, non ci sta. Vanno bene le critiche, anche alla sua persona, ma deridere questa squadra a lui non va affatto bene. Ha ribadito che la squadra non è certo stata costruita per i playoff, eppure è lì che lotta ogni domenica, sbagliando, perché è chiaro che ci sono dei limiti, delle mancanze, ma sudando la maglia e soffrendo, meritandosi sul campo il rispetto. Proprio come ha fatto Michele Vitali, che dopo aver segnato nel rush finale ha mimato la “big ball dance” dopo aver commesso un errore difensivo, segno che questi ragazzi lotteranno fino alla fine. Acqua sul fuoco l’ha gettata, però, lo stesso tifoso autore del “messaggio”, l’amico Gino, che ha affermato di non avere nulla contro la società e la squadra, ma che voleva solo essere uno sprone per l’imminente big match. Tutto chiarito, insomma.

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