sabato 22 marzo 2014

Ronald Moore il faro di questa Juvecaserta

DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 22/03/2014

LEGA. La formazione bianconera guidata dal playmaker pronta a sfidare la Cantù di Sacripanti
Ronald Moore il faro di questa Juvecaserta

CASERTA. Il countdown sta per finire, e finalmente si sta avvicinando il momento dell’attesa sfida tra la Juvecaserta e la Cantù dell’ex Pino Sacripanti. A tal proposito, ha parlato il tecnico bianconero Lele Molin nella consueta conferenza stampa del pre-partita.
«Siamo nel venerdì della settimana Santa - ha esordito scherzosamente il coach -. Abbiamo fatto astinenza nell'attesa dell'arrivo. Io mi sono tenuto defilato perché non credo di dover partecipare a questo tipo di dichiarazioni e sentimentalismi. Domenica (domani, ndr) arriva Cantù che ha il suo fascino, guidata da Sacripanti che a Caserta ha avuto modo di far sognare questa gente. Ha sofferto con tutta la tifoseria e quindi c'è tutto un amarcord, insieme ovviamente a Oldoini che è stato anche di più qui in città. Ma la squadra doveva rimanere fuori da queste cose, che sono state vissute con distanza, anche se mi fa piacere che da tutto l'ambiente viene riconosciuto il lavoro di un allenatore».
Molin ripensa anche a quando, all’andata, è stato accolto dal palazzetto canturino.
«Un po’ a sorpresa a Cantù mi hanno accolto bene, anche se non si può paragonare il mio lavoro fatto lì soprattutto con il tempo che Sacripanti e Oldoini ha trascorso qui a Caserta. Prima della palla a due ci sarà un riconoscimento che penso entrambi apprezzeranno».
Domanda al quanto pungente è se fin qui della stagione, il tecnico casertano abbia sentito il peso del confronto con il suo predecessore.
«Non ho avvertito l'ingombro di Sacripanti in questa stagione - ha tagliato netto Molin -. Sono stato confrontato con lui soprattutto per il carattere, ma non ho mai personalmente vissuto la scia di dover sostituire un personaggio ingombrante. So la stima che tutta Caserta ha per lui, e non ho mai vissuto il confronto se non per il fatto che è stata la gente a confrontarmi con lui, e non nego che in qualche occasione questa cosa mi abbia un po’ messo in difficoltà. Ma non ho vissuto alcuna ansia da questo punto di vista. Spero, a questo punto, di lasciare lo stesso ricordo che ha lasciato lui. Una volta ci si poteva identificare nella bandiera, oggi rispetto ai giocatori gli allenatori subiscono il peso dei risultati, e sono a loro legati quasi indissolubilmente. Quindi ho il desiderio di vivere lo stesso percorso che Sacripanti ha fatto a Caserta».
Coach Lele Molin in conferenza stampa
Rispetto alla sfida di sette giorni fa contro Montegranaro, al cospetto della seconda in classifica ci varrà non solo un approccio mentale al limite della perfezione, ma anche e soprattutto la giusta preparazione fisica.
«Il desiderio è senz’altro quello di raccogliere una vittoria che può significare tante cose, e che ci potrà ulteriormente spingere verso il nostro obiettivo. Bisogna, però, anche essere realisti - ha ammonito il coach - e guardare come Cantù si presenterà qui: è la prima contendente di Milano e sta marciando sin dall'inizio della stagione come una grande squadra. Le sue cifre al tiro sono ottime, e in più si passano benissimo la palla, il che li rende protagonisti su ogni campo in cui vanno a giocatore. Questa gara ci costringerà a dover superare i nostri limiti, non solo mentalmente ma anche tecnicamente se vogliamo competere per la vittoria. Dovremo essere rilassati ma con la concentrazione di non lasciare nulla sul campo. L'approccio sarà importante, ma per competere e pensare di poter vincere dobbiamo superarci sotto ogni punto di vista. La cosa che garantisco, però, è che ci proveremo».
Giocare contro una dei top team condiziona la squadra, che ha vinto solo contro Siena nei precedenti dieci incontri contro le prime sei.
«La squadra sente la differenza sulla carta, ma poi è brava a presentarsi carica. Cercheremo di fare questo anche contro Cantù - ha analizzato Molin -, ma ripeto, non sarà affatto facile perché loro hanno delle buone rotazioni, stanno trovando diversi ragazzi che scendono in campo e si rendo decisivi. Sarà certamente una dura battaglia».
E poi si ripensa, per un attimo, alla gara d’andata.
«Sarà una gara completamente diversa da quella dell'andata. Sono fisicamente più pronti, arriveranno a Caserta con la voglia di vincere e sarà una gara in cui saranno motivati. Per loro Leunen è un giocatore fondamentale, una sorta di play aggiunto, capace di giocare 40’ allo stesso modo, consistente e di alto livello. Per noi potrebbe essere una opzione giocare con i piccoli, ma ancora una volta sarà fondamentale la nostra prova difensiva, dove dovremo occupare bene l'area. Mi auguro che rispetto all'andata ci sia un'altra partita. Ma anche loro stanno giocando con quintetti piccoli, proprio per prepararsi anche ad accoppiarsi».
Alla Juvecaserta manca ancora qualcosa per poter competere con le prime sei della massima serie.
«Secondo me - ha espresso coach Molin - ci manca sul perimetro un po' di talento, esperienza e fisicità. Tutte le sei squadre hanno tutto questo nei loro rispettivi reparti. Soprattutto fuori casa finiamo gli attacchi con tiri senza senso, e io trovo questo difetto nella composizione del reparto. Abbiamo ad esempio atletismo, ma non fisicità. Domenica contro una squadra un po' più debole come la Sutor lo abbiamo fatto. Il controllo della situazione purtroppo non ci appartiene per poter vincere partite punto a punto, causa la nostra immaturità».
Proprio la vittoria contro Montegranaro dev’essere una sorta di punto di partenza per migliorarsi ulteriormente, lavorare sugli aspetti del gioco che ancora languono e fare un ulteriore salto di qualità lì dove l’alchimia sembra esserci consolidata.
«L'inserimento e il fosforo di Ronald Moore possono inevitabilmente aiutarci a migliorare. Si tratta di un giocatore che mi piace molto, ed è quello che ci mancava. Adesso sta capendo i compagni, è efficace offensivamente e in difesa non si tira indietro»
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Domenica avete tirato con il 53%, avendo un’ottima circolazione di palla, potendo prendere tiri piedi a terra, puliti e senza marcature asfissianti. Questo denota un miglioramento nei passaggi che si auspicava già da diverso tempo?
«In parole povere hai detto bene. In pratica è quello che non riuscivamo a fare prima, dove spesso tiravamo sullo scadere dei 24”, oppure con le mani dei difensori in faccia. C’è da dire - ha sottolineato il coach - che Montegranaro è una delle difese non proprio migliori del campionato, ma già a Brindisi si era visto qualcosa di buono nel secondo e terzo quarto quando piazzammo il break. Spesso basta che un uomo, in questo caso Moore, indichi la strada da seguire, e tutti gli altri lo seguono. Questo è un po’ quello che ci è capitato».

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