sabato 9 settembre 2023

Italbasket, le lacrime e i graffi di Melli un inno a crederci

Italbasket, le lacrime e i graffi di Melli un inno a crederci


Con Gigi Datome al canto del cigno con questo Mondiale ormai agli sgoccioli, sarà Nicolò Melli ad ereditarne i gradi di capitano dell’Italbasket. O almeno è ciò che tutti si aspettano. Dopotutto il lungo azzurro è stato già investito di tale responsabile nella spedizione olimpica di Tokyo durante l’estate del 2021. In quella occasione ha più riprese detto di aver soltanto preso in prestito quel ruolo, e si può ben capire per la forte amicizia che c’è tra i due giocatori, uscita clamorosamente allo scoperto con il podcast che li ha visti protagonisti in preparazione al torneo iridato. Da domani nessun prestito più, quel ruolo sarà suo per merito. Perché Nik ha dimostrato con le lacrime e i graffi di tenerci alla nazionale. Può sembrare superficiale, ma son convinto che un giocatore scambierebbe qualsiasi cosa per arrivare ad un risultato importante con la maglia del proprio paese. E Melli, con un palmares composto da tre scudetti italiani, due tedeschi ed uno turco, tre coppe e due supercoppe nazionali, ne avrebbe di trofei da barattare. Ovviamente se non si può fare per una medaglia d’oro, quantomeno d’argento e non di bronzo, per rimanere in tema di podcast azzurro.


Nik è un esempio in campo e fuori. Ha giocato due stagioni in Nba, per la verità facendo purtroppo molta panchina, ma ha dimostrato partita dopo partita che il suo livello è quello lì. Incide su ambedue le metà campo, ottime letture in attacco dove si fa apprezzare anche come passatore. In difesa è capace di entrare sotto pelle all’avversario, e non indietreggia di un passo. A costo anche di uscirne con qualche cicatrice. E’ l’emblema del capitano, ed ha già parlato come se ricoprisse tale ruolo quando ha elogiato pubblicamente Diouf, Procida e Spagnolo per l’apporto che hanno dato a questa spedizione di Manila. Ma soprattutto spronandoli a conquistarsi il futuro, che si spera sia roseo per loro e per noi. Commozione, tenerezza, determinazione, forza, nelle parole così come nei fatti, non si può che ammirare ed applaudire Melli. Lui darà sempre tutto per l’azzurro, proprio per questo non potrà mai esserci sconfitta nel suo impavido cuore. Poi, in campo, si vince e si perde, ma è attraverso questo modo di fare che si può diventare trascinatori di un intero movimento. Che forse deve smetterla di specchiarsi come Narciso, ma allacciarsi strette le scarpe e scendere in campo con la fame e la volontà di chi vuole arrivare.

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