lunedì 19 novembre 2018

Le storiche società meridionali: Napoli

Le storiche società meridionali sono ripartite dalla cadetteria con grandi ambiziosi

Nuovi dirigenti, gestione più attenta al consolidamento che ad inseguire sogni di rapida gloria. Club con molti punti in comune e la volontà di far dimenticare le delusioni recenti

di Giovanni Bocciero*


La pallacanestro del Sud Italia riparte da tre piazze storiche come Caserta, Napoli e Reggio Calabria, che per alterne vicissitudini si sono ritrovate tutte e tre ai nastri di partenza del campionato di serie B. Le tre storiche compagini, seppur con ambizioni diverse, hanno le potenzialità per rianimare il rispettivo ambiente, che rammaricato o deluso, dovrà appoggiare il nuovo corso affinché ognuna delle società ritorni a competere su quei palcoscenici che gli sono congeniali.
Lo stesso Basket Napoli seppur solo retrocesso dalla A2 è ripartito ex novo. L’estate all’ombra del Vesuvio è stata caratterizzata dal passaggio del testimone tra Ciro Ruggiero e i nuovi proprietari Federico Grassi e Francesco Tavassi, ai quali spetta il compito di rilanciare la squadra dopo l’ultima sfortunata stagione. All’ex presidente Ruggiero - napoletano di nascita ma agropolese d’adozione - va il merito di aver riportato la pallacanestro in città, facendo vivere due intensi anni nei quali “si è parlato solo di vittorie e di sconfitte, di tecnica e di tattica, ma neanche per un istante di fallimenti, mancati pagamenti e lodi”, come da lui stesso affermato nella lettera di commiato. Voltata pagina, la società si è rimboccata le maniche per garantire nel breve periodo una stagione da protagonisti, e nel medio-lungo periodo un futuro radioso. Eppure i risultati d’inizio campionato non rispecchiano quelle che sono le reali potenzialità del roster biancazzurro.
GRASSI E TAVASSI A NAPOLI I PROTAGONISTI DI UN'ESTATE
IN CUI SI E' PARLATO DI TECNICA E NON DI FALLIMENTI E LODI
Coach Gianluca Lulli, che ha militato da giocatore in quello che fu il Basket Napoli del presidentissimo Mario Maione, deve ancora trovare la giusta quadra del cerchio facendo fronte anche ad un ritardo nell’inizio della preparazione fisica. Potrà essere aiutato in questo senso da un autentico veterano della categoria come Francesco Guarino, playmaker 39enne che nel corso della sua carriera ha giocato per alcune delle più importanti squadre italiane collezionando titoli e promozioni. È lui la chioccia di un gruppo che può vantare il giusto mix tra esperienza e gioventù, dal tiratore Vincenzo Di Viccaro al roccioso Riccardo Malagoli, dal versatile Tommaso Milani al pretoriano Dario Molinari, sino ai due prospetti dell’Est Europa Nemanja Dincic e Hugo Erkmaa. L’intento della società è quello di ripartire con amore, così come recita lo slogan per questa stagione (#RiparTiAmo), anche se rispetto agli ultimi due anni non c’è quasi traccia di un’identità napoletana nel roster.
«Napoli sta cercando di tornare faticosamente al vertice - ha analizzato ancora il presidente della FIP Campania Manfredo Fucile -, con un tessuto societario completamente nuovo e che rispecchia, al contrario della squadra, la vera napoletanità. Purtroppo dopo la splendida cavalcata di due anni fa, nella scorsa stagione sono state sbagliate alcune scelte programmatiche che hanno portato alla retrocessione. I nuovi proprietari hanno la volontà e la forza di riportare la piazza lì dove merita, ma è importante capire che occorre strutturarsi anche con la creazione di un adeguato settore giovanile per alimentare con continuità questa passione». Il nuovo corso della pallacanestro napoletana si è dovuto immediatamente confrontare con le problematiche riguardanti l’impiantistica cittadina. Non a caso la squadra è stata sfrattata dal Pala Barbuto e dovrà disputare le partite casalinghe in esilio al palazzetto di Casalnuovo. Il fatto di non avere una struttura in città dove poter svolgere l’attività - e si spera che i finanziamenti dell’Universiade possano sistemare questa situazione - sta facendo pensare ai proprietari di costruirsi un impianto proprio. Sarebbe stata anche identificata una zona nel quartiere Fuorigrotta, ma è bene prendere questa notizia con le pinze perché come recita il detto tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E il popolo napoletani ha già vissuto milioni di sogni poi non concretizzatisi. Questo però è un ulteriore punto a favore di Grassi e Tavassi, che hanno l’obiettivo di realizzare un progetto ambizioso per la Napoli dei canestri, che nell’immediato veda la squadra competere e cercare di ritornare subito in A2.


Napoli, alle spalle gli ultimi fallimenti
La città di Napoli ha vissuto grandi stagioni con la storica Partenope che nel 1970 vinse la Coppa delle Coppe. Dopo quei fasti si sono alternate altre società cittadine sino alla S.S. Basket Napoli che si trasferì da Pozzuoli nel 1999. La società del presidente Mario Maione ha regalato incredibili successi - semifinali scudetto, Coppa Italia 2006 e partecipazione all’Eurolega - firmati da campioni come Lynn Greer e Mason Rocca. Nel 2008 arrivò l’esclusione dal campionato e dopo anni bui la pallacanestro cittadina è rinata nel 2011 con la wild-card in A dilettanti del Napoli Basketball. L’anno dopo grazie alla fusione con Sant’Antimo disputò la LegaDue, ma questo trasferimento si rivelò solo il primo di tre fallimenti consecutivi.



* per la rivista BASKET MAGAZINE

venerdì 16 novembre 2018

Le storiche società meridionali: Caserta

Le storiche società meridionali sono ripartite dalla cadetteria con grandi ambiziosi

Nuovi dirigenti, gestione più attenta al consolidamento che ad inseguire sogni di rapida gloria. Club con molti punti in comune e la volontà di far dimenticare le delusioni recenti

di Giovanni Bocciero*


La pallacanestro del Sud Italia riparte da tre piazze storiche come Caserta, Napoli e Reggio Calabria, che per alterne vicissitudini si sono ritrovate tutte e tre ai nastri di partenza del campionato di serie B. Le tre storiche compagini, seppur con ambizioni diverse, hanno le potenzialità per rianimare il rispettivo ambiente, che rammaricato o deluso, dovrà appoggiare il nuovo corso affinché ognuna delle società ritorni a competere su quei palcoscenici che gli sono congeniali. Caserta ad un anno dalla inaspettata estromissione dalla serie A, che in parte è una ferita ancora aperta, sta provando a fare circolo intorno alla nuova società che ha acquistato il titolo sportivo di Venafro. La Juvecaserta sembra basarsi sul duo dirigenziale composto da Gianfranco Maggiò e Antonello Nevola, con il patron Raffaele Iavazzi dietro le quinte. Ed è proprio la contestata figura dell’ex presidente che divide la tifoseria, con la società e il diretto interessato che non hanno mai smentito il suo coinvolgimento. Dagli uffici al campo, il lavoro che stanno svolgendo coach Massimiliano Oldoini ed i suoi ragazzi è encomiabile. Il tecnico è stato scelto perché conosce molto bene l’ambiente essendo stato assistente di Pino Sacripanti soltanto alcune stagioni fa, e durante l’estate quasi non si è badato a spese provando a prendere il meglio sul mercato così da costruire un roster di tutto rispetto e con la dichiarata voglia di essere promossi. Perché la società vuole tornare a competere nelle categorie che più gli si addicono per il prestigio e la storia della piazza, seppur sposando una programmazione che non deve bruciare le tappe. Una prerogativa imprescindibile per costruire una struttura solida nel tempo e capace anche di reperire le risorse necessarie per svolgere l’attività.
GIANFRANCO MAGGIO' GARANTE DELLA NUOVA JUVECASERTA
CHE HA INIZIATO LA STAGIONE CON VITTORIE IMPORTANTI
Il personaggio che garantisce la bontà di questo progetto non può che essere Gianfranco Maggiò. «Io ero presente all’incontro tra Maggiò e il presidente Gianni Petrucci - ha raccontato il numero uno della FIP Campania Manfredo Fucile -. Magari non potrà fare quello che ha fatto il padre Giovanni perché sono cambiati i tempi, ma è sicuramente una garanzia la sua presenza. Il suo è un nome storico per la pallacanestro campana, sono contento che sia ritornato all’apice della società ed ho visto con che rispetto e riconoscenza è stato accolto da Petrucci. So che ci sta mettendo tutto l’impegno possibile. Dall’inizio ha detto che era meglio partire da un campionato inferiore, vincere subito e galvanizzare l’ambiente, ma ha bisogno che tutto il territorio, dai tifosi agli imprenditori e soprattutto gli sponsor, gli stiano vicino». Lo scoppiettante inizio di campionato sta confermando che Caserta è tra le principali candidate al salto di categoria. La coppia di esterni composta da Riccardo Bottioni e Leonardo Ciribeni, che l’anno scorso aveva ben fatto a San Severo, si sta confermando di livello per il torneo cadetto; l’esperienza sotto canestro dell’oriundo Marcelo Dip e del maddalonese Biagio Sergio; l’energia di Norman Hassan; l’efficacia di Niccolò Rinaldi; la precisione di Niccolò Petrucci sono gli ingredienti di un roster che rappresenta la base di un progetto che mira a rivitalizzare la storia bianconera con un pizzico di casertanità riscontrabile negli assistant coach Fabio Farina e Federico D’Addio.
Già il semplice fatto che dopo appena dodici mesi dal secondo funerale della Juvecaserta, questa abbia avuto la forza di rinascere e ripartire da un campionato nazionale deve far ben sperare per il futuro. E se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora i tifosi possono tornare a sognare. L’importante è che la nuova società comprenda che non bisogna fare il passo più lungo della gamba, come magari fatto negli anni passati. Basti pensare agli esosi sforzi economici di Rosario Caputo per allestire la squadra che poi disputò i preliminari di Eurolega lasciando i conti in rosso; oppure alla ferma volontà di Iavazzi di richiedere il ripescaggio quando invece si poteva ripartire da un’onesta A2 provando a ripianare i debiti. Solo con un’oculata programmazione, soprattutto economica, la pallacanestro all’ombra della Reggia può ritornare ad appropriarsi del suo prestigio. Con l’aiuto di tutti ed in particolare dei tifosi, che stanno provando a rilanciare l’iniziativa dell’azionariato popolare per acquisire quote della società tramite il Club Ornella Maggiò.


Juvecaserta legata alla famiglia Maggiò
La Caserta del basket è legata a doppio filo alla famiglia Maggiò, che ne ha costruito il mito. Gianfranco Maggiò ha portato avanti l’impegno cestistico dopo la morte del padre Giovanni, centrando lo storico scudetto del 1991. Raggiunto l’apice ebbe inizio il declino, prima con la retrocessone in A2 del 1994 e poi il fallimento del 1998. Il nome Juvecaserta fu rispolverato nel 2003 con l’avvento del presidente Rosario Caputo e la fusione dei due club cittadini Ellebielle e Falchetti. Tornata in serie A nel 2008, in due stagioni raggiuse la semifinale scudetto e i preliminari di Eurolega. Con il subentro di Raffaele Iavazzi alla guida del club, Caserta ha sfiorato più volte i playoff per poi retrocedere ed essere ripescata nel 2015. Nell’estate del 2017 è stata invece estromessa dalla serie A.



* per la rivista BASKET MAGAZINE

domenica 11 novembre 2018

Wes Clark o Clark Kent, a Brindisi si stropicciano gli occhi

Lo abbiamo fiutato sin da quando è sbarcato in Italia, a Brindisi, con largo, largo anticipo, e i fatti ci stanno dando ragione. Colui che nella scorsa primavera ha contribuito ad eliminare Arizona della futura prima scelta al draft Nba Deandre Ayton al primo turno del torneo Ncaa, oggi è la grande sorpresa del campionato italiano. Ovviamente stiamo parlando di Wes Clark, che sta vestendo i panni di Clark Kent facendo sognare la tifoseria brindisina. Clicca qui per l'intervista a Clark