domenica 24 settembre 2023

Supercoppa: la Virtus è un fiume in piena, la diga Brescia spazzata via

La Virtus è un fiume in piena, la diga Brescia spazzata via

di Giovanni Bocciero


La finale di Supercoppa della Lba vede la Virtus Bologna partire meglio dai blocchi di partenza. La squadra di coach Banchi è più incisiva e più aggressiva. La coppia Cordinier-Shengelia combina il 14-1 iniziale, mentre le sei triple in 8’ la portano a condurre 23-8. La risposta della Leonessa Brescia, che subisce la maggior durezza degli avversari spesso al limite dei contatti permesso, è affidata a Bilan. Il lungo è l’unico che vicino canestro riesce a bucare la difesa bolognese. Dopo 5 errori nel quarto iniziale, Burnell segna il primo canestro da 3 bresciano nella seconda frazione. La Virtus però non alza il piede dall’acceleratore, ed ha continuato ad avere il pallino del gioco in mano. Dopo che la componente americana ha tenuto comunque a galla Brescia, la tripla di Della Valle vale il 38-27 a poco meno di 4’ dall’intervallo. Alla Leonessa sembra quasi mancare lo zampino per riaprire la gara, ma mentre le percentuali di Bologna iniziano a scendere Christon manda a bersaglio la bomba del -8. Il finale di primo tempo è però a tinte bianconere, con Belinelli che segna 5 punti in un amen e Bologna va al riposo lungo sul 48-35.

Al ritorno sul parquet, la gara diventa ancora più ruvida. In 4’ si segnano 9 punti complessivi., mentre non si contano i contatti. Alcuni dei quali gli arbitri lasciano correre, per le proteste di coach Magro. La partita s’infiamma quando vengono segnate tre triple consecutive, due dalla Virtus. Stappato offensivamente il match, Bologna allunga sul 64-43 e Brescia è costretta ad interrompere il gioco con il timeout. La situazione però non cambia, mentre la Leonessa è macchinosa in attacco, la Virtus vede Shengelia salire di colpi ed offre a Mickey la schiacciata del +25. È tutta Bologna che però trova il ritmo giusto, con i canestri di Abass e Pajola che valgono addirittura il 76-43 all’ultimo pit-stop. L’ultimo periodo non nasce sotto una buona stella per Brescia, che quasi viene raddoppiata sill’82-43. È praticamente la fine. Già iniziano a scorrere i titoli di coda mentre le due tifoserie non smettono un attimo di incitare le rispettive squadra. Trovano i primi punti della propria gara anche Polonara e Mascolo, mentre Bilan pur essendo l’ultimo ad alzare bandiera bianca continua a sbagliare dalla lunetta. E quel 4/11 dalla linea della carità è una macchia sulla prestazione del migliore in casa Leonessa. Per la Virtus invece, l’Mvp non può che essere Shengelia, gara di grande sostanza, decisivo bei momenti importanti.


L'Mvp è Tornike Shengelia: partita a tutto tondo, da vero leader 

E' Tornike Shengelia l'Mvp della Supercoppa LBA 2023, che ha visto la Virtus Bologna dominare in lungo e in largo la Leonessa Brescia, sino quasi a doppiarla nel punteggio ad inizio ultimo quarto (82-43). Partita sontuosa quella del georgiano, che ha iniziato subito su marce piuttosto elevate. Nel parziale iniziale di 14-1, lui ha contribuito con 6 punti. Offensivamente parlando si è rivisto nel terzo periodo, quando ha ammazzato la partita con la tripla che ha dato il là al secondo devastante parziale di 28-8 per i bolognesi. 15 punti alla fine, con un perfetto 3/3 da 2 e addirittura 3/5 da 3. Ma non solo, sarebbe quasi riduttivo descrivere con i canestri realizzati la sua prestazione. Perché sotto canestro è stato insuperabile, arpionando 12 rimbalzi, seppur solo 2 in attacco. E inoltre, sempre nel 28-8 che ha indirizzato la Virtus verso la conquista del trofeo, ha distribuito 4 assist. Una per Mickey che ha dovuto soltanto schiacciare. Insomma, inizia nel migliore dei modi la stagione 2023/24 per l'ala bianconera.



sabato 9 settembre 2023

Italbasket, le lacrime e i graffi di Melli un inno a crederci

Italbasket, le lacrime e i graffi di Melli un inno a crederci


Con Gigi Datome al canto del cigno con questo Mondiale ormai agli sgoccioli, sarà Nicolò Melli ad ereditarne i gradi di capitano dell’Italbasket. O almeno è ciò che tutti si aspettano. Dopotutto il lungo azzurro è stato già investito di tale responsabile nella spedizione olimpica di Tokyo durante l’estate del 2021. In quella occasione ha più riprese detto di aver soltanto preso in prestito quel ruolo, e si può ben capire per la forte amicizia che c’è tra i due giocatori, uscita clamorosamente allo scoperto con il podcast che li ha visti protagonisti in preparazione al torneo iridato. Da domani nessun prestito più, quel ruolo sarà suo per merito. Perché Nik ha dimostrato con le lacrime e i graffi di tenerci alla nazionale. Può sembrare superficiale, ma son convinto che un giocatore scambierebbe qualsiasi cosa per arrivare ad un risultato importante con la maglia del proprio paese. E Melli, con un palmares composto da tre scudetti italiani, due tedeschi ed uno turco, tre coppe e due supercoppe nazionali, ne avrebbe di trofei da barattare. Ovviamente se non si può fare per una medaglia d’oro, quantomeno d’argento e non di bronzo, per rimanere in tema di podcast azzurro.


Nik è un esempio in campo e fuori. Ha giocato due stagioni in Nba, per la verità facendo purtroppo molta panchina, ma ha dimostrato partita dopo partita che il suo livello è quello lì. Incide su ambedue le metà campo, ottime letture in attacco dove si fa apprezzare anche come passatore. In difesa è capace di entrare sotto pelle all’avversario, e non indietreggia di un passo. A costo anche di uscirne con qualche cicatrice. E’ l’emblema del capitano, ed ha già parlato come se ricoprisse tale ruolo quando ha elogiato pubblicamente Diouf, Procida e Spagnolo per l’apporto che hanno dato a questa spedizione di Manila. Ma soprattutto spronandoli a conquistarsi il futuro, che si spera sia roseo per loro e per noi. Commozione, tenerezza, determinazione, forza, nelle parole così come nei fatti, non si può che ammirare ed applaudire Melli. Lui darà sempre tutto per l’azzurro, proprio per questo non potrà mai esserci sconfitta nel suo impavido cuore. Poi, in campo, si vince e si perde, ma è attraverso questo modo di fare che si può diventare trascinatori di un intero movimento. Che forse deve smetterla di specchiarsi come Narciso, ma allacciarsi strette le scarpe e scendere in campo con la fame e la volontà di chi vuole arrivare.