sabato 4 novembre 2023

Gandini: il basket torna nella vita degli italiani

Gli obiettivi della Lega: competitività, innovazione e un feeling maggiore con tutti gli sportivi

Gandini: il basket torna nella vita degli italiani

Una Serie A più spettacolare con atleti e tecnici importanti e il traino della Nazionale


di Giovanni Bocciero*

 

UNA NUOVA STAGIONE è iniziata, con la LBA vogliosa di continuare a crescere e diventare sempre più ambiziosa. «Una Lega altamente competitiva, ed un campionato che - esordisce il presidente Umberto Gandini - attiri più interesse sia per gli appassionati che per gli sponsor. Ma soprattutto, un campionato che diventi sempre più parte integrante della vita degli sportivi italiani, che non siano necessariamente soltanto gli appassionati o praticanti della pallacanestro, ma in generale tutta quella fetta più ampia di coloro che hanno interesse per il nostro sport e che devono appassionarsi pian piano alle nostre squadre».

Il presidente LBA durante la premiazione della Supercoppa 2023
che è stata un grande successo di pubblico

Ovviamente gli obiettivi da raggiungere passano anche per la competitività del campionato. «Non sono un tecnico a tal punto da poter giudicare sulla carta le formazioni - continua il numero uno della LBA - che prendono il via in campionato. Posso però far notare che tutte e sedici le squadre hanno ben interpretato la fase di costruzione del roster durante il mercato. Milano e Bologna che sono impegnate in Eurolega hanno una squadra molto profonda ed hanno intrapreso la loro strada portando giocatori di grande livello. Milano ha preso Mirotic ed ha due campioni del mondo nel proprio roster. Bologna adesso ha Banchi come guida tecnica che è stato il miglior coach dei Mondiali, e non concordo su un ridimensionamento del progetto perché hanno operato in maniera oculata secondo i limiti che si sono posti. Poi ci sono tutte le squadre ben attrezzate e che saranno impegnate in Europa come Venezia, Tortona che ha alzato ulteriormente l’asticella, Varese e Brindisi che devono conquistarsi sul campo l’accesso ai gironi di BCL, Sassari e Trento che sono una costante a livello internazionale. Quello che però interessa di più alla LBA è, che pur sapendo che i budget spesso e volentieri scendono in campo, da qui alla fine del girone d’andata che qualifica per la Final Eight di Coppa Italia, e poi al termine della regular season che qualifica per i playoff, tutti giocheranno al massimo delle loro possibilità».

L’inizio del campionato è stato scosso dal rifiuto del brasiliano Caboclo di unirsi a Venezia nonostante il contratto firmato in estate. «In questa vicenda è chiaro che la Lega farà tutto ciò che è in suo potere per sostenere il club - afferma Gandini - in quella che diventa una battaglia legale sia sportiva che civile tra due parti. Una di queste è il giocatore che evidentemente pare indifendibile. La giustizia farà il suo corso, come per altro è già successo in altri casi come lo scorso anno tra Verona e Selden. Sono certo che le ragioni della Reyer verranno premiate. Adesso hanno il problema di sostituire l’atleta, magari con un giocatore per l’immediato aspettando i tagli dei training camp della Nba per vedere chi possa essere utile».

Restando in tema di giustizia sportiva, come evitare a monte un caso Varese come lo scorso anno? «La giustizia sportiva ha il suo corso indipendente, così come la Procura Federale. È stata segnalata una violazione delle norme che non era possibile accertare in altro modo, e la giustizia ha seguito quelli che sono i suoi tempi. Credo che innanzitutto questo caso abbia insegnato che, qualora ce ne fosse bisogno, le regole vanno sempre rispettate e i regolamenti vanno applicati alla lettera. Confido - auspica il presidente - sul fatto che non sia questa una fattispecie che possa ripetersi. D’altro canto, ogni discorso sull’eventuale riforma della giustizia sportiva non è un tema che riguarda solo la pallacanestro, come abbiamo avuto modo di vedere per tutta l’estate col calcio».

La LBA sta immaginando di espandersi, e questo significa anche portare all’estero i propri eventi. «Questo può riguardare solo ed esclusivamente la Supercoppa - chiarisce Gandini -, che è una manifestazione della lega in accordo con la federazione. Si tratta dell’unica competizione esportabile in quanto cambia sede a seconda di vari fattori, e quindi in un’ipotetica idea potrebbe essere disputata anche all’estero. Lo stiamo valutando, ci sono discorsi in essere per nuovi mercati nei quali la pallacanestro italiana, o quella in generale, necessita di nuovi sviluppi, e quindi stiamo attenti e monitoriamo. Per quanto riguarda le altre competizioni il campionato è escluso così come la Coppa Italia. Per la Final Eight 2024 torniamo a Torino, una sede che ci ha dato grandi soddisfazioni. Cercheremo di replicare, e dove è possibili migliorare, ciò che abbiamo offerto nello scorso febbraio. La prima novità è che apriamo, in accordo con la LBF, alla Final Four di Coppa Italia femminile che sarà giocata in contemporanea alla Final Eight maschile».

L'imponente immagine dei 12.500 del Pala Alpitour alle Final Eight
dell'anno scorso: LBA punta a fare il bis anche in questa stagione

Lo scorso anno a Torino si è organizzato un evento quasi perfetto. Ma dove si può migliorare? «Nel nostro piccolo stiamo copiando quelli che sono i migliori esempi che ci possono essere. Non pensiamo di inventare nulla. Siamo però anche capaci di creare dei trend, perché ad esempio dopo la Final Eight di Torino una lega importante come l’ACB, la competizione per club più importante a livello domestico in Europa, ci ha chiamato per chiederci informazioni guardando al nostro evento come un esempio da seguire. Questo ci fa molto piacere. Continuiamo ad investire nello sviluppo, nell’allargamento della fan base per arrivare soprattutto alle nuove generazioni - sottolinea ancora Gandini - che hanno una fruizione del prodotto sportivo diversa dai loro padri o dai fratelli maggiori. Fermo restando che il prodotto è fruibile per chiunque a tantissimi livelli. Attraverso l’attività dei club è fruibile ovviamente dal vivo nei palazzetti, con le campagne abbonamenti e la politica dei prezzi. È disponibile online su tablet e smartphone così come sul satellite ed in chiaro. Per i più giovani e smaliziati abbiamo i social e tutta la produzione digital. La cosa più importante però, è che quando c’è la passione questa rimane e non sono preoccupato di perdere il pubblico più affezionato cresciuto con la pallacanestro negli ultimi venti, trenta o quarant’anni. Preferisco lavorare sull’aggiungerne altro di pubblico, pensando anche ad un ricambio che purtroppo è inevitabile in ogni ciclo della vita».

La Serie A vede sempre più club e coach ostaggi del risultato, e per questo giovani come Mannion, Spagnolo, Procida, Diouf, emigrano all’estero per trovare una loro dimensione. «Purtroppo non credo che sia una sorpresa. Parte del percorso di crescita di questi ragazzi comprende per vari motivi una, o più tappe, all’estero. Vuoi per uscire dalla comfort zone, per misurarsi con campionati diversi, e anche per guide tecniche che valutano diversamente lo status delle prestazioni. Così non mi sorprende neppure che tanti altri giovani, dei quali non parliamo, vadano a studiare negli Stati Uniti, così da abbinare una crescita tecnica anche un’educazione superiore rispetto a quella che potrebbero avere nel nostro paese, dove purtroppo l’accoppiata studio-sport dà tantissimi grattacapi. Non mi sorprende neanche che gli allenatori dei club abbiano una grandissima attenzione a vincere le partite, a centrare posizioni che gli permettano di vincere trofei, di qualificarsi in Europa o alle Final Eight, o di conquistare la salvezza. Questo non deve sorprendere. Poi però c’è l’attitudine personale, sia dei tecnici che degli atleti. Credo che in linea generale i giocatori che meritano, indipendentemente dall’età o dal passaporto, giocano. Poi ci sono altre cose che maturano in maniera diversa - evidenzia il presidente LBA -, come la personalità, la capacità di assumersi responsabilità, e questo spesso è meglio affrontarlo in un’altra realtà. E valuto positivamente tutto ciò perché poi si tratta di atleti che arrivano alla nostra nazionale».

Parlando di Italbasket, come valuta i quarti di finale raggiunti al Mondiale? «La Nazionale ha fatto benissimo, facendo un percorso straordinario. Concordo con il ct Pozzecco, secondo il quale ciò che ha fatto l’Italia nelle Filippine ha convinto il paese intero che potevamo battere gli Stati Uniti. Ritengo che questa sia una fotografia fedelissima, perché così come abbiamo poi sofferto per i 37 punti di scarto, nei giorni precedenti alla gara l’opinione pubblica riteneva che si potesse fare il miracolo. Questo credo che sia un tiolo di merito per la Nazionale che ha risvegliato attenzione sul movimento, che con le prestazioni ha portato vantaggi anche ai club con risvolti positivi sulle attività commerciali e sull’attenzione a loro riservata. Adesso la Nazionale avrà da affrontare dei cambiamenti - analizza Gandini -, dal ritiro di Datome ai giocatori di punta che avranno un ulteriore anno. Avremo un Preolimpico estremamente difficile sulla carta, per questo da preparare al meglio. E sono convinto che le squadre di Serie A daranno alla Nazionale il supporto necessario affinché si possa avere una rosa di giocatori potenzialmente più ampia, di interesse e pronta così da permettere al ct di avere possibilità di scelta su chi convocare».

L'Italia alla World Cup ha appassionato:
i club continueranno a sostenerla

Ultima chiosa sulle elezioni Fip. «Per quanto riguarda il discorso sulla politica federale e la sua guida non dobbiamo preoccuparci. Dobbiamo affrontare tutta la stagione 2023/24, il pre e post Olimpiadi, parte della 2024/25 prima di affrontare nuove elezioni e quindi abbiamo tempo per questo discorso. Quello che posso dire è che sicuramente la guida solida e duratura del presidente Petrucci ci porta a pensare che l’eventuale successione, qualora fosse necessaria - conclude Gandini -, sarà affrontata nei tempi e nei modi dovuti».


* per la rivista Basket Magazine