Eurobasket Women di Atene: trent'anni dopo il nostro basket femminile torna tra le tre migliori squadre del continente
Ragazze da sogno, l'Italia che vogliamo
Le azzurre si mettono la medaglia di bronzo al collo vincendo meritatamente il girone di Bologna, facendo tremare il Belgio campione d'Europa e surclassando la Francia vicecampione olimpica. Zandalasini e Cubaj le migliori di un gruppo fantastico, squadra vera dentro e fuori del campo, col ct Capobianco che ha disegnato un autentico capolavoro facendo innamorare tutto il paese. Ottimi gli ascolti sulla Rai
di Giovanni Bocciero*
È un’Italia che ci ha fatto
emozionare, quella femminile, capace di tornare sul podio dell’Eurobasket a
distanza di trent’anni dalla medaglia d’argento conquistata dalla nazionale di
Riccardo Sales e delle varie Catarina Pollini, Novella Schiesaro, Viviana
Ballabio, tante delle quali hanno rappresentato la delegazione di azzurre
presenti proprio a Bologna per assistere alla partita contro la Lituania. Sarà
stato un incontro benaugurante visto come è terminato questo Campionato
europeo.
Di sicuro, lo aveva detto il ct Andrea
Capobianco alla vigilia della manifestazione continentale, che le sue ragazze ci
avrebbero «fatto innamorare». Ed effettivamente, le azzurre sono state capaci
di ipnotizzare un paese intero pur non dando calci al pallone e neppure
saltando a rete. Con determinazione si sono prese la medaglia, lottando e mettendoci
tutto l'impegno possibile, dimostrandosi squadra vera dentro e fuori dal campo.
Capace anche di superare le difficoltà, come l’infortunio di Matilde Villa.
La grande assente è stata proprio la
play, che purtroppo ha subìto la rottura del legamento crociato anteriore del
ginocchio destro nell’amichevole di avvicinamento col Belgio. Un’assenza che,
forse, ha fatto mancare quell’ideale passaggio di consegne tra lei e Cecilia
Zandalasini quale nuovo talento e faro azzurro. O forse no, visto che la nativa
di Broni ha disputato un Europeo da campionessa pura. Ha fatto registrare 16.8
punti, 6 rimbalzi e 3 assist di media nelle sei gare disputate, per un 19.2 di
valutazione, aggiungendo alla medaglia di bronzo anche la nomina nel miglior
quintetto della manifestazione.
L’Italia ha iniziato a vincere e
convincere sin dal girone di qualificazione andato in scena al PalaDozza di
Bologna, battendo in serie una Serbia alle prese con un ricambio generazionale,
una Slovenia apparsa troppo risicata nelle rotazioni, e una Lituania autentica
sorpresa ma comunque dal potenziale ancora da definire. Eppure, con il primo
posto e un quarto di finale raggiunto addirittura con un turno d’anticipo, un
appunto sul pubblico va fatto. Nonostante ci si trovasse a Bologna, la ‘basket
city’ per eccellenza del nostro paese, il palasport non è stato riempito
neppure nella terza e decisiva gara giocata di sabato sera contro le lituane.
Bologna non sarà tra le principali piazze
della pallacanestro in rosa, anche se sino a due anni fa ha avuto la Virtus che
ha disputato due finali scudetto e vinto una Supercoppa proprio con la
Zandalasini tra le principali protagoniste, ma qualcosa in più ce lo si
aspettava. Le azzurre, comunque, al di là del seguito sulle tribune, che sembra
essersi attestato sulle 4mila presenze di media, si sono conquistate
l’attenzione nazionale con le loro prestazioni. E pur partendo in sordina e
forse con non poco scetticismo, sono arrivate a guadagnarsi le dirette sulla
Rai per la seconda fase dell’Eurobasket, disputata ad Atene.
Forse il segreto di questa Italia è
stato non fare voli pindarici, pensare ad una partita alla volta, ad un
avversario alla volta. Prima c’è stato da affrontare il battesimo di fuoco con
la Serbia, migliore squadra del ranking mondiale del girone bolognese al numero
8 - mentre l’Italia è al sedicesimo posto -. Ma come detto, le serbe sono alle
prese con un ricambio e sono apparse ancora acerbi a questo livello. Non a
caso, hanno terminato il raggruppamento addirittura in fondo alla classifica.
Diverso il match con la Slovenia,
numero 22 del ranking, nel quale la lunga naturalizzata Jessica Shepard è stata
soltanto la prima di una serie di avversarie più grosse e fisiche che le
azzurre sono state capaci di tenere a bada con una difesa di gran livello. Proprio
la determinazione nella propria metà campo ha rappresentato il marchio di
fabbrica di questa nazionale che ha saputo soffrire, aiutarsi, sporcare le
linee di passaggio, spizzare palloni in area e gettarsi sulle palle vaganti che
spesso e volentieri fanno la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Non a caso nella terza e decisiva gara
per chiudere al primo posto il girone, contro la Lituania che si presentava con
più centimetri e chili in tutti i ruoli, l’Italia l’ha tenuta a soli 51 punti
realizzati. Il vecchio adagio recita che l’appetito vien mangiando, e allora
sul volo per Atene le azzurre avranno di sicuro pensato che bisognava andare
oltre i complimenti. Alla fin fine è il risultato che conquisti che nessuno mai
ti potrà togliere. Superare lo scoglio dei quarti di finale era il primo passo
da compiere, perché aveva un duplice prezioso obiettivo. Significava finire tra
le prime quattro e dunque aumentare le probabilità di andare a medaglia; e
conquistare un posto per il torneo di prequalificazione al Mondiale 2026.
Ricordiamo la scelta della federazione,
in piena sintonia con lo staff tecnico della nazionale femminile, di non
prendere parte al torneo di prequalificazione della scorsa estate, con la finalità
di preservare l’integrità fisica delle atlete e per garantirgli una post season
di riposo, alla vigilia di una stagione agonistica che si sarebbe chiusa, di
fatto, con l’attesissimo appuntamento dell’Eurobasket. Una scelta dal sapore
pokeristico dell’all in, che ha però portato i suoi frutti.
E allora sotto la Turchia, che nel
ranking della Fiba appena una posizione sotto l’Italia, alla numero 17. Turche
che hanno avuto il merito di vincere nel girone di qualificazione la gara da
dentro o fuori con le padrone di casa della Grecia. Con la Turchia le azzurre
hanno fatto un’altra partita di grande spessore, ma hanno anche rivisto i
fantasmi del 2017. In quella edizione del Campionato europeo, Capobianco sedeva
in panchina e Zandalasini era l’enfant prodige al suo esordio assoluto in una
competizione senior. L’Italia affrontava la Lettonia per lo spareggio che
assegnava un posto Mondiale, e nel finale punto a punto, urla ancora vendetta
l’antisportivo ravvisato all’attuale stella italiana e della Wnba.
Contro la Turchia la sfortunata
protagonista è stata Jasmine Keys, che si è vista annullare un canestro buono
quando mancavano ancora 0.2 secondi sul cronometro. E ancora peggio, è il fatto
che la terna arbitrale non abbia potuta controllare e ravvedersi all’instant
replay, perché questo al momento non funzionava. In una manifestazione del
livello di un Europeo, certi intoppi è inammissibile che accadano. Quei due
punti potevano costare caro, dato che allo scadere le avversarie hanno mandato
la partita al supplementare. La volontà di vincere è stata comunque più forte,
e alla fine la Turchia è stata battuta.
Non si finisce mai di sognare, però.
Raggiunta la semifinale a questo punto andava conquistata anche una medaglia.
Di qualsiasi colore, purché si appendesse qualcosa al collo. È il Belgio l’avversaria
in semifinale, e le azzurre non si sono date per vinte. Nella ripresa grazie ad
un parziale di 17-0 hanno rimesso il naso avanti, e solo nel finale tirato a
festeggiare sono state le avversarie, che hanno mostrato il giusto
riconoscimento con la Julie Vanloo che ha confortato una ad una le ragazze.
Per la medaglia di bronzo bisognava battere
le francesi, vicecampionesse olimpiche, alle quali mancavano un paio di
giocatrici ma restavano comunque forti. Si è anche discusso della mancanza di
esperienza delle azzurre, nel giocare su palcoscenici del genere.
Evidentemente, da Zandalasini a Costanza Verona, da Lorela Cubaj a Sara Madera,
passando per Martina Fassina preziosissima contro Belgio e Francia, hanno fatto
tesoro delle loro avventure giovanili. Dal 2015 al 2019, infatti, il palmares
generale parta di quattro bronzi, cinque argenti e tre ori a livello sia
europeo che mondiale.
L’Italia è scesa in campo con la
determinazione giusta, il migliore approccio possibile e sin dall’inizio si è
messa a condurre nel punteggio fino a dominare pian piano la partita, nonostante
qualche momento di defaillance. Le francesi sono state tenute a 54 punti
nonostante il miglior attacco dell’Europeo sin lì con una media di 84.2. Alla
vigilia della finale per il 3° e 4° posto, Zandalasini aveva parlato delle
differenze che si avvertono nel nostro paese tra lo sport femminile e quello
maschile, rivendicando l’agonismo e il ‘bello’ del basket femminile. C’è da
dire che le ragazze sono riuscite in quello che da anni non riesce ai ragazzi,
che ad Europei e Mondiali non superano l’ostacolo dei quarti.
Nell’immediato post gara, con la
medaglia al collo, Capobianco ha invece sottolineato di come oltre per il
cuore, questo traguardo è arrivato anche tatticamente. Perché l’Italia è stata
capace di adattarsi e cambiare rispetto all’avversario di turno, rivendicando
un successo non solo emotivo ma anche tecnico. E proprio Capobianco è stato
nominato anche miglior allenatore dell’Europeo. Un premio più che meritato per
come è riuscito a far giocare questa squadra. Sempre sfrontata, mai doma, dura
a morire in qualsiasi situazione. Arcigna e aggressiva, attenta e concentrata.
Share da record sulla Rai: il 5,56% contro la Francia
Queste azzurre hanno fatto innamorare l’intera nazione. Parlano i dati della Rai, con ascolti ottimi. Con la Turchia seguito di 389mila spettatori di media, saliti nel supplementare a 571mila con uno share del 3.4%. Col Belgio il primo tempo su Rai Due ha avuto 290mila spettatori (2.39%), mentre il secondo tempo su Rai Tre ne ha avuti 545mila (3.75%), per una media di 418mila utenti collegati. Con la Francia, invece, 443mila spettatori medi (4,99%), con uno share salito al 5,56% nel secondo tempo (491mila utenti collegati).
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