venerdì 11 novembre 2016

NCAAB: Power Ranking 13 - 1 2016/17

Di seguito la seconda parte del Power Ranking della NCAA dalla 12esima alla 1ma posizione. Qui la prima.




di Giovanni Bocciero


13- INDIANA
Gli Hoosiers hanno perso tanto, forse tantissimo con le perdite di Yogi Ferrell e Troy Williams, due giocatori di qualità e quantità. Proprio per questo il tecnico Tom Crean in una mano potrà pesare tutto il talento che si ritroverà per l'ennesima volta a Bloomington, ma nell'altra anche il fosforo e la determinazione che purtroppo non avrà più con le dipartite su citate. Lo scettro di leader è passato nelle mani di James Blackmon Jr., mentre l'atletismo di Thomas Bryant e O.G. Anunoby rappresenta un punto di forza non indifferente. Per quanto riguarda la cabina di regia, attenzione al freshman Curtis Jones che ha già giocato con Bryant alla Huntington Prep.

12- ARIZONA
Coach Sean Miller è sempre a caccia della Final Four, ma almeno in partenza, l'obiettivo quest'anno pur non essendo lontano non sembra alla portata. Tante sono infatti le incognite che devono essere inquadrate nel discorso, ad iniziare da quel Allonzo Trier che al suo secondo anno deve ergersi a guida dei Wildcats. Gli addii dei senior Gabe York sull'arco e Kaleb Tarczewski in area aprono poi a nuovi scenari in cui possono emergere nuovi e vecchi volti, come il serbo Dusan Ristic o il finlandese Lauri Markkanen, l'ala freshman Rawle Alkins, il pivot sophomore Chance Comanche ed il play rookie Kobi Simmons osservato speciale. Ray Smith invece, fermo ai box tutta la stagione scorsa, si è nuovamente infortunato al ginocchio ed ha deciso di appendere le scarpe al chiodo senza aver giocato neppure una partita con Arizona. Comunque, il talento e la profondità non si discutono, la giovinezza e l'inesperienza purtroppo si.

11- WISCONSIN
La continuità è certamente il punto di forza di questi Badgers, che hanno visto far ritorno tutti i grandi artefici della convincente passata stagione. La coppia di lunghi formata da Nigel Hayes ed Ethan Happ - due autentiche star a livello collegiale ma con prevedibile difficoltà ad immaginarli protagonisti ad alto livello tra i professionisti - da una grossa affidabilità e solidità alla frontline che può contare anche sul combattivo Vitto Brown. Il backcourt, invece, ruoterà sulle prestazioni soprattutto del senior e leader silenzioso Bronson Koenig, ma anche di Zak Showalter e Khalil Iverson il cui normale apporto è comunque di vitale importanza.

10- UCLA
Situazione piuttosto spinosa a Los Angeles, dove quest'anno ci si attendono risposte concrete dai Bruins e soprattutto da coach Steve Alford, la cui posizione sembrerebbe piuttosto a rischio. Sarà sicuramente aiutato dal figlio Bryce, al suo ultimo anno universitario, e magari da quel Isaac Hamilton che è il giocatore più talentuoso della squadra, che è comunque arricchita dall'esperienza maturata in campo dal sophomore Aaron Holiday e dallo junior Thomas Welsh. Tutti però non vedono l'ora di poter ammirare il fenomenale Lonzo Ball, una sorta di profeta in patria che guida una classe di freshman che conta anche i lunghi Ike Anigbogu e T.J. Leaf.

9- VIRGINIA
Due sono le certezze con cui s'inizia la stagione: coach Tony Bennett ed il playmaker London Perrantes. Si possono senza ombra di dubbio definire la mente ed il braccio di questi Cavaliers che da due anni a questa parte stanno inseguendo l'obiettivo Final Four senza raggiungerlo, e per di più perdendo pedine importanti dello scacchiere. Il potenziale della squadra è drasticamente sceso, ma non così tanto da non essere considerati a livello nazionale. Due sono le aggiunte estive di maggior peso, ovvero il transfer da Memphis Austin Nichols che ha trovato già il modo di violare le regole del team beccandosi una sospensione, ed il freshman Kyle Guy che di professione sarebbe un cecchino ed ha tutta l'intenzione di dimostrarlo sul parquet.

8- MICHIGAN STATE
Gli Spartans si affacciavano a questa stagione con grande attesa, e invece gli infortuni della preseason possono essere un bastone fra le ruote. Ad East Lansing è giunta una nidiata piuttosto interessante con il regista Cassius Winston, la guardia realizzatrice Joshua Langford, l'ala atletica Miles Bridges ed il lungo Nick Ward che devono comunque prendere confidenza con il nuovo palcoscenico. Il play Tum-Tum Nairn, il tiratore Matt McQuaid ed il tuttofare Eron Harris sono il classico usato garantito, che avrebbe incorporato anche il senior Gavin Schilling ed il transfer Ben Carter se solo non dovessero fermarsi ai box al momento, il che apre una voragine nel pitturato. Però il motto "January, Febraury, Izzo, April..." dev'essere incoraggiante per la truppa di coach Tom Izzo dato che a marzo Michigan State va in trans agonistica.

7- XAVIER
Chris Mack - coach of the year l'anno scorso per i giornalisti - potrà contare su di una base solida per assestarsi ancora nei piani altissimi del power ranking. Trevon Bluiett ed Edmond Sumner saranno i principali terminali offensivi dei Musketeers, così come tanto arriverà anche da Myles Davis e J.P. Macura. Il vero problema è che si tratta di tutti esterni, e quindi oltre ad un molto probabile small-ball c'è da inventare qualcosa nell'area dei tre secondi. Proprio per questo il transfer senior da Norfolk State RaShid Gaston, che un vero lungo comunque non è, rappresenterà una pedina piuttosto fondamentale nell'economia della squadra.

6- VILLANOVA
I campioni in carica di coach Jay Wright - in estate gli è stata offerta la panchina dei Sixers in NBA - hanno perso due pedine imprescindibili come Ryan Arcidiacono e Daniel Ochefu, che valevano molto più del terzo e quarto terminale offensivo che rappresentavano per le statistiche. Palla allora a Kris Jenkins e Josh Hart, rispettivamente la mano ed il cuore dello storico titolo dell'anno scorso. Molta più responsabilità avrà il play Jalen Brunson, che già alla sua prima annata ha fatto molto bene, così come i vari Phil Booth, Mikal Bridges e Darryl Reynolds. A rimpinguare la panchina dell'università di Philadelphia è arrivato Omari Spellman che potrebbe avere da subito tanto spazio. Approfondimento

5- NORTH CAROLINA
Non ancora digerita l'amara sconfitta in finale, da Chapel Hill se ne sono andate star come Brice Johnson e Marcus Paige difficilmente rimpiazzabili. Ma uno starting-five con la regia di Joel Berry, la versatilità di Theo Pinson e Justin Jackson sugli esterni, e la durezza di Kennedy Meeks ed Isaiah Hicks sotto le plance non è da molti. Inoltre dalla panchina sono pronti ad uscire il genio e la sregolatezza di Nate Britt, così come il nuovo arrivato Tony Bradley pronto a lottare nel pitturato. Sempre per quanto riguarda i freshman, sia Brandon Robinson che Seventh Woods potranno allungare le rotazioni dei Tar Heels, ammesso che superino in breve tempo l'ambientamento.

4- OREGON
Si riparte da dove si era lasciato, con il trio composto da Tyler Dorsey, Dillon Brooks e Chris Boucher pronto a fare a ferro e fuoco nella Pac-12 ma soprattutto a livello nazionale. I tre insieme fatturavano l'anno scorso 41 dei 79 punti di media della squadra. L'unico addio di rilievo è stato quello del graduato Elgin Cook, che partecipava con quasi 15 punti al fatturato totale. Il suo testimone in fatto di realizzazione dovrebbe essere raccolto dal freshman Payton Pritchard che ha una mano niente male dall'arco dei tre punti. Per il resto l'apporto di Casey Benson e Jordan Bell sarà come al solito molto importante per le rotazioni dei Ducks.

3- KENTUCKY
Come ogni anno all'ateneo di Lexington, in palestra, è parcheggiata un'auto extra lusso. E come ogni stagione la domanda è quella se John Calipari sia in grado di guidarla sino al risultato grosso. A reclutare i giovani talenti l'allenatore non ha eguali, ma a farli giocare invece decisamente un po' meno. Da De'Aaron Fox a Malik Monk, da Edrice Adebayo a Wenyen Gabriel, da Tai Wynyard a Sacha Killeya-Jones, senza dimenticare i sophomore Isaiah Briscoe ed Isaac Humphries, c'è un talento sconfinato tra le fila dei Wildcats che però deve essere ben indirizzato. La forza della squadra non si discute, però l'aspetto mentale del gruppo va curato con grande parsimonia durante soprattutto i momenti di difficoltà.

2- KANSAS
La principale avversaria dei numeri uno è Kansas, che mira a vincere la tredicesima Big XII consecutiva. Certamente per il tecnico Bill Self la perdita di un leader come Perry Ellis lascia un vuoto non indifferente nel pitturato dove dovranno nascere dei nuovi equilibri fondati su Carlton Bragg e Landen Lucas oltre ai freshman Udoka Azubuike e Mitch Lightfoot. L'attenzione sarà però tutta rivolta a Josh Jackson, l'asso reclutato dai Jayhawks che potranno contare su di un backcourt piuttosto rilevante con le conferme di Frank Mason e Devonte' Graham, ai quali si è aggiunto il transfer Malik Newman che vuole rivalutarsi al campus di Lawrence. Come ogni stagione si parte per arrivare alla Final Four che manca da quattro anni ormai.

1- DUKE
Alzi la mano chi non crede che i Blue Devils siano i candidati numero uno quest'anno. In una stanza piena zeppa di gente probabilmente neanche uno alzerebbe la mano. All'addio di Brandon Ingram coach Mike Krzyzewski si è regalato una recruiting class da sballo con Jayson Tatum, Harry Giles, Frank Jackson e Marques Bolden. Certo i primi due avranno qualche problema d'infortunio all'inizio, ma i veterani Grayson Allen, Amile Jefferson, Matt Jones e Luke Kennard fanno di Duke una squadra lunga, profonda, talentuosa e concreta. A due anni di distanza dal quinto titolo, si ha tutto per appendere un altro stendardo al soffitto del Cameron Indoor, ma il percorso va costruito con calma e passo dopo passo. Approfondimento

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