giovedì 18 maggio 2023

L'attesa è tutta per Wembanyama, ma sono molti i prospetti interessanti

Il gigante francese dei Metropolitans di Parigi, secondo Batum ha "il tiro di Porzingis, la difesa di Gobert, la tecnica di Anthony Davis e l’impatto di Giannis"

Sguardo al draft: l'attesa per Wembanyama

Pazzo epilogo del torneo Ncaa: fuori subito le favorite. Il titolo è andato a UConn, vecchio ateneo di Napier. Molti i prospetti interessanti


di Giovanni Bocciero*


L’ULTIMA EDIZIONE del torneo Ncaa è stata imprevedibile e divertente come non mai, incarnando alla perfezione la definizione di March Madness. La follia, segno distintivo del campionato universitario che si è tramutata in risultati del tutto impronosticabili. Da North Carolina che è entrata dalla porta sbagliata della storia diventando la prima #1 della preseason a non qualificarsi per il ‘gran ballo’; a Purdue divenuta la seconda #1 di sempre ad essere eliminata da una #16, tale Fair Dickinson immediatamente etichettata come ‘cenerentola’. Per maggiori info sull’ateneo del New Jersey chiedete ad Andrea Crosariol. Decifrare il torneo 2023 è stato impossibile, non è un caso che per la prima volta alle Elite 8 non ci è arrivata neppure una #1, così come per la prima volta si è avuta una Final 4 senza alcuna #1, #2 e #3.

All’ultimo atto di Houston si sono presentate Florida Atlantic, San Diego State, Miami e Connecticut, quattro università con quattro storie diverse. Florida Atlantic, conosciuta solo per le sue meravigliose spiagge, ha avuto successo grazie ad un gruppo affiatato e a coach Dusty May il quale subito dopo aver accettato l’incarico si era pentito per via delle carenti strutture sportive. Lineari i percorsi di San Diego e Miami, entrambe alla loro prima apparizione ad una Final 4. Brian Dutcher, nello staff degli Aztecs dal 1999 - ha reclutare Kawhi Leonard per intenderci - è riuscito dove nessun altro era mai arrivato. Lo stesso si può dire di un santone come Jim Larranaga, papà di quel Jay e allenatore molto sottovalutato al college. Se lui è stato il burattinaio, gli Hurricanes hanno avuto in Jordan Miller e Isaiah Wong due pretoriani, esterni con punti nelle mani che in ottica Nba draft dovrebbero finire al secondo giro e dunque appetibili per l’Europa. Kameron McGusty docet.

UConn è quella che invece ha disputato un torneo meraviglioso, stritolando ogni avversario sul proprio cammino. Presa per mano dal roccioso Adama Sanogo e dal cecchino Jordan Hawkins, ha vinto il suo quinto titolo negli ultimi 25 anni. Gli ultimi due nel 2011 e nel 2014, con il milanese Shabazz Napier prima riserva di Kemba Walker e poi gran condottiero. Seppur con annate schizofreniche, Connecticut - che ha dominato il torneo femminile del decennio scorso - oggi non può non essere considerato un ateneo dal ‘blue bloods’. E proprio perché la Ncaa regala storie uniche, mentre Hawkins ha vinto il titolo vedendo le sue quotazioni al draft salire, la cugina Angel Reese è diventata regina del torneo femminile con Louisiana State. Immaginare una gran festa di famiglia è il minimo.

Jordan Hawkins e Adama Sanogo, ala-pivot Mvp della
March Madness 2023 vinta con i suoi Connecticut Huskies

LA MARCH MADNESS è stata però un brutto incubo per alcuni, compresi gli unici due italiani impegnati. L’assistant coach Rick Fois è stato eliminato con la sua Arizona al primo round, mentre Abramo Canka ha giocato solo la prima delle tre partite di Ucla (5 punti in 6’). Insomma, un torneo dalle poche tinte tricolori. Brandon Miller, Jarace Walker e Keyonte George, dopo una stagione da protagonisti, non sono riusciti ad incidere rispettivamente con Alabama, Houston e Baylor, mentre addirittura Cam Whitmore ha mancato la qualificazione con Villanova. Le prestazioni non dovrebbero comunque inficiare la loro reputazione al draft. George ha dimostrato di saper segnare tanto dalla distanza quanto in penetrazione, con uno spiccato senso difensivo che gli dovrebbe garantire una scelta in lottery. Walker è un lungo dal fisico statuario, dinamico e versatile, un’àncora difensiva che piace a tanti scout. Whitmore è un atleta pazzesco, capace di avere impatto tanto in attacco quanto in difesa, con ampi margini di miglioramento. Puntano alla lottery anche Anthony Black di Arkansas, ottimo trattatore di palla, Cason Wallace di Kentucky, esterno solido mai sopra le righe, e Taylor Hendricks di Central Florida, ala difensiva che intriga per il tiro dall’arco.

Miller sembra, al netto dei problemi extra campo vista l’indagine per omicidio, il miglior prospetto in uscita dall’università. Bello da vedere in attacco, lunghe braccia e tecnica sopraffina, è l’unico atleta dell’Ncaa che è sicuro di essere nella top 5 di un draft che potrebbe per certi versi essere rivoluzionario. Infatti, al netto del ragazzo di Alabama, alle primissime scelte potrebbero essere chiamati giocatori provenienti solo dall’estero, dalla G-League o dall’Overtime Elite, altra lega creata ad hoc per far mettere in mostra i giovani liceali. La competitività non sempre è accertata, ma gli scout sono pronti a scommettere su questi talenti in erba. Come i fratelli Amen ed Ausar Thompson che sono due atleti fatti e finiti; il primo più play, il secondo più difensore.

Avanti a loro solo Scoot Henderson, il prospetto del team Ignite che combina la prestanza fisica di Westbrook e l’esplosività di Rose al loro meglio. Forse avrà una sola cosa sulla quale recriminare: essere capitato nel draft di Victor Wembanyama. I due si sono addirittura sfidati in preseason quando il Metropolitans ha disputato la tournee negli Stati Uniti. Un viaggio che ha convinto Adam Silver e la Nba a mostrare tutte le gare del fenomeno francese sul league pass. Questo per far capire quanto hype ci sia su di lui. Un prospetto generazionale viste le cose che è capace di fare dall’alto dei suoi 2.24 metri. Non è un caso che il connazionale Batum per descriverlo abbia shakerato il tiro di Porzingis, la difesa di Gobert, la tecnica di Anthony Davis e l’impatto di Giannis. Ogni altra parola è davvero superflua per un ragazzo che nonostante la magrezza non salta una partita neppure a pagarlo. Segno di una gran consistenza. E Detroit, Houston e San Antonio (vittoriosi della lottery dello scorso 16 maggio, ndr), lottery permettendo, accarezzano il sogno di averlo.

Victor Wembanyama, il 19enne francese è il candidato numero
uno ad essere l'erede di Paolo Banchero al draft 2023

CHE IL DRAFT 2023 sarebbe stato qualcosa da ricordare lo si era capito già 4 anni fa, prim’accora dell’esplosione di Wembanyama. Era il 2019 quando tutta l’attenzione mediatica fu per Emoni Bates, il 15enne che dopo essere stato nominato giocatore dell’anno al liceo, primo sophomore a riuscirci, conquistò anche la copertina di Sports Illustrated. Una cosa che non accadeva dai tempi di LeBron James. Vien da sé che sul ragazzo ci sono state altissime aspettative. Paragonato a Kevin Durant per statura e range di tiro, in questi anni è stato però mal consigliato. Ad iniziare dal papà, che lo ha spinto ad accettare precocemente la borsa di studio di Michigan State. Bates, pur rifiutando i soldi della G-League, ha poi ripiegato su Memphis, esperienza che però si è conclusa anzitempo e in malo modo. Questa estate si è avvicinato a casa per giocare con la piccola Eastern Michigan prima di avere anche problemi con la giustizia per detenzione di arma da fuoco. L’età è ancora dalla sua, essendo un 2004 come Wembanyama, ma quello che doveva essere il futuro ‘big ticket’, è oggi pronosticato a fine secondo giro del draft. Se tutto va bene.


* per il mensile Basket Magazine

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