mercoledì 30 ottobre 2013

NBA: ecco la "mia" Western Conference!

EDITORIALE NBA DEL 30/10/2013

Incominciata l'Nba, analizziamo la Western Conference tra favorite, possibili sorprese e deluse preannunciate!

Nella notte si è acceso il semaforo verde alla stagione 2013/14 della Nba, ed ovviamento lo sprint delle sei compagini protagoniste dell'opening day è stato a dir poco scattante. Ma restiamo in tema, e parliamo della Western Conference. Stilerò, di seguito, la mia personale valutazione della conference più agguerrita, e sono pronto a ricevere critiche a riguardo, e perchè no, anche qualche piacevole commento. Mi aiuterò in questo ranking, con alcune dichiarazioni rilasciate dai telecronisti di Sky Sport, Flavio Tranquillo e Alessandro Mamoli, che un paio d'ore prima che la stagione iniziasse ufficialmente hanno avuto l'appuntamento della web chat con tutti i fans. Per ogni franchigia, poi, potrete leggere una dettagliata descrizione fatta dal sottoscritto per il sito web Sporth24.it

1. Oklahoma City Thunder - La squadra di coach Scott Brooks, proprio come Kevin Durant, è attesa all'ultimo salto di qualità, e restano i netti favoriti ad Ovest. Il rientro di Russell Westbrook potrebbe consegnare un giocare ancora più forte, proprio in stile Derrick Rose per Chicago. E poi se Ibaka e Perkins stanno bene sotto canestro fanno tutta la differenza del mondo, oltre al fatto che Reggie Jackson sta crescendo e si potrà rivelare fondamentale. Hanno perso Martin, ma ad Oklahoma City non fanno drammi. Potrebbero anche perdere la testa della classifica in regular season, ma hanno tutto 

2. San Antonio Spurs - La loro solidità è palese agli occhi di chiunque capisca soltanto un poco questo gioco. Due giocatori come Tony Parker e Tim Duncan dovrebbero essere clonati per quello che sono capaci di fare sul parquet, però arriva un tempo per tutti, e questa volta, seppur lo si dica da anni, è davvero l'ultimo ballo per gli uomini neroargentati di coacg Gregg Popovich.

3. Los Angeles Clippers - I velieri hanno Hollywood ai loro piedi, sconfitta notturna nel derby a parte, e sono di diritto una contender per il titolo. Il fattore determinante sarà sicuramente l'influenza che avrà coach Doc Rivers sui migliori giocatori, le cosiddette star, e su tutto il gruppo. Si discute spesso di quanto conti l'influenza di un allenatore, bene, adesso potremmo avere un esempio lampante di questa pensiero.

Il fattore H:
Houston con Harden e Howard
4. Houston Rockets - La coppia Harden- Howard attirerà parecchi appassionati in Texas, ma ciò che più conta è che la dirigenza ha lavorato bene rispetto alle possibilità che avevano. Non arriveranno di certo in finale quest'anno, ma nel giro di un paio di stagioni avranno senz'altro la loro chance. Oltretutto, i Rockets sono una delle franchigie che fa più utilizzo dei dati statistici, ovvero le statistiche avanzate e i dati analitici che permettono di rilevare l'andamento di un giocatore e dell'intera squadra. Prendere esempio dal film Moneyball. Tale argomento pretenderebbe un capitolo a parte, ma questo non significa che nel 2025 vincerà il titolo chi fa più uso di questo programma. Ti permette sicuramente di vedere le cose da un'altra angolazione.

5. Golden State Warriors - La grande sorpresa potrebbero essere proprio loro. Gioco corale, spumeggiante e concreto allo stesso tempo. E poi hanno un giocatore come Stephen Curry che segna davvero in qualsiasi modo, sullo scarico, uscendo dai blocchi, dal palleggio, in arresto e tiro. E se proprio vogliamo esagerare, se arrivassero alla finale di conference non sarebbe neanche un grande sorpresa.

6. Memphis Grizzlies - Squadra praticamente uguale a quella che ha raggiunto lo scorso anno le finali di conference. Un anno in più che significa sia maggiore esperienza, che altri 365 giorni di fatica sulle spalle a chi è più in là con l'età. Possono comunque dare anche molto, ma molto fastidio.

7. Denver Nuggets - In Colorado hanno dato vita ad una vera rivoluzione. E se mi permettete, hanno un pò guastato il giocattolo che avevano costruito. Adesso sono ad un bivio. Fatto sta che comunque un posto ai playoff ce l'hanno. O almeno sembra così. Si aspetta che Danilo Gallinari rietri più forte e consapevole dei suoi mezzi, visto che coach Brian Shaw gli vorrà concedere più 1vs1 e isolamenti. E la colonia azzurra potrebbe anche crescere numericamente negl'anni prossimi. Alessandro Gentile ha talento e fisico per giocare in Nba, ma dovrà avere un processo mentale differente, e tanto dipende anche da dove andrà a giocare. Hackett invece, dovrà avere un approccio completamente diverso da quello che ha in Serie A, dev'essere può concreto e meno fastoso. Capitolo allenatore, ci sono buone sensazioni affinchè Ettore Messina possa sedere su una panchina Nba.

Con Davis e Holiday, Pelicans alla ribalta
8. New Orleans Pelicans - La franchigia della Louisiana potrà certamente diventare una squadra più rispettabile vista l'offseason che hanno fatto. Sono stati imbattuti in preseason, per quanto contino ovviamente queste gare. Anthony Davis poi, ha raddoppiato le sue cifre, diventando altamente prolifero in attacco, ed è un serio candidato al premio most improved player of year.

9. Portland Trail Blazers - Hanno migliorato decisamente il roster della scorsa stagione, che partì forse per poi perdersi sul finire di stagione. In corsa per l'ultimo posto valido per la qualificazione alla postseason. Tra le sue fila milita il rookie of the year della passata stagione Damian Lillard, il quale dovrà fare un ulteriore step per essere paragonato ad altri illustri giocatori, del suo ruolo e della sua età, come Kyrie Irving e John Wall.

10. Minnesota Timberwolves - Il talento c'è, le capacità pure, il problema vero è giocare di squadra, e in quello i lupi peccato malamente. Competeranno comunque per l'ottavo posto nella difficilissima Western Conference.

11. Los Angeles Lakers - Con Kobe Bryant fuori, e ce ne vorrà almeno per un altro mesetto abbondante, i Lakers sono relegati nei bassifondo del ranking. Ovviamente non solo per l'assenza del Black Mamba. Vale un pò come il discorso affrontato anche per i Boston Celtics ad Est, se smonti un'intera squadra significa che sapevi che con quei giocatori non avevi possibilità di vincere.

12. Sacramento Kings - La franchigia è un ammasso di giocatori, dove spesso degli ottimi talenti si sono persi. Attenzione alla matricola Ben McLemore, possibile rookie of the year. Ma più che in questa stagione, dovrà essere valutato il giocatore che potrà diventare da qui a due/tre stagioni. Lo scorso anno la squadra ha addirittura rischiato di trasferirsi a Seattle, e siamo sicuri che comunque i Sonics, prima o poi, ritorneranno sul palcoscenico della Nba.

13. Dallas Mavericks - La società del proprietario Mark Cuban sta arrivando al tramonto. In estate Dirk Nowitzki sarà totalmente free-agent, ovvero libero, senza alcun vincolo di nessuna maniera con la società. A questo punto bisogna capire che tipo di futuro vogliono avere questi Mavs.

Bledsoe pronto a consacrarsi con i Suns
14. Phoenix Suns - Con l'arrivo del gm Ryan McDonough si è avviata una nuova era in Arizona. Via i giocatori che ormai erano superflui al progetto, dentro Eric Bledsoe, che ai Clippers era oscurato dall'ombra di Chris Paul. A Phoenix avrà tanto la palla in mano, e vedendo le sue statistiche crescere, potrebbe ambire al premio di giocatore più migliorato della stagione.

15. Utah Jazz - La franchigia più debole nella spietata Western Conference. Per tutta la stagione si ripeterà un'unica parolina: tanking. Che tradotto significa perdere il più gran numero di partite per aspirare alla prossima prima scelta al drfat Nba 2014, uno dei più ricchi di talento dell'ultimo decennio.

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