martedì 19 gennaio 2016

E se gli arbitri potessero commentare i “fischi”?

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 20/01/2016

LEGA A. La Juvecaserta ha avuto la peggio dalle decisioni arbitrali ma non tutte erano ingiuste
E se gli arbitri potessero commentare i “fischi”?

di Giovanni Bocciero

CASERTA. Al di la della sconfitta, i 3 mila euro di multa sono piuttosto pesanti per la Juvecaserta. Non solo per un evidente questione economica, ma anche per quella politica che da almeno due stagioni la società di patron Raffaele Iavazzi sta cercando di portare avanti. L’arbitraggio del PalaMaggiò di domenica è stato parecchio contestato dalle tribune, non solo con contestazioni e cori provenienti dalla curca Ancilotto, che facevano presagire ad una menzione nel referto da parte dei direttori di gara. Ma al termine della stassa partita, quando i tre in grigio hanno imboccato il tunnel per rientrare negli spogliatoi sono stati colpiti da sputi, e per fortuna non da monetine.

LA PREMESSA. Fare l’arbitro è un mestiere davvero difficile, e sinceramente ci sentiamo di sfidare chiunque di provarci almeno una volta, giusto per capire la sensazione di prendere una decisione che può essere contestata da metà o più palazzetto. C’è anche un altro presupposto molto importante da tener conto, ovvero che lo spettatore medio della pallacanestro ha un buon livello della conoscenza del gioco, e dunque del regolamento. Almeno questo, il calcio, ce lo deve permettere. Ciò ovviamente non toglie che dalle tribune i tifosi, alla fine, facciano i tifosi. Ad esempio, nella ripresa Dario Hunt ha fatto due azioni quasi in fotocopia. Ricevuto il pallone all’incirca in post basso, ha commesso entrambe le volte infrazione di passi perché ha fatto un saltello muovendo entrambi i piedi. Nel primo caso, conclusa dal pivot con una schiacciata, l’infrazione è stata fischiata ed il PalaMaggiò è letteralmente insorto; nel secondo invece è stato ravvisato un fallo a Faye che sarebbe potuto costare un gioco da tre punti se sul contatto Hunt avesse insaccato il pallone. Stessa azione ma risultato diverso, per il semplice fatto che gli arbitri sono chiamati a decidere in meno di uno sbattito di ciglia. E non è assolutamente semplice. 

L’INCHIESTA. Nella specifica gara tra i bianconeri e Varese, la terna arbitrale ha fischiato quattro falli tecnici, una a testa per Dario Hunt, Bobby Jones, coach Sandro Dell’Agnello e la panchina della formazione lombarda, ed un fallo antisportivo a Peyton Siva. Il bottino di guerra è palesemente a sfavore del club di Pezza delle Noci. Ad occhio e croce, per una interpretazione prettamente visiva, l’antisportivo a Siva che aveva abbrancato il proprio avversario da dietro e ormai prossimo ad appoggiare il pallone al vetro è sacrosanto. Così come lo è il tecnico alla panchina varesina che sulla richiesta di un fallo non fischiato ha visto alzarsi tre o quattro giocatori per contestare. Da regolamento fischio perfetto. Qualche dubbio potrebbe nascere invece sugli altri tre tecnici sanzionati a Jones, Hunt e Dell’Agnello, a prima vista per proteste, ma dove evidentemente la linguistica o comunque il body language avrà influenzato la decisione di mostrare la “grande t” ai diretti interessati.

LA SOLUZIONE. Ovviamente la tifoseria, come già scritto, non le ha di certo mandate a dire nel corso della gara, e specialmente alla fine quando hanno avuto alla portata gli “incriminati”. Fugando da qualsiasi male interpretazione, perché un torto arbitrale, comunque da analizzare, non può e non deve giustificare alcun comportamento incivile, vorremmo poter portare alla luce una possibile soluzione. Sport e tecnologia sembrano oramai camminare a braccetto, si pensi all’occhio di falco nel tennis, all’instant replay nel basket, o alla recentissima goal line technology nel calcio. Ma nello sport professionistico esistono anche altri esempi molto illuminanti. In NFL, la lega di football americano, gli arbitri hanno un microfono con cui dopo aver fischiato un fallo spiegano la motivazione di quella decisione, ed è tutta l’arena, da oltre 50.000 posti, che può ascoltare. La nostra soluzione sarebbe: perché non permettere agli arbitri di tenere una sorta di commento a caldo di quei fischi più importanti, decisivi se vogliamo? Magari anche “simplex”, per copiare la terminologia di telecomunicazione o informatica, ovvero unidirezionale, senza alcuna possibilità di far nascere ulteriori polemiche indesiderate.

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