domenica 6 gennaio 2013

La Cover Maddaloni s’inceppa ancora in trasferta

COMUNICATO STAMPA PALL. SAN MICHELE DEL 06/01/2013


La Cover Maddaloni s’inceppa ancora in trasferta

TABELLINI: Cus Jonico Taranto- Cover Maddaloni 83- 73
Taranto: Greco, Leoncavallo 11, Fanelli 23, Moliterni 19, Giuffrè 10, Valentini 6, Pannella n.e., Sarli 12, Prisciano n.e., Salerno 2.
Maddaloni: Piscitelli 6, Lombardi n.e., Desiato 22, Salanti n.e., Meles n.e., Garofalo 4, Rusciano 14, Chiavazzo 17, D’Isep 1, Ferrante 9, All. Massaro, Ass. All. Ricciardi.
Parziali: 16- 28, 21- 20, 18- 9, 28- 16.
Arbitri: Cosimo Schena e Mattia Volgarino di Castellana Grotte (BA).
Note: 300 spettatori circa. Usciti per 5 falli Rusciano (38’). Fallo tecnico a Giuffrè (18’).

PRE-PARTITA: Partita delicata quanto storica, quella che metteva di fronte la Cover Maddaloni ed il Cus Jonico Taranto, perché le due compagini si contendono le posizioni ambite della classifica, e soprattutto perché per la società maddalonese i 338 km che separano Maddaloni da Taranto sono la distanza più lunga per una trasferta sportiva fin qui percorsi dalla fondazione avvenuta sette anni orsono.

CRONACA: Coach Massimo Massaro manda in campo Desiato, Ferrante, Chiavazzo, Piscitelli e Rusciano; per il Taranto invece quintetto formato da Giuffrè, Sarli, Fanelli, Moliterni e Leoncavallo. I padroni di casa partono forte, con un parziale di 5-0 che la diceva lunga sullo stato di forma dei tarantini, vittoriosi nelle ultime cinque delle sei gare giocate. La risposta biancoblu non tarda ad arrivare. Il gioco corale dei maddalonesi prende decisamente il sopravvento, con una circolazione di palla che, fatta velocemente e soprattutto con intelligenza, mette il tiratore di turno nelle condizioni perfette per iscrivere il proprio nome a referto. Di questo ne beneficia inevitabilmente Davide Ferrante, che in più d’una circostanza non si fa pregare e insacca la sfera arancione nel canestro. Il Taranto sembra inerme, forse anche per via del proprio coach costretto a dare indicazioni dalla tribuna perché squalificato. Quasi sulla sirena dei primi 10' Desiato in 1vs1 affronta il proprio avversario e poi scocca il tiro del 16-28. Il secondo quarto è stato giocato con la stessa intensità e velocità del primo, in cui entrambe le squadre hanno espresso una pallacanestro piacevole, ma per il Taranto pesava la scarsa mira al tiro. Il Maddaloni non ha smesso di macinare gioco, trovando con più continuità i giocatori nel pitturato, ed è stata spettacolare nonché da applausi l'azione avviata con il pick and roll tra Ferrante e Rusciano, con quest'ultimo che dopo aver ricevuto ha servito al centro eludendo il difensore Nino Garofalo che ha appoggiato al vetro i due punti più semplici da realizzare. Lo stesso capitano calatino ha poi perforato la retina avversaria con un piazzato, lanciando la propria squadra sul 37-28. Il Taranto ha resistito facendo incetta di punti dalla linea della carità, ma comunque al riposo lungo il punteggio recitava 37-48 per i viandanti.
Al rientro dagli spogliatoi la metamorfosi più inaspettata, che purtroppo per i maddalonesi ha capovolto il match come un calzino. Il timido Taranto decide di scendere nell'arena e di combattere per riaprire un match che fino a quel momento l'aveva visto interpretare il ruolo di attore non protagonista. Con la segnatura di canestri su canestri, i tarantini ricuciono il gap in doppia cifra di distacco, fino al 50-52 che ha costretto, invece, gli ospiti a chiamare il time-out.  I maddalonesi hanno provato a riorganizzare le idee, ma hanno pagato le tante palle perse in virtù del fatto che i padroni di casa hanno intercettato svariati passaggi orizzontali che gli permettevano di avere un'autostrada davanti per concludere. Non solo, le percentuali al tiro sono drasticamente precipitate e in difesa sono stati troppi i rimbalzi concessi ai padroni di casa, che invece non hanno sprecato nulla. Taranto come un animale feroce ha morso alla giugulare degli ospiti e trovato il vantaggio sul 55-54, completando un 22-6 di parziale, che costringe a ricorrere ad un altro minuto di sospensione la panchina biancoblu. A meno di 2", Sasà Desiato recupera palla a metà campo su passaggio lungo dalla rimessa e segna allo scadere una tripla (55-57) importantissima, perché da ossigeno ai calatini. L'ultimo periodo inizia con un altro black-out degli ospiti, che vedono scappare Taranto sul 63-59. Francesco Chiavazzo allora si rimbocca le maniche, e segna su azione o ai liberi, permettendo ai suoi di non scivolare troppo giù. Rusciano e Piscitelli si danno da fare a rimbalzo e nel pitturato offensivo, ma con un paio di conclusioni e con il contropiede gli avversari volano sul 74-67. Gli ultimi 2' vedono il Maddaloni tentare la via del fallo sistematico, ma recuperare la partita era cosa ormai vana.

POST-PARTITA: Partita double-face quella del Pala Mazzola, dove i calatini hanno sprecato il vantaggio in doppia cifra, a favore di un caparbio Taranto che invece ha saputo invertire il trend facendo sua la posta in palio. Poca concentrazione, e ancor meno cinismo sono stati i talloni d’Achille dei biancoblu, che come avevano pian piano preso l’ampio margine nei primi 20’, con altrettanta pigrizia sono sprofondati nei secondi 20’ di gioco.

COMMENTI: “È senz’altro una sconfitta che brucia davvero – commenta un rammaricato coach Massimo Massaro – perché per quello che abbiamo visto nei primi due quarti eravamo in una condizione tale da poter portare a casa la vittoria. Eravamo stati molto positivi, anche se non  perfetti, sia in attacco che in difesa. In attacco avevamo eseguito i giochi per bene, con ordine, arrivando alla fine perseguendo gli obiettivi che tali schemi ci permettono di raggiungere – analizza il tecnico maddalonese – mentre in difesa eravamo riusciti a tenere molto bene le loro bocche da fuoco. Purtroppo nel terzo quarto, dove avevo chiesto ai miei giocatori una maggiore intensità perché credevo veramente di poter spaccare la partita e finirla lì, perché loro erano sulle gambe già in precedenza, non siamo stati concentrati. Loro sono stati più tonici, più aggressivi, più reattivi, hanno recuperato tanti palloni, hanno avuto il pallino del gioco in mano ed una maggiore intensità. Noi non siamo mai riusciti ad invertire la rotta, abbiamo giocato con molta confusione, non siamo mai arrivati alla fine dei giochi, le percentuali si sono abbassate, ed è dovuto alla mancanza di essere liberi perché abbiamo giocato molto male senza palla. Credo che la pallacanestro sia un gioco molto semplice ma anche molto spietato, per cui quando non si fanno le cose giuste – conclude il trainer biancoblu – vince chi merita, e Taranto ha meritato”.


Addetto Stampa
Pall. San Michele
Giovanni Bocciero

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