martedì 30 settembre 2014

Juvecaserta: l'analisi dopo il Città di Caserta

DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA

Juvecaserta: l'analisi dopo il Città di Caserta

CITTA' DI CASERTA. La kermesse ha dimostrato che i bianconeri sono forti ma non fortissimi
Juvecaserta vittoriosa ma non con il sorriso

Giovanni Bocciero

CASERTA. Con il successo contro Reggio Emilia, la Juvecaserta si è aggiudicata per la quarta volta il Torneo “Città di Caserta”, e soprattutto è tornata a sorridere nella kermesse che si disputa nella “Reggia del basket”, parafrasando lo speaker Mercogliano, dopo tre edizioni, che avevano parlato tanto russo (Cska Mosca nel 2011 e Khimki Mosca nel 2013 divise dal successo di Avellino).
Ma veniamo adesso a ciò che questa manifestazione ha detto per la compagine allenata da coach Lele Molin. Volendo discutere punto per punto di tutte le sensazioni che si sono avute in questa ‘due giorni’, bisogna dire che questa Juvecaserta è forte, ma non fortissima; che forse i centimetri in meno sotto le plance non sono un fattore molto negativo, ma che comunque incideranno.

FORTI MA NON FORTISSIMI. Il divario con i cosiddetti top team della prossima Lega A sembra esserci ancora. Insomma la Juvecaserta in questa preparazione ha affrontato soltanto due formazioni che puntano a piazzarsi almeno tra le prime quattro della classifica, e si tratta della Dinamo Sassari e di Reggio Emilia. Contro i sassaresi, affrontati al “Memorial Pentassuglia” in quel di Brindisi, sappiamo purtroppo come è andata a finire. Partita quasi ad unico senso con i bianconeri che alla fine hanno subito un passivo molto ampio. Contro i reggiani, invece, è arrivata una vittoria, ma che sofferenza. C’è però un dato che deve assolutamente far riflettere. Al PalaPentassuglia Carleton Scott e compagni furono praticamente bombardati dall’attacco della Dinamo, che proprio come è nel 'dna' della squadra guidata da coach Sacchetti, dalla lunga distanza infilò di tutto e di più. Ieri, Reggio Emilia che c’è andata molto vicina alla ‘doppia v’, ha tirato con un surreale 10/30 da tre punti, con la bocca di fuoco Drake Diener che addirittura ha messo insieme un insufficiente 3/10. Parliamo di cifre che sembrano assurde, ma in realtà per una volta gli emiliani hanno tirato con percentuali normali, e non da extraterrestri. Questo è un lato della medaglia, nell’altro ci si può solo chiedere: ma se Reggio Emilia avesse tirato come nella semifinale contro Cremona, adesso si starebbe parlando della vittoria della Juvecaserta oppure del successo degli avversari? Non vogliamo di certo sminuire il traguardo raggiunto dai bianconeri, ma questo deve sicuramente far riflettere. La squadra messa insieme in sede di mercato dal giemme Marco Atripaldi è certamente competitiva per raggiungere un posto ai playoff, ma forse anche per via di un livello generale aumentato nella massima competizione nostrana, sarà una vera battaglia strappare un biglietto per il ‘gran ballo’.

LINGUAGGIO DEL CORPO. Veniamo adesso alla prestazione dei casertani nella finalissima del Torneo “Città di Caserta”, dopo una semifinale piuttosto agevole contro Cremona. Innanzitutto, la sensazione che ha colpito subito gli addetti ai lavori è stata quella del reparto lunghi. Riccardo Cervi, giusto per nominare il pivot reggiano, a tratti ha giganteggiato nel pitturato. Le statistiche al termine della gara diranno, alla voce rimbalzi, Juvecaserta 46 e Reggio Emilia 32, eppure nessuno può toglierci dalla testa l’immagine dello strapotere che a tratti gli emiliani hanno dimostrato di possedere in vernice. E meno male che quello stesso Cervi, offensivamente non è nulla di irrefrenabile, perché altrimenti davvero sarebbero stati dolori per i bianconeri.

RONALD MOORE IN AZIONE (FOTO CAROZZA)
Nel momento di maggiore crisi per la Juvecaserta, che ha camminato a braccetto con il grande coinvolgimento proprio di Cervi in attacco, non è apparso particolarmente bene augurante vedere i bianconeri più volte riunirsi e quasi accusarsi l’uno contro l’altro per errori singoli. Di squadra si riescono a superare le difficoltà, ma se ci si divide tutto diventa più complicato. Non a caso, la svolta è arrivata quando è rientrato sul parquet Ronald Moore. Il folletto di Philadelphia aveva avuto un inizio in cui aveva perso diversi palloni quasi sanguinolenti. Coach Molin lo ha richiamato in panchina, per poi rimetterlo quando ha visto che senza di lui la faccenda stava prendendo una piega ancora peggiore. Moore costretto a stare fuori dal campo, ha certamente resettato la partita fin lì, e quando è ritornato sul parquet ha iniziato una nuova gara. In poco tempo ha prodotto diversi giochi in pick and roll servendo con il contagiri i lunghi, producendo dunque di squadra, per intenderci. E’ diventato all’improvviso anche ‘il fattore’ in termini di realizzazione, visto che a cavallo tra primo e secondo tempo ha messo a segno un chirurgico 2/2 dalla lunga distanza. Si è davvero caricato la squadra in spalle, portandola quasi da solo alla vittoria. Per questo siam convinti che il vero MVP del torneo è stato lui. Nulla da togliere ad Howell, ma forse senza il lungo la gara comunque potevi vincerla se il tuo play giocava in quella maniera. Se c’è stato un protagonista, non può che non essere Moore.

CITTA' DI CASERTA. La vittoria contro Reggio Emilia è arrivata grazie alla svolta nella propria metà campo
Juvecaserta di rincorsa grazie alla difesa

Giovanni Bocciero

CASERTA. E’ ancora nitido nella mente del popolo di fede bianconera il successo da parte della Juvecaserta del Torneo “Città di Caserta”. Noi però continuiamo nell’analisi della ‘due giorni’ della kermesse disputata al PalaMaggiò. Ieri ci siamo soffermati sull’atteggiamento che la formazione di coach Lele Molin ha avuto nei momenti di difficoltà, sia dal punto di vista della costruzione del gioco che a rimbalzo, e poi della prestazione decisiva del playmaker Ronald Moore, assolutamente l’MVP della kermesse che da solo ha quasi trascinato la propria squadra al successo. Oggi focalizziamoci sulla difesa bianconera e soprattutto sull’esterno Gaines.
FRANK GAINES IN MARCATURA (FOTO CAROZZA)
RETROGUARDIA DI LIVELLO. Dopo un primo tempo non proprio giocato in modo ottimale, la Juvecaserta ha stretto le maglie nella ripresa, concedendo davvero poco a Reggio Emilia. Un’inversione di marcia che di certo potrà far sorridere lo staff tecnico, che comprende un Enzino Esposito che nella prima grande battaglia non si è risparmiato beccandosi un fallo tecnico per la grande “aggressività” che dimostra di avere anche se non ha scarpette e completino in dosso. La difesa bianconera ha iniziato a concedere poco nel pitturato, facendo molto bene i tagliafuori, e quasi nulla sul perimetro, dove frutto della grande pressione i reggiani non sono riusciti a penetrare e si sono dovuti affidare quasi completamente al tiro dalla lunga distanza che, come già ribadito, non ha premiato (10/30). Oltre ad una sistemazione che ha avuto poche sbavature, è da apprezzare la grinta e i tanti voli a terra di cui sono stati protagonisti i bianconeri.

DIPENDENZA DAL TIRO. Moore è stato il protagonista della finale, ma il giorno prima contro Cremona la scena se l’era presa tutta Frank Gaines. Il giocatore della Florida ha fatto vedere tutto ed il contrario di tutto in queste due gare. In semifinale ha realizzato 25 punti con 5/6 da tre ed un complessivo 9/10. La gara successiva ha fatto registrare 14 punti con 0/5 dall’arco e 4/15 generale. Le polveri erano bagnate, ma non è questo il problema visto che una giornata no può capitare. Il problema è continuare a tirare quando non va, anche se in difesa è stato uno dei migliori.

Nessun commento:

Posta un commento