lunedì 23 novembre 2015

La Boxing Maddaloni dice no al terrorismo

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 23/11/2015

L'INIZIATIVA. L’associazione pugilistica ha indetto una maratona per la Francia
La Boxing Maddaloni dice no al terrorismo

MADDALONI. Gli attentati terroristici avvenuti a Parigi ormai più di una settimana fa hanno inorridito la comunità globale, ed in questo non è stato da meno nemmeno lo sport, che con qualsiasi linguaggio ha espresso il suo personale “no” ad atti di questo genere.
Dal professionismo a quello amatoriale, da ogni latitudine del mondo e da ogni diversa disciplina sportiva, non sono mancati gli attestati di vicinanza. Ed in questo anche la Boxing Maddaloni ha denunciato il terrorismo, con una speciale “maratona per la Francia”, tenendo fede a quel progetto sociale che cerca di tenere lontani dalla strada i più giovani insegnandogli rispetto e disciplina. Questo il comunicato pervenuto dall’associazione pugilistica maddalonese che si stringe alle vittime di quella sciagurata notte parigina.
“Il presidente dell’A.S.D. Boxing Maddaloni Clemente de Crescenzo, maestro di boxe, ha voluto fortemente questa iniziativa a favore dei fratelli francesi scossi dopo l'ultimo attacco terroristico mascherato da una religione inesistente ma che cela ben altro, perché di sicuro qualunque Dio non vorrebbe nemmeno per sogno atti del genere.  Il fanatismo religioso è solo una macchia di questa epoca che si traduce in terrorismo e violenza gratuita soprattutto se poi va a colpire vittime innocenti. Noi della Boxing Maddaloni siamo sportivi impegnati, come ormai è noto, più di tutti nel sociale e il nostro presidente in concerto col coach della Boxing Maddaloni, il maestro Vincent Spina, ha voluto manifestare tutto il proprio dissenso e dolore per un atto così vile senza mezzi termini. Siamo e saremo sempre a favore di iniziative di vera e seria solidarietà, e sapere che noi proviamo ad aiutare con lo sport i giovani e poi arrivano balordi che nel mondo ce li ammazzano non ha senso, non ha parole, non ha altro che un nome forse: follia. La peggiore e più barbara e bieca follia che semina gratuitamente morte e dolore. Noi con lo sport manifestiamo il nostro dolore e con questa maratona vogliamo dire no alla violenza, no al terrorismo”.
GIBO

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