domenica 16 agosto 2015

Siva il predestinato, una vita da blockbuster

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 17/08/2015

IL PLAY. La Juvecaserta ha affidato le chiavi della regia ad un campione NCAA
Siva il predestinato, una vita da blockbuster

di Giovanni Bocciero

CASERTA. La scorsa settimana la notizia che ha scosso decisamente il popolo di fede bianconera è stato l'ingaggio da parte della Juvecaserta del playmaker Peyton Siva, acquisto che ha completato così il roster a disposizione di coach Sandro Dell’Agnello. Su di lui già si è scritto tantissimo in questi giorni, anche perché il suo arrivo all'ombra della Reggia ha fatto quel giusto rumore che merita un acquisto di questa portata. Non stiamo parlando del nuovo miglior giocatore del campionato italiano, anche se con le potenzialità che ha lo potrebbe diventare, ma sicuramente di un personaggio la cui fama decisamente lo precede. E non stiamo parlando soltanto di quello che è stato capace di far vedere in un rettangolo di gioco.
PEYTON SIVA CON LA MAGLIA DEI DETROIT PISTONS
Proveniente da Seattle, proprio come il suo nuovo compagno di squadra Micah Downs, la sua infanzia potrebbe essere scritturata per uno di quei blockbuster hollywoodiani che farebbero incassi in tutto il mondo. A tredici anni con la madre sempre a lavoro per portare la cosiddetta carretta avanti, con i fratelli ben conosciuti al commissariato di polizia, e con il padre alcolista e tossicodipendente, il piccolo Siva sale in macchina e senza uno straccio di patente, e nemmeno foglio rosa naturalmente, guida per i quartieri della sua zona in cerca del papà. Quando lo trova il genitore è in procinto di farla finita con la propria esistenza avendo una pistola ben puntata alla testa.
Peyton però dimostra di avere già una certa personalità abbinata ad una fortissima determinazione, e così visto l'adulto in quello stato esclama una frase che cambierà in modo inequivocabile la vita di entrambi: “papà non puoi farlo, io ho bisogno di te”. Inutile dire che quegli istanti hanno segnato la loro esistenza, visto che da quel momento il padre non ha quasi più abbandonato il figlio, seguendolo anche e soprattutto in quel di Louisville, dove Siva ha frequentato l'università dopo esser uscito dalla Franklin High School ed essere stato un McDonald's All-American.
E lì sicuramente c'è stato un secondo capitolo molto importante per la carriera e la vita del playmaker di origini samoane, ovvero l'incontro con coach Rick Pitino, una vera e propria leggenda in ambito di basket universitario. Il primo, e per il momento l'unico, ad essere riuscito a vincere l'NCAA con due squadre differenti, prima con i Wildcats di Kentucky e poi con i Cardinals di Louisville, per altro atenei rivali da secoli per la loro vicinanza. Siva possiede quel qualcosa che colpisce sempre coach Pitino, con il quale negli anni si è creato un rapporto di padre-figlio. Quel qualcosa oltrepassa la semplice pallacanestro, e ci riferiamo alla tenuta mentale del ragazzo, ed un esempio lo abbiamo già detto, oltre ad essere votato al sacrificio e che non si da mai per vinto. A Louisville deve fare prima un po' di gavetta, alle spalle di quel Edgar Sosa diventato pochi mesi fa campione d'Italia con Sassari, ma poi i Cardinals sono consegnati nelle sue mani, e così arriviamo al torneo del 2013, quando Peyton è senior ed è al suo ultimo anno di università. La squadra è forte, ha il numeretto “1” vicino al proprio nome che nel tabellone vuole dire una delle quattro favorite, e così da pronostico si arriva alla Final Four di Atlanta dove prima la “cenerentola” Wichita State e poi i Michigan Wolverines devono arrendersi a questa formazione che sembra essere composta da autentici predestinati. Il play è naturalmente protagonista, ma come non menzionare i vari Russ Smith, Luke Hancock, Gorgui Dieng, Wayne Blackshear, neo pistoiese.
E tanto di quella squadra assomiglia parecchio a questa Juvecaserta, operaia e lavoratrice con un regista che deve tenere tutto sotto controllo. Ognuno di quei Cardinals sapeva di dover portare il proprio mattoncino, ancor di più quando il compagno Kevin Ware fu costretto a fermarsi per infortunio ad un passo da quella Final Four. Ognuno sfruttava la propria caratteristica e veniva messo nelle condizioni per risultare decisivo in qualsiasi momento della partita. Quella squadra era un orologio svizzero, per questo falliva pochissimo.
Per quanto riguarda Peyton Siva, era il leader dentro e fuori dal campo, aveva le chiavi in mano ed era il braccio dell'allenatore. Giocatore dalla grande tenacia, nonostante quella infanzia è arrivato lì con le sue sole forze, conquistandosi tutto ciò che ha avuto. Visione di gioco, assist e tanta creatività al servizio dei compagni che quando il pallone pesa, anche se Siva non è un tiratore micidiale e nemmeno uno scorer di razza, sanno a chi affidarlo, perché mai e poi mai si sognerebbe di tradire la fiducia degli amici proprio come quella che lui non si è visto tradire. Il pressing a tutto campo applicato a Louisville lo ha forgiato come difensore terribile, che anche per via del fisico duro e della grande abnegazione gli permette di essere insuperabile nell'uno contro uno.
Quella stessa caparbietà lo ha fatto arrivare con due anni di ritardo a Caserta, visto che proprio nell'estate in cui era uscito dal college i bianconeri si erano portati sulle sue tracce, ma lui dopo essere stato scelto al Draft dai Detroit Pistons volle rimanere a tutti i costi per dimostrare che nonostante la sua taglia non proprio consona ai professionisti la NBA poteva essere il suo palcoscenico. Questi due anni purtroppo non sono stati come aveva sperato, anche perché delle vere e proprie chance non le ha avute, ma adesso è pronto per far mordere le mani a qualcuno dall'altra parte dell'oceano mettendosi in luce con la maglia della Juvecaserta E chissà che questa esperienza non possa essere il suo trampolino di lancio.

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