mercoledì 15 febbraio 2012

Cover 'vincetutto': vicino il sogno promozione

DAL MENSILE "MADDALONI CITTÀ" DI FEBBRAIO

Dopo la Coppa di Lega la squadra pensa all'inbattibilità nel torneo
Cover 'vincetutto': vicino il sogno promozione

‘Maddaloni deve tornare a sognare’. Potrebbe essere lo slogan per tutto quello che riguarda la vita quotidiana del comune delle ‘Due Torri’, un’idea di massima per rilanciare la città sotto ogni punto di vista. E invece, è soltanto la frase, diventata poi lo slogan, che il dirigente responsabile della Pallacanestro San Michele Maddaloni, Pasquale De Filippo, ha pronunciato all’inizio di questa stagione agonistica, un’annata che ha tutte le qualità per diventare storica, impressa nella mente di chi fa parte della società, ma soprattutto di chi segue costantemente il basket maddalonese. La campagna acquisti estiva messa in atto dalla dirigenza biancoblu, per rinforzare il proprio roster, è stata soltanto l’inizio di una stagione davvero scoppiettante, facendo arrivare nell’antica Calatia dei giocatori di primissimo piano, e soprattutto un allenatore esperto della categoria, quale Roberto Castaldo, che abbina alle indiscusse capacità tecniche quelle qualità umane che spesso risultano essere essenziali.
Gli atleti della Cover Maddaloni
Non è facile, infatti, far giocare insieme dei giocatori come il fenomeno bosniaco Njegos Visnjic, l’atletico Francesco Chiavazzo, il tiratore Davide Ferrante, il ‘grosso’ Luciano Rusciano, il ‘mastino’ Antonio Bove e capitan Nino Garofalo, che in un gruppo dal tasso tecnico indubbiamente elevato, sono stati costretti a rinunciare ad un pizzico del loro palcoscenico. Oltretutto, il merito va dato anche ai playmaker della squadra, Max Del Prete e Adriano D’Isep, i quali sono i maggiori fautori del gioco di squadra. Con un roster di questa caratura, la dirigenza ha attivato anche la seconda parte di questo ambizioso progetto. Il primo, dunque, è il salto di categoria affinchè Maddaloni torni a calcare i palcoscenici nazionali della Divisione Nazionale C, molto più consoni per quella che è la tradizione della pallacanestro cittadina. Il secondo, invece, riguarda la consolidazione del settore giovanile, con le formazioni Under 19 Elitè e Under 17 Elitè, che stanno disputando due ottimi campionati giovanili, ma soprattutto stanno fornendo alla prima squadra qualche pedina, che si spera possa maturare nel giro di qualche anno. Il 94’ Paolo Pascarella e i 96’ Ivano Ragnino e Nello Pratillo hanno raccolto già qualche presenza, e questo è sicuramente incoraggiante sia per il lavoro della società che per gli stessi ragazzi. La terza parte del progetto societario, riguarda la riaccensione del fuoco della passione in tutti gli appassionati della palla a spicchi, che a causa delle ultime vicissitudini cestistiche, è andata un pò scemando. Certo, la serie C2 non è certo il massimo per il palato fine del pubblico maddalonese, ma nelle ultime uscite dei biancoblu si è decisamente avvertito l’apporto dei tifosi. La scintilla si è avuta nella finalissima della Coppa di Lega, che ha visto vincere la Cover Royal Bingo contro la forte Pallacanestro Senise, dinanzi ad una cornice di pubblico veramente all’altezza della competizione. Da lì in poi, si è sempre potuto contare sul forte appoggio degli spettatori, anche se ci si aspetta ancora maggiore partecipazione. La società, oltretutto, tiene parecchio alla maddalonesità e all’apporto della cittadinanza, tant’è che il nome societario è dedicato al patrono della città, San Michele, e sulle magliette da gioco è riproposto l’ologramma del simbolo cittadino, ovvero la torre. Il Maddaloni, poi, è ancora imbattuto, avendo collezionato diciassette ‘doppie v’ in altrettante gare disputate, e con la sensazione che possa terminare questa prima fase con una striscia praticamente illibata. A ciò, la truppa di coach Castaldo ha aggiunto la vittoria della Coppa, che è sembrato soltanto un antipasto a quello che è il vero obiettivo, ovvero la promozione. Insomma, di spettacolo questa squadra ne ha da offrire ancora molto, e il pubblico ne potrà sicuramente godere. Oltretutto, è da sempre risaputo che il supporto dalle tribune spesso si rivela decisivo, ricoprendo il ruolo di sesto giocatore in campo. Di questo ed altro, però, ne abbiamo parlato con il giocatore Nino Garofalo.
Capitan Nino Garofalo
Cosa si prova ad essere il capitano della squadra della tua città?
“Innanzitutto essere il capitano di una squadra – dichiara Nino Garofalo – che è prima in classifica è già di per sé un orgoglio. Questo è arricchito dal fatto che sono il capitano della squadra della mia città, in cui sono nato e cresciuto non solo cestisticamente, e sicuramente è il massimo che un giocatore possa desiderare. L’emozione quando si scende in campo con questa squadra è tantissima, e posso dire che, oltre alla tensione per la gara che ci si sta per apprestare ad affrontare, avvertiamo anche una forte responsabilità, e non manca la voglia di raggiungere sempre gli obiettivi che ci prefissiamo, cercando anche di offrire un gran bel spettacolo”.
Siete una squadra completamente nuova: come sono i compagni e come ti trovi con loro?
“I nuovi compagni sono fantastici, dei professionisti seri. Quest’anno sto rivestendo un ruolo che fondamentalmente non mi appartiene, visto che sto giocando nel post di ‘quattro’, ovvero un lungo aggiunto, cose che negli anni precedenti non ho mai fatto, avendo sempre giocato da guardia o da ala piccola, insomma da esterno. Con il metodo di gioco dell’allenatore – continua il capitano biancoblu –, come stiamo venendo abituati a giocare insieme, ci troviamo davvero tutti bene, ognuno riesce a fare quello che deve fare, e riusciamo a trovarci in mezzo al campo anche perché il nostro è un gioco molto dinamico, e quindi pur giocando da lungo io mi trovo molto spesso a giocare da esterno, riuscendo ad avere il mio vecchio ruolo e ad occupare le mie vecchie posizioni”.
Quanto pesa giocare con il fardello sulle spalle di dover vincere sempre?
“Questa è quella responsabilità di cui parlavo, e che ti porti all’inizio della partita. Poi quando si inizia a giocare ti sciogli – commenta il giocatore maddalonese –, anche perché il livello della nostra squadra è un pochino più elevato rispetto agli avversari. Riusciamo a capirci nelle situazioni più delicate, siamo strutturati bene per quel che riguarda l’organizzazione di gioco, e alla lunga i veri valori vengono fuori, perché comunque in campo ci sono sempre quattro- cinque giocatori che sono capaci di fare canestro, di realizzare, e quindi diventa anche un pochettino più facile poter giocare in modo tranquillo”.
Nelle ultime gare si sta rivedendo al palazzetto un gran bel pubblico: merito dei risultati?
“Diciamo che rispetto a quando c’era l’Artus Maddaloni, che ha disputato per parecchi anni la serie B2, cioè un’altra categoria rispetto a noi – analizza il capitano calatino –, non era assolutamente facile richiamare le persone per la categoria che attualmente facciamo, anche perché c’è vicino Caserta, che disputa il campionato di serie A. Però pian piano, con un passettino alla volta stiamo riportando sempre più tifo al palazzetto. La Final Four di Coppa di Lega, che abbiamo ospitato e soprattutto vinto, ci ha permesso di fare un’ulteriore passo di avvicinamento nei confronti del pubblico. Posso testimoniare che giocare qui a Maddaloni con il palazzetto pieno è un’emozione bellissima, che senti fortemente. Spero che man mano che passino le domeniche possiamo contare su di un apporto dagli spalti sempre maggiore, soprattutto in vista dei play-off – sorride Nino Garofalo –, magari riassaporando le emozioni come ai vecchi tempi, e perché no, sperando di festeggiare l’aspirata promozione proprio dinanzi al pubblico maddalonese”.

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