domenica 7 febbraio 2016

Tanjevic nell’Italia Hall of Fame; la sua intervista e il commento di Dell'Agnello

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 08/02/2016

L’INTERVISTA Il Ct del Montenegro ha parlato del riconoscimento, giovani e Nazionale
Boscia Tanjevic entra nell’Italia Hall of Fame
Il tecnico: «La Juvecaserta è sempre nel mio cuore, con il Cavaliere Giovanni Maggiò avevo un rapporto fantastico»

di Giovanni Bocciero

CASERTA. L’ultimo Consiglio federale ha insignito dell’Italia Basket Hall of Fame 2015 all’indimenticato coach della Juvecaserta Bogdan Tanjevic. Un riconoscimento di certo meritato per il tecnico montenegrino che tra Caserta, la sua prima casa italiana, Trieste, Milano, la Nazionale italiana ed una brevissima esperienza alla Virtus Bologna ha scritto pagine indelebili del basket nostrano. E proprio all’attuale Ct del Montenegro abbiamo rivolto domande e considerazioni sullo stato di salute della pallacanestro italiana.
TANJEVIC AI TEMPI DELLA JUVECASERTA
È stato insignito della massima onorificenza del basket italiano, questo significa che per la nostra pallacanestro lei ha dato tanto?
«Si tratta sicuramente di una bella cosa - ha esordito l’allenatore Tanjevic -, e quando capitano queste cose per primo ricordo le persone che non ci sono più, e che sarebbero state felici per quello che ho raggiunto. Inutile negare che tra le mie tante esperienze italiane sarò per sempre legato a Caserta ed in particolare al Cavaliere Giovanni Maggiò, con il quale avevo un rapporto stupendo. Anche quando sono andato via, ho continuato a portare la Juvecaserta nel mio cuore. Con il direttore Giancarlo Sarti, che possedeva il talento del comandare, facemmo un lavoro fantastico, costruimmo un progetto partendo dalle fondamenta ed arrivando a competere per lo scudetto. E proprio in virtù di questo un tale riconoscimento non lo si può non condividere con tutti i collaboratori e gli amici che mi hanno accompagnato nella mia lunga carriera».
Da collega più anziano e spettatore, come valuta il lavoro che stanno svolgendo da allenatori Vincenzo Esposito e Sandro Dell'Agnello?
«Devo confessare che non ho avuto modo di vedere delle loro partite, ma certamente sono contento che si stiano affermando anche in questo ruolo. Con Sandro Dell'Agnello ho un rapporto particolare perché lo chiesi espressamente a Sarti. E a Caserta lavorammo tanto e lui migliorò molto come giocatore. Però devo essere sincero - ha proseguito il tecnico slavo -, per il suo temperamento non mi sarei mai immaginato che intraprendesse la carriera da allenatore. Sono rimasto impressionato del suo percorso, e addirittura mi sono meravigliato quando lo scorso anno Pesaro decise di esonerarlo dopo il buon lavoro, in condizioni piuttosto precarie, che ha fatto. Adesso che è a Caserta ci siamo sentiti e oltre a qualche consiglio, l'ho invitato al prossimo raduno estivo della Nazionale del Montenegro per poter discutere di vari aspetti tattici».
Ormai sono diversi anni che si è dedicato unicamente a guidare le nazionali. Ma se venisse un club a proporle un ruolo da capo allenatore o responsabile del settore giovanile?
«Gli rispondere senza mezze misure che ho già dato abbastanza in questo ambiente. Adesso in primis sono un nonno a tempo pieno, e poi ho accettato con voglia la proposta arrivata dalla mia nazionale. Spesso vado in Montenegro per visionare qualche giocatore proprio in questa ottica. Quando ero un giovane coach ho guidato la nazionale giovanile dell'allora Jugoslavia con cui vinsi anche un argento europeo, ma davvero - ha continuato l’ex coach della Juvecaserta -, bisogna lasciare spazio ai giovani allenatori emergenti. Non nego però che mi piace frequentare ogni tanto gli allenamenti di Trieste, una società solida che sta facendo un’ottimo lavoro con i giovani, ha un progetto serio, ha un pubblico caloroso, e io nutro rispetto e adorazione nei confronti dell’allenatore Eugenio Dalmasson».
Datome ha dichiarato ultimamente che se non ci fossero state le norme per gli under, forse, lui non avrebbe avuto l’occasione per emergere. Qual è la sua idea su tale argomento?
«Nella mia filosofia ho sempre promosso chi aveva talento, indistintamente dall’età. Certamente adesso la situazione è alquanto complessa, con giocatori che vanno e vengono da una settimana all’altra. Più che l’obbligo di far giocare gli under, io obbligherei le società a non prendere tanti stranieri. Tanti anni fa le squadre venivano costruite tenendo presente uno zoccolo duro di giocatori, che davano un’identità, un colore. Adesso non è più così, anche se ci sono club che cercano di perseguire questa strada. Ad esempio è da ammirare ciò che sta facendo Reggio Emilia - ha commentato Tanjevic -, che ha una matrice italiana importante, riconoscibile, che si prende grandi responsabilità in campo. È ovvio che sulla falsariga degli ottimi risultati che sta ottenendo la squadra emiliana ci siano altre società che hanno in mente di creare un tale progetto, e speriamo che ne siano sempre di più».
Da ex Ct dell’Italia, qual è il suo pronostico in vista del Preolimpico, e possiamo considerare questa nazionale la più forte di sempre?
«Italia, Croazia e Grecia sono tre squadre forti, ma penso che gli Azzurri siano favoriti perché si gioca a Torino, anche se questo significherà maggiore pressione. A questa nazionale non manca di sicuro il talento, all’Europeo si è visto, e sono convinto che si tratti della nazionale italiana più forte di sempre. Però - ha concluso l’hall of famer - tale talento deve essere confermato con i risultati».



IL COMMENTO Il coach bianconero è stato elogiato dal suo mentore
Dell’Agnello: «Ti faceva sentire imbattibile»

CASERTA. Dell’onorificenza di Bogdan Tanjevic ne abbiamo parlato con Sandro Dell’Agnello, elogiato proprio dal tecnico montenegrino per la sua carriera da allenatore.
Il riconoscimento a Tanjevic è meritato, senza dubbio, ma secondo lei perché è giustificato?
«Ho letto la notizia ed innanzitutto sono contento per lui. Il premio è meritato soprattutto per i suoi successi - ha esordito Dell’Agnello - perché ovunque ha allenato è riuscito sempre a competere ad altissimi livelli. Con Caserta ha disputato finali per i titoli nazionali ed internazionali, con Trieste una semifinale scudetto ed una finale di Korac, con Milano ha vinto campionato e Coppa Italia. E poi riportò l’Italia sul tetto d’Europa dopo anni in cui si vinceva poco, e dopo di lui purtroppo c’è stato un altro periodo in cui non si vinse tanto. Al di là dei risultati, comunque, è stato un grande maestro della pallacanestro mondiale, allevando tanti campioni da lui scoperti».
Nella sua nuova carriera da allenatore, a cosa maggiormente si ispira a lui?
«Io e lui abbiamo un tratto in comune, ovvero quella di cercare di motivare sempre i propri giocatori. Quando ero allenato da lui - ha ricordato Sandrokan - non importava contro chi si giocasse, poteva anche essere la miglior squadra del mondo, ma lui era capace di farti sentire imbattibile. Io stesso non potevo fare a meno di sentirmi più forte di quello che poi ero realmente. E questa cosa l’ho appresa da lui e cerco in qualsiasi momento di trasmetterla ai miei giocatori».
Tanjevic ha dichiarato di essere in contatto con lei da quando è venuto a Caserta, e che è pronto ad ospitarla ad un raduno della sua nazionale?
«I consigli da una persona del suo spessore sono sempre ben accetti e - ha concluso l’attuale coach della Juvecaserta - sarei felice di ricevere il suo invito».
GIBO

Nessun commento:

Posta un commento