lunedì 3 novembre 2014

Juvecaserta, adesso è una “caccia alle streghe”

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 04/11/2014

LEGA A. La quarta sconfitta mette tutti sulla graticola mentre si paventa il taglio di Moore
Juvecaserta, adesso è una “caccia alle streghe”

CASERTA. Immaginiamo, come per magia, di trovarci nel XVIII secolo, con la Reggia di Caserta appena costruita e con il Re Borbone affacciato dal maestoso balcone del Palazzo Reale sull’attuale piazza Carlo III piena di popolani con in mano torce e forconi e soprattutto urlanti. La causa di tutto ciò? Praticamente una “caccia alle streghe” i cui accusati sono i giocatori della Juvecaserta compresi allenatore e, udite udite, anche il giemme.
Il post partita della gara del PalaMaggiò in cui i casertani hanno perso contro Pistoia ha “prodotto” un’istantanea di tale portata non solo per i fischi ed il grido “vergognatevi” che hanno accompagnato i bianconeri mentre prendevano la via del tunnel che porta agli spogliatoi, ma anche e forse ancor di più per tutti i commenti e le analisi che il popolo di fede bianconera ha “scritto” sul social network per eccellenza.
Un vero e proprio turbinio di critiche che non ha risparmiato praticamente nessuno: da Frank Gaines a Richard Howell, da Ronald Moore a coach Lele Molin, da capitan Marco Mordente a Claudio Tommasini, da Sam Young al giemme Marco Atripaldi, anche lui finito sulla graticola dopo il quarto insuccesso di questa stagione che faceva presagire a tutt’altro. Adesso, con il nefasto record di 0-4 la piazza pretende la testa di qualcuno. I tifosi hanno le idee fin troppo chiare, vogliono le dimissioni del tecnico, che in realtà con il pubblico non ha mai legato per via del suo carattere burbero e riservato. E poi è stato additato da un punto di vista prettamente tecnico praticamente sin dal suo arrivo, nonostante la miracolosa passata stagione dello scorso anno e, ancor di più, il suo curriculum che fa impallidire, ancora oggi, tanti suoi colleghi della massima serie.
RONALD MOORE (FOTO CAROZZA)
Il “popolo” però, si sa, è pronto a fare rivoluzione quando qualcosa non va per il verso giusto, e in questo caso spetta al re, alla dirigenza stemperare questi mugugni. Nelle ultime ore proprio patron Raffaele Iavazzi ha ribadito di avere piena fiducia nell’allenatore, anche dopo aver tenuto un incontro con lo stesso, il quale ha fatto più volte dall’inizio del campionato mea culpa per responsabilità a lui imputabili, sicuramente, ma non solo. E infatti non è l’unico che i rumors di radiomercato vogliono via da Caserta. L’altro sarebbe Ronald Moore, il folletto di Philadelphia che non sta convincendo in cabina di regia in queste ultime giornate. E proprio perché non convince ha sfornato, anche contro Pistoia, la bellezza di 8 assist in 39 minuti di gioco, con un rapporto recuperi/perse sì negativo di 2/4, ma neppure tanto considerando il ruolo.
Forse saremo ripetitivi, ma se ciò che si vuole è un giocatore che sappia far girare la squadra e che soprattutto metta in ritmo i compagni di squadra, allora quel giocatore non può che essere Moore, ammesso che non si abbia la possibilità di avere John Stockton, come dichiarò in conferenza stampa proprio coach Molin. Se invece si vuole un playmaker capace di avere una media di 20 punti a partita, allora è bene provvedere al taglio e al conseguente acquisto. Ma il problema, a parer nostro, non sarebbe di facile soluzione. Perché se adesso l’accusa forse maggiore per la Juvecaserta è quella di giocare troppo individualmente, senza la perfetta esecuzione degli schemi, con Moore che in tutto e per tutto si è preso 11 tiri, come sarà con un giocatore più offensivo, più tiratore, più egoista?
Ammesso che ci fosse la volontà vera di scandagliare il mercato alla ricerca di un rinforzo, bisognerebbe partire da un presupposto fondamentale. Le sliding doors bianconere potranno vedere soltanto uscire un americano ed entrarne un altro, per via del fatto che il mercato italiano non solo è povero di materia prima, ma costa anche parecchio. Detto che l’idea principale della dirigenza casertana sarebbe quella di apportare un cambio in cabina di regia, noi ci permettiamo di dissentire, il che non vuole essere un rimprovero ma soltanto un’analisi logica, quasi consequenziale a ciò che ha mostrato fin qui la truppa di coach Molin. Espressa già la nostra opinione sul possibile taglio del playmaker, poniamo un ulteriore domanda: ma se Frank Gaines non riesce ad essere innescato da Moore che, in media, distribuisce 6.8 assistenze ai compagni di squadra, chi deve essere criticato? Mancano i punti alla squadra, ma è un intero reparto poco prolifico, escluso il marziano Young, e in questo manca davvero come il pane l’infortunato Michele Vitali.
E inoltre, con i tre lunghi Scott, Michelori e Richard Howell che domenica hanno fatturato insieme 16 punti (media di 5.3 ciascuno) e 26 rimbalzi (media di 8.6 cadauno), siamo proprio convinti che in vernice vada tutto bene, per modo di dire, e che non occorrerebbero delle modifiche?

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