lunedì 24 novembre 2014

Juvecaserta, coach Markovski: «Cantù non meritava la vittoria»

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 24/11/2014

JUVECASERTA. Il tecnico bianconero resta fiducioso della squadra mentre si gode Tommasini
Coach Markovski: «Cantù non meritava la vittoria»


CASERTA. Finalmente c’è stata una partita al PalaMaggiò. E’ questo il pensiero che ha invaso un po’ tutto nell’immediato dopo partita di sabato, nonostante la sconfitta. Si è vista della pallacanestro giocata da parte della Juvecaserta, la cosiddetta scossa dopo l’esonero di coach Lele Molin.
Se dall’inizio del campionato i bianconeri avessero giocato così, siamo convinti che quello “zero” in classifica fosse stato tolto da diverso tempo. Basket apprezzabile, grintoso, voglioso, seppur ancora da disciplinare visto che l’attacco non è sempre fluido e l’organizzazione di gioco lascia ancora a desiderare. La strada è però quella giusta.
FOTO CAROZZA
«Non è facile commentare una gara del genere - ha dichiarato in conferenza stampa il tecnico Zare Markovski - perché ho ben poco da rimproverare ai miei giocatori. Certamente ci mancano questi due punti, ma dobbiamo dimenticare al più presto come ci sono sfuggiti. Non voglio parlare di sconfitta - ha continuato l’allenatore macedone - perché ci sono delle gare come questa in cui i due punti vanno ad una squadra che non li meritava. Purtroppo siamo stati costretti sin dall’inizio ad adattarci a degli handicap, visto che Scott è stato gravato subito di due falli mentre successivamente è stato espulso Young. Questo risultato fa molto male alla testa dei giocatori, per questo dovremo essere bravi a mettercelo subito alle spalle, pensando alla prossima gara».
L’allenatore bianconero è stato naturalmente incalzato di domande, a partire dal largo vantaggio avuto durante il match, all’esordio dei nuovi beniamini del PalaMaggiò, per finire con gli episodi chiave della sfida che hanno visto protagonisti gli arbitri.
«E’ vero, durante il primo tempo abbiamo toccato anche il più 18, eppure siamo andati all’intervallo con appena 8 punti. A quel punto della partita però, tutti sanno che nella pallacanestro c’è ancora una gara da giocare. Possiamo invece recriminare di più sul vantaggio di 9 punti che non siamo riusciti ad amministrare a circa 3 minuti dalla fine. Però bisogna anche capire che fisicamente abbiamo sofferto la stanchezza, la mancanza di energie, e addirittura l’abitudine a giocare quelle determinate situazioni di gioco. L’impatto dei nuovi giocatori - ha proseguito il timoniere di Pezza delle Noci - è stato ottimo. Ma mi godo anche la prestazione di Tommasini che stiamo recuperando e al quale daremo sempre più spazio e responsabilità. Per quanto riguarda le decisioni arbitrali invece, sinceramente sono già anni alle quali sono cicatrizzato - ha concluso il coach casertano -, e quindi voglio passare oltre senza commentarle».

I SINGOLI. Meritano un’analisi da estrapolare dal discorso di squadra sia Tommasini che Young.
Per quanto riguarda Claudio Tommasini, forse dopo la prestazione di ieri diversi tifosi si sono dovuti ricredere sul playmaker di scuola bolognese. Averlo tutte le domeniche così, di certo non sarebbe un dispiacere, ma purtroppo pur di stemperare facili entusiasmi, ci pare difficile credere che Tommasini possa tirare ad ogni partita con un fantastico 5/7 da tre punti. Questo non vuol dire che non lo possa ripetere. Però fa sinceramente piacere che un ragazzo costretto a saltare quasi metà scorsa stagione e parte di questa iniziale, sia riuscitio ad esprimersi al meglio. La sua difesa non è mai mancata, perché si è sempre battuto alla grande per i colori bianconeri, ma finalmente sabato ha dimostrato di poter essere un fattore anche in attacco. Un giovane sulla rampa di lancio, che non può che far bene in questa situazione negativa dalla quale pian piano la Juvecaserta sta cercando con tutte le sue forze di uscire.

Di diversa valutazione è invece Sam Young, “croce e delizia” della formazione di Pezza delle Noci. Il talento dell’ex Indiana Pacers non si discute, è sotto gli occhi di tutto. Preso singolarmente, forse, stiamo parlando del miglior giocatore di tutto il nostro campionato. Purtroppo però, anche il talento va contestualizzato, messo nel giusto sistema in modo che possa ulteriormente propagarsi, piuttosto che regredire. Ebbene, il prodotto dell’università di Pittsburgh sembra viva in un mondo tutto suo. La capriola dopo il primo tecnico è un gesto da circo, fuori contesto rispetto alla gara che stai giocando. Contro Cantù è sembrato meno egoista, più a disposizione della squadra, ma va ancora disciplinato. E poi resta quel punto interrogativo sulla sua assenza ingiustificata per ben due allenamenti nella passata settimana. Guardiamo avanti con fiducia, ma bisogna migliorare.

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