mercoledì 30 dicembre 2015

Un anno di Juvecaserta: retrocessione, ripescaggio, diatribe interne, imprese sportive

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 31/12/2015

2015. In dodici mesi retrocessione, ripescaggio, diatribe interne, imprese sportive e tanto calore
Salutiamo un anno di Juvecaserta molto intenso

di Giovanni Bocciero

CASERTA. Dall’1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, un anno a tinte bianconere, un anno tra vittorie e sconfitte, esultanze e contestazioni, diatribe interne, imprese sportive, l’amara retrocessione, il dolce ripescaggio, volendo riassumere tutto ad una singola parola: Juvecaserta. E allora partiamo per questo viaggio che idealmente inizia dal PalaBigi di Reggio Emilia, dove il 4 gennaio scorso la squadra allenata allora da Enzo Esposito fu sconfitta per 95-74, e che si è concluso sportivamente parlando il 27 dicembre al PalaMaggiò con la vittoria per 80-75 ai danni di Brindisi. In dodici mesi la franchigia casertana ha chiuso con un record generale a cavallo ovviamente di due campionati differenti da 14 vittorie e 17 sconfitte. Un bottino tutto sommato buono, forse addirittura positivo contro ogni logica matematica, ma che proprio per via del fatto che sia stato compiuto in due stagioni agonistiche diverse ha dato pochi frutti.

PRIMA PARTE. La già citata sconfitta di Reggio Emilia, valevole come 14esimo turno del campionato 2014/15, aprì un anno in cui la Juvecaserta incappò nella sua 14esima sconfitta consecutiva con lo zero ancora ben fisso nella casella dei punti. La situazione a Pezza delle Noci naturalmente non era serena. Oltre alle sconfitte, molte davvero indegne per le prestazioni, Esposito era il terzo tecnico dall’inizio della stagione e da pochi giorni era stato tagliato il miglior giocatore del roster ma allo stesso tempo il meno empatico, tale Sam Young.
Il 7 gennaio proprio sulle nostre colonne patron Iavazzi fu protagonista di un’intervista in cui bacchettò l’operato dell’ex presidente Carlo Barbagallo, che di lì a poco si sarebbe dimesso, e del giemme Atripaldi. Inutile ricordare le repliche a distanza di poche ore. Il clima si appesantì ulteriormente in vista dell’ultimo match del girone d’andata contro la diretta avversaria per la lotta salvezza, ovvero Pesaro, che fu sconfitta per 80-73. Finalmente la prima vittoria dell’anno che diede il via ad un incredibile poker in cui i bianconeri batterono in successione Roma, Brindisi e Bologna. In poco meno di un mese la Juvecaserta si ritrovò da zero ad otto punti, e così la missione salvezza prese quota. La sconfitta in quel di Pistoia interruppe il buon momento bianconero che il 21 febbraio si complicò a causa del punto di penalizzazione inflitto dalla Com.Te.C per via del ritardo nei pagamenti Irpef. Inutile dire che questa assunse i connotati di una mazzata, con la squadra che uscì sconfitta anche da Cremona e ancor peggio in casa contro Capo d’Orlando dopo un brutto match. Il mese di marzo continuò negativamente con il k.o. di Cantù, in cui Esposito fu perfino espulso. Il 20 la società bianconera presentò ricorso per la penalizzazione, e la domenica i giocatori fecero il loro dovere battendo al PalaMaggiò la capolista Venezia. La cavalcata per la “remuntada” salvezza sembrava poter riprendere, e invece contro Trento, Milano e Varese arrivarono tre battute d’arresto sconfortanti.
Alla quartultima giornata Caserta era impegnata “on the road” per il derby con Avellino, e mai vittoria in terra irpina fu più importante. I casertani si preparavano così al rush finale, centrando due successi casalinghi prima con Sassari e poi con Reggio Emilia. Proprio quest’ultima, ad una giornata dal termine, permise di effettuare il sorpasso ai danni di Pesaro. E per uno scherzo del destino la salvezza sarebbe passata proprio per lo scontro diretto dell’Adriatic Arena. Cinque giorni prima del decisivo match, però, il 5 maggio il Collegio di garanzia dello sport del Coni rigettò il ricorso della Juvecaserta confermando la penalizzazione. E così alla palla a due Caserta si presentava con 15 punti in classifica e Pesaro con 14, con lo scontro diretto che a poco serviva. I bianconeri partirono a spron battuto, sembrava potessero prendere il largo a metà gara ma invece subirono la rimonta veemente dei pesaresi che alla fine s’imposero per 80-70 facendo sfumare l’incredibile rimonta dei casertani che, purtroppo, retrocedettero.


SECONDA PARTE. Ad una settimana dall’amaro verdetto del campo, ovvero il 18 maggio, patron Raffaele Iavazzi tenne una conferenza stampa in cui tirò le somme alla stagione, dichiarando di essere pronto anche a passare la mano qualora ci fosse un acquirente credibile, aprì al ritorno in società di Caputo e snobbò ancora Barbagallo con cui per tanto tempo si parlò della cessione del club bianconero alla nascente fondazione del socio di minoranza. Il 28 maggio il front office casertano si iscrisse alla A2 e contemporaneamente presentò domanda di ripescaggio alla Serie A. Il 17 luglio Caserta rinacque, perché il Consiglio federale accettò dopo un lungo tira e molla l’auto-retrocessione di Roma. Per l’ufficialità il club di Pezza delle Noci doveva adempiere ad alcune operazioni burocratiche che richiedevano ulteriore tempo rispetto al termine stabilito dalla Fip, e così ancora Iavazzi minacciò la scomparsa della squadra qualora la federazione non gli concedesse qualche giorno in più.
Fortunatamente, con buonsenso, il 4 agosto la Juvecaserta tornò a far parte del bouquet di A. Il resto possiamo considerarlo quasi presente. La caldissima estate con retrocessione, ripescaggio ufficioso e poi diventato realtà vide il passaggio del testimone da Esposito a Sandro Dell’Agnello. La squadra venne costruita tenendo ben presente il budget, e mentre i tasselli andavano man mano costituendo il mosaico bianconero, crebbe naturalmente l’attesa in città. Circa un migliaio di tifosi accolsero al raduno del 21 agosto la nuova squadra sul parquet, straordinario, del PalaVignola, dopo che il PalaMaggiò subì ben due furti di fili di rame. L’infermeria purtroppo inizia ad affollarsi sin da subito, da prima con Downs, poi Siva, Jones, Giuri, Gaddefors, Amoroso, e questo condizionerà non poco il campionato. Eppure all’esordio del 4 ottobre in quel di Varese, Caserta compie la prima grande impresa vincendo 51-58. Le successive tre sconfitte rispettivamente con Torino, Cremona e Milano aprono una crepa. Iavazzi torna a parlare rilasciando un’intervista in cui si lamenta di essere stato lasciato nuovamente da solo, ma la squadra reagisce espugnando Bologna nel “monday night” del 2 novembre, e bissando la vittoria in casa contro Capo d’Orlando. Due giorni dopo quel successo, ovvero il 10 novembre, per non influenzare la prestazione della squadra nella delicata partita, Rosario Caputo replica al patron bianconero sottolineando alcuni aspetti caratteriali dello stesso. La Juvecaserta intanto va vicina a battere in trasferta la capolista Pistoia che la spunta dopo un overtime, ma in settimana inizia la telenovela Valerio Amoroso, che la società gestirà malissimo. L’atleta, che sembrava aver rescisso, ritornerà in gruppo, il tifo non la prenderà bene ed il patron difenderà in modo autoritario questa scelta.
Intanto prima Cantù e poi Venezia batteranno Caserta, che torna alla vittoria il 6 dicembre contro Pesaro. Il doppio match con Sassari e Reggio Emilia, questa volta, non frutterà punti per la truppa casertana, che vivrà un momento di massima euforia a cavallo del Natale con l’impresa di Avellino, in cui si è imposta per 62-70 dopo un primo tempo terribile per come si stava giocando, e conquistando i “due punti” anche in casa contro Brindisi dopo una gara piuttosto autorevole da parte dei bianconeri, chiudendo così in modo soddisfacente il 2015.

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