domenica 20 marzo 2016

L'INTERVISTA. Dell’Agnello: «Ci manca l’ultimo passettino»

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 21/03/2016

L'INTERVISTA. Il tecnico della Juvecaserta vuole chiudere la pratica salvezza contro Venezia
Dell’Agnello: «Ci manca l’ultimo passettino»

di Giovanni Bocciero

CASERTA. “Monday night” per la Juvecaserta, che ospita al PalaMaggiò Venezia. I bianconeri hanno dovuto fare i salti mortali per preparare questo match.
Con l'infortunio occorso a Bobby Jones si dovrà fare ancor più di necessità virtù?
«Purtroppo la squadra è tutta in divenire - ha esordito coach Sandro Dell'Agnello -. Giocoforza siamo ormai abituati a queste situazioni che alla lunga ci stanno un po' logorando, però non dobbiamo piangerci addosso perché bisogna ancora consolidare un obiettivo che abbiamo quasi raggiunto. Ci manca ancora un piccolo passettino e dobbiamo mettere tutte le nostre energie per compierlo il prima possibile e senza pensare a tutti i guai che ci stanno capitando perché altrimenti non ne usciamo».
La squadra come sta vivendo mentalmente questa situazione e come si sta preparando per la gara con Venezia?
«Mentalmente i ragazzi sono molto bravi perché riescono a stare in campo con grande concentrazione pur facendo degli allenamenti che hanno poco senso. Anche questa settimana purtroppo, con i problemi che abbiamo, ci siamo allenati senza mai fare un cinque contro cinque - ha recriminato il tecnico toscano - e questo non è assolutamente facile, perché poi ti ritrovi difronte una corazzata come Venezia senza avere il ritmo giusto. Sicuramente però hanno tutti voglia di giocare e di non pensare alle problematiche che abbiamo».
COACH SANDRO DELL'AGNELLO (FOTO ELVIO IODICE)
Con l'inserimento di Linton Johnson, più uomo d'area, il roster è composto o da tutti lunghi o da esterni piccoli e manca quella versatilità che può garantire un 3-4. Da questo punto di vista come ci si accoppierà con Venezia?
«Dobbiamo trovare degli equilibri diametralmente opposti a quelli della squadra che siamo stati sino adesso. Mentre prima giocavamo con un centro solo e tutte ali, adesso invece dobbiamo trovare la giusta intesa tra i tre lunghi che abbiamo perché l'intenzione è quella di giocare con due di loro insieme. Purtroppo - ha chiosato l'allenatore bianconero - il lieve affaticamento che ha colpito Linton Johnson e che non gli ha permesso di sostenere gli ultimi allenamenti non ha aiutato questo processo. Non possiamo farlo di certo con le parole ma sul campo».
La Juvecaserta più volte quando ha giocato in casa è sembrata soffrire la pressione del proprio tifo, mentre Venezia viene da otto sconfitte consecutive in trasferta. Che partita si aspetta a questo punto?
«Non credo che abbiamo mai sofferto la pressione del nostro tifo, siamo sempre contenti di poter giocare davanti al pubblico casertano. È comunque vero che il caso abbiamo voluto che le nostre migliori partite le abbiamo fatte fuori casa, ma credo che sia soltanto una casualità. Io per primo così come i giocatori siamo felici di giocare al PalaMaggiò, ma ci piacerebbe giocarcela ad armi pari. In questo momento le armi pari non ce le abbiamo dal punto di vista tecnico e le tireremo fuori dal punto di vista motivazionale. Per quanto riguarda il record negativo di Venezia, loro per certi versi hanno dei problemi più grossi dei nostri. Se si pensa che una corazzata come loro - ha analizzato il trainer bianconero -, partita per contendere lo scudetto a Milano, ha solo quattro punti in più di noi con tutte le disgrazie che abbiamo avuto, significa che stiamo facendo un campionato strepitoso. Hanno cambiato allenatore, sono alla ricerca di un altro giocatore, beati loro che ne hanno già undici e cercano il dodicesimo. È innegabile che in trasferta abbiano avuto dei problemi, ma sinceramente che tipo di difficoltà non lo saprei dire. Abbiamo guardato delle loro gare per cercare di individuare qualche loro punto debole, ma a volte in squadre così forti e con roster molto lunghi la cosa più importante è trovare la giusta amalgama, e quindi sono più problemi psicologici che tecnici».
Quando a Caserta si perde, l'allenatore finisce sul banco degli imputati. È scocciato da qualche critica rivoltagli o fa parte del gioco e quindi ci passa su?
«Ormai sono tantissimi anni che faccio basket, prima da giocatore e poi da allenatore, e sono già stato anche in piazza molto esigenti. Non succede solo a Caserta dove se si perde l'allenatore finisce sul banco degli imputati. È un po' un costume comune di intendere lo sport italiano. Va bene così, dobbiamo accettarlo perché fa parte del gioco. Diciamo che è un compromesso accettato da tutti - ha concluso coach Sandro Dell'Agnello - perché nemmeno Gandhi aveva la totalità delle persone a suo favore, figuriamoci un allenatore».

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