sabato 27 dicembre 2014

La Juvecaserta perde anche nel derby

DALLA GAZZETTA DI CASERTA DEL 27/12/2014

LEGA A. Avellino domina dall’inizio il match, mentre i tifosi urlano a fine gara: “Meritiamo di più”
La Juvecaserta perde anche nel derby
Prova difensiva orrenda dei bianconeri

Giovanni Bocciero

CASERTA. L’ambiente del PalaMaggiò, vuoi per il derby, vuoi per l’esordio di Esposito da capo allenatore, era abbastanza surriscaldato sin dall’inizio. La prima cosa che ha caratterizzato il prepartita è stata l’esclusione dalla lista di Avramov, al quale per una scelta puramente tecnica è stato preferito Ronald Moore.
Pronti, partenza e via, i bianconeri hanno collezionato subito tre palle perse, permettendo agli avversari d’involarsi sullo 0-7. Esposito dalla panchina mimava di riempire l’area per impedire ad Anosike di giocare l’1vs1, con il quale ha subito fatto prendere il vantaggio ai suoi. La Juvecaserta emana un sussulto con la doppia bomba mandate a bersaglio prima da Carleton Scott e poi da Michele Vitali (6-9). Alla quinta palla persa, entra Moore per Capin. Uno scherzo del destino se vogliamo. Intanto Avellino non guarda in faccia a nessuno e si porta sull’8-18 al 5’. Michele Antonutti appena entrato intercetta e schiaccia in contropiede, facendo scoppiare il palazzo che ritorna ad incitare la squadra.  Intanto uno spento Sam Young viene richiamato in panchina, e “El Diablo” gli si siede vicino sussurrandogli qualcosa all’orecchio, ovviamente tattiche, come fa però un padre con un figlio. Avellino con una buona circolazione della palla e con le individualità riesce a segnare con grande costanza, portandosi sul 14-31 a meno due giri di lancette, e costringendo la Juvecaserta al secondo timeout del quarto.
FOTO CAROZZA
Nel secondo periodo rientra Aleksandar Capin che segna immediatamente da tre togliendosi un po’ di polvere da dosso. Dall’altra parte subito risponde Justin Harper con la stessa moneta, e la situazione in pratica non cambia. In un’azione d’attacco Young però non si tuffa su di un pallone vagante, conquistato poi dagli avversari, e questo fa scatenare l’ira dei tifosi casertani. Una schiacciata di Amedeo Tessitorie e la penetrazione con fallo di Vitali rianimano il pubblico. La difesa bianconera ha però dei passaggi a vuoto, e allora prima Adam Hanga con un semplice lay-up e poi Sundiata Gaines da tre mantengono saldamente al comando Avellino sul 28-40 al 14’. Mentre la Juvecaserta litiga con i liberi, il pick’n’roll biancoverde, tanto laterale quanto frontale, fa davvero male. Sul 35-51, e sull’ennesimo tiro sbagliato dall’arco di Capin, che sarà richiamato in panchina per far posto a Claudio Tommasini, si fanno assordanti i fischi del PalaMaggiò. All’intervallo le due squadre ci arrivano sul 44-59, con tripla finale dei padroni di casa, che rappresenta, guardando il bicchiere mezzo pieno, quasi un affare per i locali.
Al rientro dagli spogliatoi si sommano tanti errori da entrambe le parti, e il gioco inesorabilmente ne risente. La reazione dei bianconeri è rimessa nel tiro pesante di Claudio Tommasini (49-64) che evita di raggiungere il ventello di vantaggio agli irpini. Con Young svogliato e beccato in continuazione dal pubblico per una prestazione scialbo in difesa (non una novità) quanto in attacco (e allora diventa quasi un giocatore nullo), l’unico boato del PalaMaggiò è racchiuso all’ingresso in campo di Andrea Michelori, che dopo un paio di minuti si prende quasi la standing-ovation per un tentativo di anticipo in tuffo. Harper fa il buono ed il cattivo tempo per Avellino, realizzando un paio di canestri con un equilibrio approssimativo, ma vedendosi fischiare anche un fallo tecnico per una protesta plateale. Caserta sembra in balia dell’avversario, che al 30’ può contare sullo stesso margine di vantaggio, ovvero quindici lunghezze, essendosi limitata assolutamente soltanto ad amministrare. Il reparto bianconero che forse ha cercato di fare qualcosa di concreto è stato il pacchetto lunghi, con i vari Tessitori, Michelori e Antonutti, ma nella propria metà campo gli avversari hanno avuto vita facile.
L’ultimo periodo inizia con gli esterni avellinesi che bucano piuttosto agevolmente la difesa casertana. Un problema che alla fine diventa grosso come una casa, visto che alcuni minuti dopo Michele Vitali viene infilato con un taglio back-door da far impallidire anche un bambino del minibasket esibitosi durante l’intervallo. In attacco si vede un incisivo Amedeo Tessitori, ma è l’unico a riuscire a trovare il fondo della retina con costanza. A 5’ dalla fine Avellino conclude un contropiede in schiacciata con Gaines (75-97), e sul minuto di sospensione chiamato da Enzino Esposito il pubblico inizia a lasciare piuttosto mestamente le tribune della “Reggia del basket”. Young segna con l’aiuto del ferro uscendo dal blocco, mentre ancora Harper affonda la palla a due mani nel cesto casertano, imitato nell’azione immediatamente successiva da Marc Trasolini che fa scollinare la tripla cifra agli irpini (89-101) a poco più di due giri di lancette dalla conclusione. In curva, esposto ad inizio gara, c’era uno striscione che recitava: “Serve un miracolo? Facciamolo”. A dirsi è facile, a farsi è più difficile.

NESSUNA SORPRESA NEL 12ESIMO TURNO

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