sabato 26 luglio 2014

La Juvecaserta vuol “vivere” la città

DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 27/07/2014

L’INIZIATIVA. La società di Pezza delle Noci vuole ristrutturare il playground di Sant’Augusto
La Juvecaserta vuol “vivere” la città

Giovanni Bocciero

CASERTA. La Juvecaserta si dimostra ancora una volta vogliosa di “scendere” in città. Utilizziamo questo termine perché lo stesso giemme bianconero, Marco Atripaldi ha dichiarato in occasione dell’ultima conferenza stampa che al suo arrivo qui all’ombra della Reggia, sentiva accuse ai danni della società di essere arroccata al PalaMaggiò, a Castel Morrone, e di non “vivere” la città.
Ebbene, nel quadro del progetto tendente a promuovere lo sport della pallacanestro ed a connaturare sempre più il Capoluogo come città di basket, la srl “Caserta città del basket”, azionista di riferimento della Juvecaserta, ha richiesto alla civica Amministrazione l'autorizzazione alla ristrutturazione del playground ubicato in via Sant'Augusto, nella zona del centro commerciale Iperion.
In particolare, la società si propone il rifacimento del campo di gioco sia a livello di pavimentazione che di attrezzatura, garantendo un playground accattivante ed in condizioni di manutenzione tali da assicurarne la sicurezza e la libera fruibilità da parte dei tanti giovani casertani appassionati di basket e non solo.
Il tutto senza alcun onere per il Comune di Caserta, cui viene richiesta esclusivamente l'autorizzazione alla installazione e gestione di spazi pubblicitari intorno al campo.
Cadono a pennello, dunque, le parole sempre del general manager casertano pronunciate nell’appuntamento con i media per fare il punto del mercato, interrogato proprio sulla vicenda dei campi Nike che nei giorni scorsi hanno tenuto banco.

“In merito alla questione dei campi Nike ho avuto modo di seguire qualcosa, più che altro leggendo, durante il mio viaggio negli States. Sinceramente - ha proseguito il giemme bianconero - non ho tanto da dire a riguardo, anzi, preferisco non parlarne proprio. Però, non concepisco che chi doveva essere super partes in tutta questa situazione è sceso in campo con una casacca, e penso che sia una cosa sbagliata”.

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