giovedì 10 aprile 2014

Il capitano Mordente striglia la Juvecaserta

DALLA NUOVA GAZZETTA DI CASERTA DEL 10/04/2014

LEGA A. L’esperta guardia delusa ed incazzata per le occasioni che i bianconeri stanno sprecando
Il capitano Mordente striglia la Juvecaserta

Giovanni Bocciero

CASERTA. La Juvecaserta deve stringere i denti in questo rush finale di stagione. Ci sono dei playoff da conquistare sul campo, che vanno ben oltre le più rosee aspettative d’inizio anno. La lotta sarà, però, serrata, perché se la settima (Reggio Emilia) è l’unica che forse può guardare in avanti (Roma), Caserta deve assolutamente stare attenta all’ammucchiata che la insegue. Cinque formazioni (Varese, Avellino, Pistoia, Venenzia e Bologna) contro le quali i bianconeri hanno il vantaggio degli scontri diretti, ma proprio due di queste (Varese e Bologna) sono rientrate in corsa in virtù dei successi sui casertani. Quando si dice farsi male con le proprie mani. Inutile piangere sul latte versato, bisogna rimboccarsi le maniche e gettarsi a capofitto in queste ultime quattro gare di regular season. Lo specchietto qui a fianco è una mappa utile per capire meglio la situazione. Fare calcoli non serve quasi a nulla, adesso, alla Juvecaserta servono però due vittorie per sperare, tre per essere quasi certi dei playoff.
Marco Mordente (Foto Carozza)
Dopo la gara di Varese, una partita persa contro un  avversario che comunque non si era dimostrato irresistibile, negli spogliatoi c’era rammarico?
«Non c’era soltanto rammarico - ha esordito Marco Mordente -. Diciamo che aleggiava un sentimento di delusione, perché alla fine abbiamo ripetuto la stessa identica gara di Bologna, e visti gli altri risultati molto favorevoli per noi è stata un’altra occasione che non abbiamo saputo sfruttare».
Secondo te, quale è la pressione che avvertite in trasferta e che vi condanna, e che in casa, invece, riuscite a superare?
«Nei momenti importanti in casa riusciamo sempre a trovare il modo per superare le difficioltà, e la pressione, mentre in trasferta - ha anlizzato il capitano bianconero - ci fermiamo sempre ad un passo. Fin quando abbiamo le energie facciamo bene, ma quando l’intensità degli avversari aumenta, anche e soprattutto perché supportati dal proprio pubblico, noi ci fermiamo e non abbiamo la durezza mentale per continuare ciò che stavamo facendo».
Più volte sia il giemme che l’allenatore hanno dichiarato che per quello che state facendo, si sta realizzando quasi un miracolo, visti i roster delle avversarie. Proprio in tal senso, in questa sorta di bagarre per i playoff, avete le carte in regola per potercela fare?
«Io penso che se riusciremo ad arrivare ai playoff realizzeremmo davvero un miracolo. Penso sia normale che adesso tutta l’attenzione sia rivolta a questo risultato, ma il nostro obiettivo principale - ha rammentato Mordente - era quello di arrivare a salvarci con tranquillità. Lo abbiamo fatto e abbiamo anche alzato l’asticella. Adesso, però, dovremo essere capaci di reggere tutte quelle tensioni che possono crearsi avendo cambiato in corsa il nostro obiettivo».
Questo, ovviamente, va a sottolineare il campionato ottimo che state facendo, al di là se si faranno o meno i playoff?
«Certo che sì - ha tagliato netto l’esperta guardia - senza alcun dubbio».
Coach Molin ha confessato che nella prima parte di campionato è stato costretto a spremerti più del dovuto. Adesso, con l’arrivo di Ronald Moore avresti potuto tirare di più il fiato, ma è arrivato l’infortunio di Tommasini. Da questo punto di vista dovrai essere utilizzato ulteriormente?
«Io so quello che il tecnico mi chiede, e quindi sono tranquillo. Mi rendo conto che il mio lavoro adesso viene apprezzato da pochi, tra cui ovviamente Molin, ma sono sereno perché l’obiettivo principale per me e per la squadra è quello di arrivare ai playoff. Quindi io lascerei proprio da parte le statistiche, le prestazioni individuali e soprattutto le mie, visto che quelle non brillano. Ma sono tranquillo, anche se in questo momento sono incazzato e amareggiato perché non mi piace perdere le occasioni. Ne abbiamo già avute due, rispettivamente a Bologna e a Varese, e non le abbiamo raccolte. Questo - ha concluso il capitano Mordente - è quello che mi da fastidio e mi brucia molto dentro».

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